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Kol non aveva ancora capito cosa ci fosse che non andava in quella cacciatrice che i suoi fratelli chiamavano famiglia. Doveva ammettere che di fare parte di quella famiglia in fondo però se lo era meritato; non si era mai tirata indietro quando era stato necessario combattere, neppure se per aiutarli rischiava la vita. Si era presa cura di Hope e aveva aiutato Hayley. Aveva anche provato ad aiutare loro quando cinque anni prima erano stati costretti a rifugiarsi in quel sonno magico per sopravvivere.

Non avevano mai legato per davvero loro due ma d'altronde non ci avevano mai davvero provato, più lui di lei ad essere del tutto onesti.

Quella sera, quando l'aveva vista girata di spalle proprio di fronte al frigo si era fermato ad osservarla; la postura di una persona diceva molto e in quel momento lei gli era apparsa insicura. Era in quel preciso istante che aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Stava parlando al telefono ma la telefonata era durata troppo poco perché potesse capire di cosa stesse parlando e con chi.

Non volevo origliare aveva mentito quando lei lo aveva visto. Volevo da bere ma tu te ne stavi lì in piedi di fronte al frigorifero e visto che stavi parlando al telefono non ho voluto disturbarti.

La donna si era scusata, poi aveva assunto un'espressione seria ed era corsa in bagno. Kol l'aveva ascoltata vomitare per almeno venti minuti, poi l'aveva raggiunta con una birra in mano e si era poggiato allo stipite della porta. "Stai bene dolcezza?"

Lei fece un grosso respiro e con difficoltà si alzò da terra e si sciacquò la bocca con un sorso di collutorio. "Sto bene" annuì. "Grazie della premura."

"Ti serve un po' di sangue?" le domandò ancora lui bevendo dalla bottiglia che aveva in mano.

Allison scosse il capo. "No. Mi serve solo che tu non lo dica ad Elijah. Si preoccuperebbe inutilmente."

Kol si strinse nelle spalle. "Come vuoi" le disse sparendo lungo il corridoio. La cacciatrice si prese un attimo e respirò a fondo, poi raggiunse la cucina dove trovò Hope ad aspettare seduta sull'isola.

"Come siamo carine" le disse sorridendole. "Stai per uscire?"

La bambina ricambiò. "Io e papà andiamo a fare una passeggiata. Anche gli altri verranno con noi. Anche tu" le disse. "Perché non sei ancora pronta?"

La donna le sistemò una ciocca di capelli sfuggita all'elastico. "Io non verrò con voi. Non mi sento molto bene e rovinerei la passeggiata a tutti."

"Stai male?" Hope allungò una mano e gliela poggiò sul viso.

"Solo un po' di mal di stomaco, credo di aver mangiato troppe caramelle" Allison fece una smorfia. "Allora, che mi dici? Stai bene?"

La sua interlocutrice rifletté per un attimo. "Sì, sono tutti molto simpatici e voglio loro già un sacco di bene."

"Sono molto felice" Allison le baciò la fronte. "Posso tornare a casa tranquilla allora."

Hope sembrò incupirsi, la abbracciò sporgendosi in avanti. "Non voglio che tu te ne vada."

La cacciatrice le disegnò dei cerchi sulla schiena con la mano. "Rimarrò per questa sera e se vorrai domani passeremo tutto il giorno insieme così verso sera ti sarai stancata di me e ti mancherò di meno" cercò di tranquillizzarla. Fu allora che incrociò lo sguardo di Klaus che le osservava da fuori la stanza. Ben presto anche il resto della famiglia lo raggiunse; tutti emozionati e pronti a passare del tempo insieme. "Vai a divertirti ora" le disse aiutandola a scendere e rimettersi in piedi.

Hope corse ad abbracciare suo padre, poi su sua indicazione lasciò casa con Hayley e il resto della famiglia, tranne lui che raggiunse Allison e le sorrise.

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