Seta e ori sotto le mie mani, profumo d'incenso.
Sì, sono oli e incensi tra i più pregiati quelli che impregnano l'aria fino a renderla calda e carezzevole, densa, velata; riconosco le fragranze, mai potrei scordare le loro intense note che riportano la mia mente a calde sere estive, caldi bagni, fumi di vapore e fumi d'alcool.
Non un muro ci separa, né distanza alcuna.
Sono qui, e dov'altro?
Sei invincibile, il mio Re.
Solo questo?
Mai, ma come tradurre in parole, suoni, espressioni ciò che neanche il mio cuore riesce a comprendere?
Sei abbagliante, sei il mio sole, e mai smetterò di pensare a te come all'unica forza che mi illumina la via.
Ed io, io cosa sono, cosa, per te? Lo sento il tuo sguardo su di me, leggero alito di vento oppure fatale fuoco liquido, mi osservi con un'apprensione che non ti accorgi di provare, mi segui con una forza che non pensi di avere, non sai.
Così come io non so.Zaffiri e ossidiana, onice e lapislazzuli sulla mia pelle, mi sento rabbrividire a dispetto dell'aria dolcemente profumata che mi carezza coi suoi tiepidi sussurri.
Reclino la testa, abbasso le palpebre, e rimango in ascolto.
Come un cervo che sonda la foresta in attesa del suo predatore, come il bambino che eri, e ricordo le risa dopo le sconfitte, perché non avrei dovuto osare tanto, non con il figlio di un Re, ma la vittoria era dolce per me, ogni volta un po' di più.
E mi promettesti che un giorno mi avresti sconfitto.
E così è stato, ma in che modo?
In quale strano, impensato modo mi hai infine sconfitto?Ascolto e sento. Solo chi combatte battaglie giornaliere ne conosce la differenza, e il leggero sciabordare dell'acqua arriva alle mie orecchie. Tessuti abbandonati sul marmo dei pavimenti, frangersi di piccole onde intorno a me, leggero e regolare respiro, solido, riconosciuto tra mille e mille ancora.
Non ho bisogno di vedere, ma non posso contrastare i miei desideri un secondo di più. Non sono ancora così forte.
Ultimi raggi della sera raggiungono quest'oasi in mezzo alla guerra, e le mie ciglia li trasformano in mille riflessi multicolori che per un secondo catturano il mio interesse. Vedo il mondo attraverso un velo, un velo dorato e luminoso che poco ha a che fare con la luce del crepuscolo ma che piuttosto dipende da te.
Sei di fronte a me e la tua mente si appiana, la mascella si rilassa, lo vedo, lo sento.
E lo so, io lo so cosa sono per te. Sono la pace, quell'unica e vera che mai nessuno ti darà per quanto tu possa provare, che in nessun luogo troverai se non qui tra gli incensi e gli ori, osservato dal più celeste dei cieli, carezzato da sete e veli.
Ciò che il mondo ti nega, oh Re, io te lo offro. Nulla ti sarà escluso, nulla potrà ferirti e nulla colpirti se riposerai qui, ora, sempre.
Ancora hai quell'espressione; la riconosco, non è cambiata insieme al mondo che è tanto mutato tutto intorno a te, è rimasta immobile e immortale nel tempo, sempre riconoscibile, dal lontano nostro primo incontro fino ad ora, anni sono passati ma non sulle tue spalle.Volti il capo, qualche centimetro soltanto, stringi le palpebre e le labbra si tendono in un sorriso a stento trattenuto. Mai ti vidi rivolgere questo sguardo ad altri se non a me.
Tutto il mondo è ai tuoi piedi, e tu ami la gloria, ami i tuoi sudditi, ami ogni persona che entri nella tua vita.
E io lo so, che non posso avere l'esclusiva del tuo cuore.
Ma ciò non ha importanza, non più, non ora; e io sono l'unico a poterti chiamare per nome.
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Cose eteree
General FictionBrevi racconti che partono da un'immagine, trasmettendo sensazioni. O provandoci, quantomeno. best: #24 in Non-Fiction - 23/01/18