Un giorno le nuvole vennero giù dal cielo.
Prima erano su, in alto, una coltre impenetrabile di mille forme diverse e meravigliose, poi sono cadute sulla terra.
Hanno ricoperto la città e sotterrato tutto il mondo, strade e persone si sono trovate improvvisamente inglobate in una nebbia che nebbia non è, circondate da volute che paiono fumo e da nugoli di vapore scuro.
Gli aerei alzandosi in volo non riuscivano a ritrovare il sole, né a calcolare lo spessore di quello strato di nubi che pareva essersi stancato del cielo ed essere andato alla ricerca di qualcosa di più. E se il cielo è talmente sterminato da poter accogliere tutte le nuvole e di qualunque dimensione, altrettanto non è la Terra, che si ritrovò sommersa per chilometri e chilometri dal suolo da qualcosa di molto simile a un denso lenzuolo.
Moriremo soffocati.
O forse congelati.
si lamentavano le persone, e ai TG non si parlava d'altro che dello strano fenomeno di ribellione che aveva portato le nuvole a voler esplorare la Terra.
Anarchia tra le forze della natura, i giornalisti urlavano all'ammutinamento e la soluzione pareva introvabile. Era il caos in Terra, e peggio sarebbe stato se quelle nuvole avessero un giorno deciso di cimentarsi in un bel temporale.
Un uragano direttamente al suolo, con fulmini impazziti e pioggia di ghiaccio, sarebbe stato un bel problema, e il panico cresceva.
Le nubi nel frattempo assistevano imperturbabili alle reazioni dei terrestri; quegli strani abitanti guardavano verso di loro quando in passato il sole le tingeva di porpora e oro, e anche quando, nere di rabbia, preannunciavano un tornado dividendosi in forme impossibili e riunendosi in collassi incredibili. Eppure ora erano spaventati, quasi del tutto terrorizzati, da ciò che prima avevano tanto ammirato.
Avevano fatto foto, video, commenti, adesso erano increduli e impazienti.
Forse la bellezza è tale solo quando si trova a distanza di sicurezza?
Piuttosto che vivere incredibili esplosioni ed emozioni è quindi più importante avere una qualche certezza? ragionavano loro, ed ogni pensiero di nuvola si tramutava in una forma diversa, bianca azzurra o grigia, nera tortora o plumbea, che si trasportava da una parte all'altra mandando a gambe all'aria passanti e automobili.
Non è la stessa cosa quando sono una minaccia.
si difendevano gli umani, stropicciandosi gli occhi per combattere l'umida consistenza delle nubi.
In realtà le loro forme erano sempre le stesse, cangianti, immense, potenti, la sostanza non era mutata e le proporzioni erano costanti, eppure qualcosa era cambiato.
Le nuvole capirono presto che la Terra non era il loro posto, tornarono in cielo ad organizzare uragani e temporali ma si ripromisero di tornare quando gli abitanti della superficie si fossero dimostrati pronti. Osservano tutt'ora chi si perde a guardarle, se ti capita fa' attenzione, a meno che tu non voglia ritrovarti immerso, perso in un temporale.
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Cose eteree
General FictionBrevi racconti che partono da un'immagine, trasmettendo sensazioni. O provandoci, quantomeno. best: #24 in Non-Fiction - 23/01/18