Rivincita.

2.3K 166 6
                                    

Vidi Obscuro a pochi metri da me che mi fissava con i suoi occhi rossi.

Andai verso di lui pronta ad affrontarlo ma ricordai una cosa che Fortis mi disse mesi fa. " Obscuro è un essere che ti entra in testa e muta nei tuoi peggiori incubi"

Ma non importa. Io lo voglio, lo devo affrontare. Marciai verso di lui con l'intento di affrontarlo non ostante potesse ammazzarmi in tutti i modi possibili.

Ero di fronte a lui e solo ora mi resi conto che fosse alto. Forse più di due metri.

" Entrami in testa! Avanti! Io non ho più paura di nulla!" gli urlai

Ad un tratto non vidi più nulla. Era tutto nero, tutto.

" Nulla?" sentì una voce echeggiare.

" Nulla!" urlai

Mi vidi nel mio letto con il mio vecchio orsacchiotto. Ero tornata bambina.

Stavo fissando l'armadio. Da piccola avevo paura del mostro nell'armadio.

Vidi una mano verdastra con artigli uscire dall'armadio.

" Non ho paura di te!" riuscì a dire. La mano stava ancora lì, intenta ad uscire.

" Fatti avanti! Uccidimi! Io non ho più paura di te!" Urlai con più convinzione. Entrò in camera mio padre e la mano andò via. Papà. Mi misi a piangere.

" Papà..." dissi con le lacrime.

" Silenzio piccolina, è solo un incubo."

" Non te ne andare papà, ti prego non andare via"

" Devo andare." Mi accorsi che ero tornata una diciottenne e che era tutto buio.

" Papà, resta con me" ero un fiume

" Sei forte abbastanza per ucciderli. Per ucciderlo. Vai piccolina, sii forte."

Sparì, lasciandomi le braccia vuote.

Mi vidi allo specchio. Avevo quattordici anni. Avevo i capelli castani con le punte azzurre. Non ricordavo le punte azzurre. Mi guardavo allo specchio. Ad un tratto vidi dietro di me una ragazza. Un mostro. Era sporca di sangue. Ora ricordo: avevo "evocato" Bloody Mary. Avevo una paura fottuta che spuntasse e mi uccidesse. Tendeva la mano verso il mio petto.

" Uccidimi. Uccidimi nel modo più violento. Non ho paura di morire." Sparì.

Ero solo io in quelle mura fatte di disperazione. Ero in una pozza di sangue. Avevo il sangue ai polsi. Asciugai il sangue e mi fasciai il polso.

Udì la voce roca di mio fratello " Alex! Alex!". Piansi. Mi nascosi nella doccia pregando che non mi trovasse. Spostò la tenda ma io non mi mossi.

" Fottiti" sputai.

" Vieni immediatamente"

" No." dissi secca.

Tirò fuori il coltello e lo puntò nella mia gola.

" Taglia. Un taglio profondo. Avanti, uccidimi." dicevo.

" Ammazzami"

Tirò il coltello in aria e andò via dal bagno.

Vidi di nuovo nero. Obscuro era a terra ansimante.

" Salutami mamma" dissi tenendomi la collana. " Cecidit!"

Diventò una nube di fumo nero e tornai nel campo.

Ormai c'era solo silenzio e una distesa di cadaveri. Sentivo il respiro ansimante dei ragazzi stesi a terra

" Ragazzi" mi avvicinai a loro, accennando il più falso sorriso che abbia mai fatto in tutta la mia vita.

" È finita?" chiese Aer

Annuì con le lacrime agli occhi.

" L'hai ucciso?" chiese Leporem.

Annuì, ancora.

Si alzarono e ci abbracciammo.

" Ottimo. Proprio ottimo"

Mi girai e quei capelli verdi mi fecero piangere di gioia.

Gaudium si avvicinò a Fortis e gli accarezzò il viso.

" Era così felice. Okay, solo 15 minuti."

Mise la mano sul suo petto che fu inondato da una luce dorata.

Si svegliò e corse verso di me.

" Ho solo 15 minuti" disse

" Ragazzi vi voglio bene. Non provate a piangere o vi taglio la gola" sorrise

Mi prese il viso fra le mani e mi baciò. " ti amo tantissimo, avrei voluto poter passare molto più tempo con te. Non ti lascerò mai più sola, non sarai mai sola. Ogni notte ti prometto che sarò con te." andò verso gli altri e gli abbracciò. " Siate forti ragazzi, potete affrontare tutto se siete insieme"

" Fortis, andiamo" disse Gaudium.

Ci salutò e sparì.

Non è finita, so che Gaudium deve essere seguita.

Credi in meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora