La mia stupida storia

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Ero solo io in quelle ghiacciate mura fatte di disperazione, nuda contro il muro in una pozza di sangue,terrorizzata da me stessa. Era strano come io ero arrivata al punto di farmi del male sulla mia pelle -come se non fosse abbastanza quello che mi provocavo internamente. Ogni lacrima sul mio viso era una goccia di sangue sul mio polso. Ero sola, solo sola. Avevo fatto bene a non farmi tatuaggi sul braccio sinistro. Mi guardai allo specchio ma non andava bene nulla, magra ma non abbastanza, bella ma non come le altre, troppo strana e stupida, troppo sola.

Asciugai tutto il sangue e mi fasciai il polso, andando via come se nulla fosse, come ogni disperato e fottuto giorno.

" Alex! Alex! " Udì quella voce roca e infastidita. Era mio fratello, ubriaco. Piansi. Mi chiusi subito in bagno senza fare nessun rumore, nascondendomi dentro la doccia, pregando Dio che in quel momento non controllasse proprio li dentro. La luce si accese, aprì le tende tirandomi via con forza.

" Ti prego no, oggi no, Josh"

Mi ignorò e mi portò in camera sua, mi spogliò mentre urlavo fra disperati singhiozzi. Per un'ora lui abusò di me, in quel ora pensavo al modo più facile per morire.

" Vestiti, puttana." Le parole erano così dure che mi spaventai e sentii lo stomaco contorcersi. Mia madre tornò a casa.

" Alex ti devo parlare" era la flebile voce di mia madre

" Dimmi, mamma"

eravamo sul divano, c'era una forte ansia. " Alex, sai come è morto tuo padre?" Calò il silenzio. La mia voce era impotente, muta e impaurita. " È stato investito..."

" No. Mi prenderai per pazza ma ti chiedo di fidarti di me e credermi su tutto ciò che dirò. Io e tuo padre siamo diversi."

ero muta, avevo capito subito.

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