Alec
Svegliare Eva è stato parecchio faticoso, dorme sempre come un sasso.
Non conta quanto pallide siano le prime luci del mattino, ma il rossore del cielo ignora palesemente il chiarore della sua pelle mentre sale in macchina.
Non le importa che fuori ci sia la luce, per lei è ancora come fosse notte.
Ci vuole molto prima che Eva carburi e lo si capisce dalla scarsa loquacità con cui ci immettiamo nel traffico appena fuori da Eastwood.
Io sono diverso, un tipo mattiniero.
Non amo dormire fino a tardi, più che altro sono abituato ad orari piuttosto bizzarri e a turni in ospedale che cominciano anche alle sette del mattino, il che mi rende in allerta ed operativo molto prima di quanto non lo sia lei.
Il viaggio dovrebbe durare al massimo cinque ore, quattro per come sono abituato a guidare io. Porto la macchina allo stremo, mi piace sentire quando forte e veloce il motore possa rombare sotto le spinte capaci dei miei piedi ed il mio controllo, è una delle cose che più riesce a rilassarmi.
Ho sempre amato spostarmi in auto, muovermi per ore e godermi i pezzi d'America che infrango attraverso i vetri di una quattro ruote.
È il massimo ed è spettacolare.
Spettacolare come la ragazzina che, con fare imbronciato e occhi quasi completamente chiusi, armeggia col cellulare alle sei del mattino.
"A chi scrivi a quest'ora?"
Le chiedo. Ho conosciuto qualcuno dei suoi amici, e sono sicuro che la gente che conosce abbia più o meno i suoi stessi orari.
Si tratta di universitari e festaioli, tutte persone che vivono come animali notturni.
"Devo svegliare Dom" dice in fretta continuando a digitare.
"Come scusa?"
"Non sente la sveglia, quindi gli invio un sms ogni mattina da settimane"
Tipico di Dom. Non è che non senta la sveglia, semplicemente la ignora a meno che non sia costretto a svegliarsi da qualcuno che lo chiami o che gli scriva ripetutamente.
Anche da bambini non riusciva ad abbandonare il letto. Era necessario che la nonna spalancasse le finestre, gli togliesse le lenzuola e si mettesse ad urlare perché lui capisse l'antifona.
"Parlate spesso voi due" Constato continuando a guardare la strada ma, quando lei si gira verso di me per scrutarmi con attenzione, dubito che abbia preso la mia osservazione con leggerezza.
"Non così spesso" Dice e accenna un sorriso. Le sue labbra sono ancora più piene al mattino, la sua pelle più liscia e gli occhi più stanchi. Il tutto è persino più bello senza il fondotinta ed il mascara che si ostina a mettere sempre.
I rossori delle sue guance, la discromia evidente fra i suoi zigomi e le sue palpebre, sono tutte le cose stupende e naturali che ostinatamente elimina con strati e strati di inutilità.
"Più di quanto tu non faccia con me"
Osservo con leggerezza e ridendo anche un po'. Ma lei sembra non condividere la mia ironia e assume un'espressione afflitta che quasi mi fa pentire di aver detto nulla.
"Che vorresti dire?" chiede premurosa.
"Niente. Era una semplice constatazione"
"Davvero?"
Non ci crede e non la biasimo. Non avrei dovuto dire niente sapendo quanto potesse essere sensibile sull'argomento. Credo che abbia sempre avuto il timore di approcciarsi a entrambi sbagliando i modi, i toni, la quantità e la qualità delle attenzioni da rivolgerci.
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Ashes of us
Romance"Erano un uragano che non avevo previsto, un inaspettato colpo al cuore sulla cima di un pericoloso precipizio." La vita di Eva cambiò nell'arco di qualche minuto. Un'orfana alla disperata ricerca di un senso di appartenenza che le era stato portato...