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Allison riattaccò e fece un grosso respiro preparandosi alla battaglia tra cuore e ragione più feroce che avrebbe mai combattuto. Per quanto la ragione le dicesse di rimanere lucida infatti, il suo cuore sembrava urlarle lasciati andare. Sperò di trovare il giusto compromesso tra le due cose.

"Ciao" le sussurrò Elijah, le mani dentro le tasche, l'attesa nello sguardo. "Rebekah ha detto che saresti venuta, io non ne ero certo."

"Rebekah si è presa la collana di mia madre, ecco perché era certa che sarei venuta, perché sa che la rivoglio, sa quanto è importante per me."

Lui sembrò sorpreso ma scosse poco il capo e le si avvicinò di qualche passo. "Non ne sapevo nulla, ma Rebekah non è qui al momento. Mentre la aspettiamo potremmo... parlare, che ne dici?"

"Parlare..." Allison sorrise nervosamente. "Sai, io avevo molte cose da dirti, tante cose da raccontarti. Ci pensavo e ripensavo mentre ti stavo seduta accanto su quel letto, mentre ti guardavo dormire in attesa che aprissi gli occhi" gli disse. "Poi però, quando li hai aperti, la prima cosa che hai fatto è stata andartene via senza neppure salutarmi. Con Hayley..."

Elijah aprì bocca per parlare ma lei lo bloccò con una mano.

"So cosa vuoi dirmi, vuoi dirmi che lo hai fatto per me, perché non avevi il pieno controllo di te stesso e non volevi rischiare di farmi de male" continuò. "Risparmiati la favoletta, Klaus me l'ha già rifilata. Anche Rebekah se è per questo. Peccato che io non creda alle favole."

L'Originale rimase in silenzio, la guardò andare avanti e indietro per l'atrio, inquieta, arrabbiata. Come non gli capitava di vederla spesso. La ascoltò descrivergli la sua frustrazione nello scoprire che non aveva saputo rispettarla, la sua amarezza nel rendersi conto di contare così poco per lui.

Peccato però che fosse tutto il contrario; era proprio perché ci teneva che era sparito per un po' anche se capiva che poteva non sembrare così.

"Ho finito!" esclamò infine guardandolo. "Non ho più nulla da dire. E quando Rebekah tornerà e avrò recuperato la mia collana, me ne andrò e non tornerò più qui Elijah. Quindi se hai qualcosa da dire dilla ora. La ascolterò e poi ci saluteremo per sempre."

"Ti amo" le disse lui. "E mi dispiace."

Allison fu colta alla sprovvista. Piegò poco il capo e chiuse gli occhi per un istante. "È tutto quello che hai da dire?" gli domandò.

Lui annuì. "Ti amo" ripeté. "Non voglio stare senza di te."

Lei si strofinò gli occhi con le dita e fece un grosso respiro. Si disse che era incredibile quanto magiche potessero sembrare due semplici parole se pronunciate dalla voce giusta. Per quanto provasse a negarlo per lei non c'era voce più perfetta di quella di Elijah Mikaelson.

"Se fai di nuovo una cosa del genere non te lo perdonerò Elijah" gli disse. "Se molli di nuovo la presa, giuro che me ne andrò e non mi rivedrai mai più."

"Hai la mia parola che mai e poi mai mollerò la presa, a meno che non sia tu a volere che lo faccia."

Allison rifletté per un attimo e lasciò che a parlare per lei fossero le farfalle nel suo stomaco. Con delicatezza gli passò le braccia intorno al collo e sentì ogni rabbia svanire quando la bocca di Elijah incontrò la sua.

"Zia Allison... svegliati."

La donna aprì piano gli occhi e deglutì ingoiando anche il sogno che aveva fatto. Non era del tutto certa che sogno fosse la parola esatta per descriverlo; era più un ricordo che era andato a farle visita. In fondo non era così che tutti descrivevano le cose in momenti particolari come quello che lei stava vivendo? È stato come rivedere tutta la mia vita in una specie di film professavano tutti quelli che, per un motivo o per un altro, avevano sperimentato una qualche esperienza di pre-morte. Molti di loro erano poi sopravvissuti per raccontarlo, per lei sarebbe andata diversamente, ma andava bene comunque.

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