Fuori dalla finestra la vita corre.
Perché non si ferma, perché non indugia?
L'orologio non aspetta nessuno, persevera spietato nel suo girotondo quotidiano e non si lascia sfiorare né dalle risa né dalle lacrime, né dalla violenza né dalle preghiere.
Ti prego, per favore, aspetta. Fermati, aspetta, non vedi cos'è successo? Non credi che potresti rallentare almeno per una volta, almeno per lui?
Al di là dei vetri della finestra le persone vivono: corrono in auto, marciano per la strada, e poi pensano a mille faccende e organizzano mille giornate, si occupano di mille incombenze, svolgono mille compiti ingrati. Neanche loro si fermano, neanche loro aspettano, neanche loro indugiano, nemmeno per un secondo.
Imitano i loro intrepidi orologi, sono scesi a compromessi con la vita, hanno perso la lotta contro il tempo e ora giocano al suo gioco, sempre più in fretta, sempre più in fretta, sempre di più.
Vi prego, per favore, aspettate. Fermatevi, aspettate, ascoltate.
Non potete spendere neanche un minuto per sentire cosa ha da dire?
Ma come, come chi?
Forse una ragazzina con gli occhi lucidi sul ciglio di una strada gremita, ferma in mezzo a una folla in movimento, smarrita, confusa, persa. Forse una vecchietta seduta sulla sua sedia sgangherata, il viso grinzoso rivolto al sole e un leggero sorriso che potrei aver immaginato solo io a incresparle le labbra, saggia, antica, in pace.
O forse un Duca che ascende da Marte, caduto come polvere di stelle sulla folla.
Nessuno sa da dove venga, nessuno conosce il motivo del suo arrivo, ma qualcuno alla fine lo vede. Riesce dove molti falliscono e ferma il tempo, rallenta la vita, turba l'orologio tanto da farlo esitare. E di conseguenza indugia la folla. Ora qualcuno ascolta, ora qualcuno lo guarda, e anche se non sono tutti, e anche se non sono un'intera folla, e anche se ancora non lo sanno, l'incontro li cambierà.
Quando si ascolta davvero questo ti cambia sempre, e ti cambia per sempre.
Pian piano una moltitudine di gente inizia ad ascoltare ciò che ha da dire al mondo, o forse solo a sé stesso, chi lo sa; c'è chi si ferma, chi continua per la sua strada ma solo dopo avergli gettato un'approfondita occhiata, e c'è chi cambia direzione per scegliere la sua, incapaci di lasciarlo andare.
Passa il tempo, che no, non si è fermato; avanza la vita, corre l'orologio, e poi, inevitabilmente, come polvere di stelle il Duca torna da dove è venuto.
Nessuno sa dove sia diretto, nessuno conosce il motivo della sua partenza, o meglio, nessuno lo capisce. Forse qualcuno sa che la sua meta non era tra la folla, quella non era che una tappa, ma nessuno lo vuole ammettere.
E ora? Non vi fermate, insomma, avete visto cos'è successo? Un'altra volta siamo un po' più soli, un po' più abbandonati, un po' più sperduti e brancolanti nella nebbia, una nebbia fredda e bagnata che finge lacrime sul nostro viso. Ma no, non è altro che l'umidità questa.
Non è vero?
Forse l'umida nebbia finge lacrime sul mio viso, ma invece il mio cuore non finge niente, tantomeno il pianto che ne altera il preciso ritmo. Piange perché la vita corre lo stesso, l'orologio non si ferma davanti a niente, il tempo non attende, neanche per rispettare un minuto di silenzio.
Neanche per guardare un uomo che ascende verso Marte, l'uomo che l'ha imbrogliato, facendogli perdere un po' del potere che da sempre ha sulla folla.
Chi può fermare il tempo? Chi può permettersi di distruggere tutti gli orologi del mondo? Come si fa, come, a fermare gli ingranaggi eterni della vita?
Forse bastano le parole, forse serve qualcosa in più, qualcosa capace di scuotere i cuori. No, non le menti, ma i cuori; se il cuore sussulta la mente si risveglia, e così il tempo perderà il suo potere.
E forse è necessario provenire da Marte, forse è così, per possedere questa capacità; quel qualcosa in più che rende qualcuno, pochi tra la folla, capaci di sfidare il tempo.
Sono soldati dall'armatura di pioggia, con spade di piume, sono gli unici eroi a combattere la nebbia.
E qualcuno, qualche volta, vince.
Si faceva chiamare Ziggy, Ziggy Polvere di Stelle, e come una stella ha sconvolto il firmamento. Una stella, sì, ma nera.
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Brano scritto nel Gennaio del 2016 in onore e ricordo di David Bowie.
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Cose eteree
قصص عامةBrevi racconti che partono da un'immagine, trasmettendo sensazioni. O provandoci, quantomeno. best: #24 in Non-Fiction - 23/01/18