Capitolo 7

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Continuava a fissare lo specchio, incredulo del fatto che ciò che guardava, in realtà fosse lui. La sua camera era stata testimone di tanta sofferenza ma lui in quel momento riusciva solo a guardare quello specchio ed il suo riflesso. Partì dalla base: le vans nere, tipiche del suo stile; i jeans scuri, immancabili; la camicia bianca, indossata solo nelle occasioni speciali, o magari indimenticabili. Arrivò al suo volto...sereno, felice come poche volte prima di allora.
Un sorriso aleggiava sulle sue labbra e, ogni volta che si ricordava a causa di cosa -o meglio di chi- ci fosse quella felicità, sorrideva un po' di più, se possibile.

Uscì di casa dieci minuti prima del previsto, non voleva assolutamente rischiare il ritardo.

Federico era rientrato in casa dopo un estenuante turno di lavoro. Non usciva mai dopo essere tornato dal locale, la sera. Quella volta però, era stato spinto da qualcosa -non sapeva esattamente di che si trattasse- ad inviare un messaggio tramite il quale invitava il moro ad uscire, seppure dopo l'orario lavorativo. Si cambiò in fretta e, dopo aver dato un'ultima sistemata al ciuffo ribelle, si avviò verso la spiaggia. Decise di voler andare a piedi, forse per la paura di non riuscire a guidare in caso avesse deciso di bere qualche drink di troppo.

Benjamin nel frattempo era arrivato nella spiaggia dove la discoteca era situata, e aspettava il biondo seduto sulla sabbia rinfrescata dalla leggera brezza notturna. Pensava a come si sarebbe dovuto comportare quella sera: non era la prima volta in discoteca, era ovvio, ma era la prima volta in discoteca con qualcuno all'oscuro della sua omosessualità. Un ragazzo, per giunta. Federico, non uno qualunque. E poi perché non lo riteneva "uno qualunque"? Era riuscito ad entrargli sotto la pelle in così poco tempo.

D'un tratto vide una sagoma avvicinarsi lentamente verso di lui e non impiegò molto tempo a capire che si trattava proprio del biondo. Aveva una maglietta bianca a maniche corte che lasciava intravedere qualche tatuaggio e Benjamin si soffermò, forse un po' troppo, su quelli posti sotto le clavicole. Sopra ad essa indossava una giacchetta in pelle e infine aveva dei pantaloni skinny che gli fasciavano le gambe -e non solo quelle- in maniera perfetta, a detta del moro. La cosa che più piaceva a Benjamin erano, però, i suoi occhi. Che gran cliché, pensò. Aveva il mare a pochi metri dal suo corpo, ma gli sembrava che quello racchiuso negli occhi di Federico, fosse il mare-se non l'oceano- più bello di tutti.

"Ehi! Come stai Ben?" si risvegliò dai suoi pensieri.
"Fè" ancora una volta quel nomignolo, non lo faceva apposta "io tutto bene, tu invece?" si era ritrovato per tanto tempo nella condizione di mentire ogni volta gli dicessero come stava, ma in quel momento si sentiva davvero bene.
"Sí, sto bene anch'io" questo non fece altro che farlo sentire meglio.

Si diressero verso la discoteca a passo lento ed in silenzio. Entrambi non si sentivano in vena di dire nulla, gli bastava stare vicini e cullati dal piacevole infrangersi delle onde sul bagnasciuga. Certi momenti non avevano bisogno di parole, il silenzio bastava per dire tutto. Questo peró ancora non lo sapevano.

Entrarono e subito un forte odore di alcool pervase i sensi del moro che, non perfettamente abituato, ebbe un piccolo giramento di testa. Al contrario il biondo, che invece era solito frequentare locali del genere. Benjamin non sapeva cosa fare...vedeva solo gente ammassata e -purtroppo- sudata. Ringraziò mentalmente Federico quando lo prese per mano. Non lo diede a vedere, ma il suo corpo fu invaso da brividi -e di certo non per il freddo-. Federico lo condusse fino al bancone della discoteca per prendere qualcosa da bere prima di iniziare a ballare.

"Ben, cosa ti va?"
"Uhm..." Non voleva prendere la solita banale lattina di coca Cola, bensì qualcosa di più forte, molto.
"Penso che prenderò una vodka alla fragola" non era da lui, ma quella sera voleva divertirsi senza pensare a nessuno -forse a qualcuno avrebbe pensato ugualmente. Federico prese il medesimo drink e insieme andarono a sedersi in uno dei divanetti in pelle rossa posti lungo la pareti. "Wow!" Esclamò Benjamin una volta mandato giù il primo sorso. Quasi si era scordato del buon sapore della vodka alla fragola e quel lieve bruciore alla gola, che un tempo lo infastidita, ora non faceva altro che rendere il drink più piacevole. Non molte volte aveva bevuto cose del genere, ma il sapore gli era rimasto impresso.

"Non ti facevo tipo da vodka! Mi sorprendi!"
"Infatti non lo sono, ma...ecco Io...Non lo so mi andava e..." lo interuppe.
"Dio Santo Benjamin! Finiscila di giustificarti per ogni cosa che fai! Ti andava e io non sono tuo padre o tuo fratello per impedirti di prenderla! Va bene, piccolo Ben?" Il suo tono era scherzoso, ma le parole serie. Gli dispiaceva che il moro si sentisse sempre in dovere di giustificarsi per ogni cosa che facesse. Lo aveva notato sin dalla prima volta: era timido ed insicuro.
"Va bene, piccolo Fè."

Quei nomignoli anteposti ai loro diminutivi, li scossero dentro la pancia.

All'improvviso, preso non sapeva da quale audacia, il maggiore afferrò il polso del biondo facendolo alzare e tirandoselo vicino. "Balliamo". E no, non glielo stava chiedendo. Non smetteva di guardarlo dritto negli occhi e quella vicinanza accelerava i battiti di entrambi.
Federico sorrise, quasi maliziosamente stavolta, e andarono a ballare.

Dannatamente attraente.
Dannatamente vicino.
Dannatamente sudato.
Dannatamente bello.
Dannatamente lui, Federico.

Non avevano bevuto molto, eppure sembrava che fossero completamente sbronzi. Il moro era comprensibile ma il biondo reggeva bene l'acool. E allora cosa lo faceva sentire così ubriaco?

Si avvicinavano continuamente -inconsapevoli- mentre ballavano e Benjamin cercava sempre di mantenere un contatto visivo con l'altro ragazzo. Il motivo per cui lo facesse non gli era noto. Sapeva solo che lo faceva sentire più sicuro. Ambiguo.

Federico si era avvicinato moltissimo e continuava ad ondeggiare con i fianchi, cosa che faceva impazzire il maggiore specialmente vedendo i pantaloni nei quali era stretto. Benjamin gli aveva appogiato le mani sui fianchi e il biondo le aveva sulle spalle del più basso. Era una situazione alquanto strana per una persona etero che ballava con un amico. Erano stretti l'uno all'altro, ma non come quella volta al parco: ora erano molto più...complici?

La musica continuava a coinvolgerli fisicamente, ma non era paragonabile al coinvolgimento emotivo che provavano in quel frangente. Federico socchiuse la bocca, e Benjamin non potè fare a meno di fissargli quelle labbra carnose. "La fine del mondo, l'inizio del paradiso" pensò. Si stavano avvicinando pericolosamente. Era tutto talmente surreale. I loro visi erano così vicini che riuscivano a far sfiorare i nasi. Benjamin sentiva il respiro di Federico sulle sue labbra, essendo poco più basso. Voleva assolutamente baciarlo, assaporare ogni centimetro di quella bocca che aveva iniziato a bramare.

L'altro, dal canto suo, non sembrava ritrarsi di un centimetro.

Erano ad un passo dal baciarsi quando il moro sentì vibrare qualcosa nella sua tasca. Maledizione, doveva tornare a casa. In quel momento realizzò ciò che stava per fare: avrebbe portato Federico in un vortice dal quale non si sarebbe mai liberato. Il biondo non si era accorto della vibrazione del telefono nè tantomeno del fatto che Benjamin si fosse allontanato. Poi aprì gli occhi -che aveva chiuso forse per accogliere meglio il bacio- e vide il moro con gli occhi tristi che scuoteva la testa.

Il maggiore lasciò Federico lì, fermo al centro della discoteca e scappò a casa, consapevole di aver rovinato tutto.
O QUASI.

We're back muggles!
Piaciuto il capitolo? Lo so, volevate il bacio but non può accadere tutto così facilmente eh eh!
Ci scusiamo per l'immenso ritardo, abbiamo avuto troppi impegni e non ce l'abbiamo fatta ad aggiornare.
Grazie ancora per le stelline o commenti e le visual, ma soprattutto per la pazienza.
A presto.

//Aurora🌚
29/03/2017

Quello che non ti ho mai detto|| FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora