Capitolo 7^

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Mi sveglio con un grande mal di testa a causa dell'alcool e mi guardo attorno. Era mezzogiorno e quindi ho saltato scuola. Mi alzo controvoglia e mi faccio la doccia. Esco per andare in mensa quando noto il cellulare vibrare.
Apro e vedo un messaggio: "mensa, adesso!!!"~JOSH.
Spalanco la bocca ed inizio ad avere i flashbacks di ieri sera. Cerco di non avere attacchi di panico ed inizio a fare il punto della situazione.

Allora, io ho fatto "un patto" con lui, lui deve darmi informazioni e io in cambio facevo finta di essere la sua FINTA ragazza. Ok, posso farcela in fondo devo fare solo la ragazza gelosa.
<ODDIOOOOOOOH> urlo buttandomi nel letto. Non potevo sottrarmi; ero troppo curiosa su me stessa e su mia madre.
Esco dalla stanza e vado in mensa. All'entrata c'era Luna con Erik che chiacchieravano. Lei si accorge della mia presenza e si volta con un'espressione affranta. Le sorrido e mi avvicino. Forse aveva ragione e forse, per una volta, ha usato la testa. Quindi, ho deciso di ascoltarla ma non adesso. <So che non è colpa tua ma adesso devo fare una cosa importante anzi imbarazzante. Dopo parliamo.> dico per poi andare avanti ma lei mi afferra guardandomi confusa per poi abbracciarmi che io ricambio subito. Mi avvicino al Tavolo dove era seduta Evelyn e altre ragazze con Luna e Erik che mi seguono a ruota. Adesso capisco perché aveva bisogno di aiuto: cavoli ma tutte le ragazze della scuola sono appiccicate a lui!
<Josh, ti andrebbe di venire da me sta sera?>chiede Evelyn accompagnata da uno sguardo malizioso.
<Mi dispiace ma oggi devo uscire con la mia ragazza...>dice dispiaciuto facendo seguire un silenzio di sorpresa da parte di tutti i presenti. Ma era troppo bello quel silenzio che dopo due secondi la gente ha iniziato a fare domande su chi fosse.
Adesso toccava a me fare la mia parte; prendo un respiro profondo e: Tre... Due... Uno...
<Amore.>Dico ad alta voce facendo girare tutti verso di me. <Che ci fai qui? Avevi promesso che noi andassimo a pranzare fuori.> Dico in modo triste. Lui mi guarda e mi sorride. Vedo tutti guardarmi sconvolti ma io non li calcolo e noto di essere troppo lontana da Josh. Decido di avvicinarmi un po di piu e apro bocca:<Andiamo?> chiedo facendo la impaziente. Lui si alza per poi avvolgermi il braccio sulla schiena. A quel contatto sussulto.
<Hai ragione. Scusami per il mio ritardo. Dove vuoi andare?> dice sorridendomi. Stavo per rispondergli se non fosse che la ragazza riccia dello sgabuzzino non si pone davanti a noi.
<Josh, oggi mi avevi detto che facevamo i compiti insieme, vero?> dice facendo gli occhi dolci. Prima che lui potesse rispondere faccio il segno di no con la mano.
<Tu sei Carolina della classe 5^, giusto?> chiedo in cagnesco e lei annuisce.
<Come fa una ragazza dell'ultimo anno ad avere bisogno di uno di quarta? Ti darò due consigli: primo cercati un insegnante di ripetizioni e secondo sparisci dalla mia vista altrimenti ti farò sparire io> dico minacciò facendola rabbrividire e sconvolgendo tutti e specialmente Luna.

Successivamente guardo Josh e sorrido. <Che ne dici di mangiare in quel bar della scorsa volta?> chiedo dolcemente.
<Va bene piccola.> dice per poi avviarci verso l'uscita.

Appena usciamo dalla scuola completamente, urlo e mi scosto dal braccio di Josh.
<Per colpa tua Evelyn mi ucciderà insieme alle altre. Accidenti a me e ai patti!> dico agitatamente.
<Sei stata brava, non pensavo che avresti fatto così bene la parte della fidanzata Satana.>dice applaudendo. Lo fulmino con lo sguardo e lui alza le mani in segno di arresa.
<È colpa tua.> dice di nuovo e io lo guardo male, <Avresti potuto accettare. Prima prendevi alcune informazioni e poi al momento in cui io avevo bisogno di te sparivi, ma tu non l'hai fatto.> spalanco gli occhi a quello che ha detto. <Quindi ci sono tre possibilità: o sei troppo stupida o sei troppo leale oppure...>dice per poi fare una pausa. <Oppure...?>dico invitandolo a continuare.

Si avvicina a me e si abbassa alla mia altezza. <Oppure ti piace avere l'onore di essere la mia ragazza.> dice sussurrando e io non faccio a meno rabbrividire.
<Vacci piano, tu non mi piaci. Forse avrei potuto farci un pensierino il primo giorno ma dopo averti conosciuto mi hai fatto schifo.> dico disgustata incrociando le braccia. Lui mi squadra all'alto al basso con un ghigno.

<Quindi significa che non ricordi...>dice malefico. <Che cosa dovrei ricordare?>chiedo confusa.
Mi prende per il polso per poi camminare verso il parcheggio. Stavo per un urlare però noti che alcune ragazze ci avevano seguito.

Seriamente, ma chi me l'ha fatto fare? Ci ritroviamo davanti ad una bella vettura e lui mi invita ad salirci in essa.
<È tua?>chiedo indicandola e lui annuisce. Arresa, salgo sapendo che se fossi tornata a scuola sarei stata uccisa.
<Allora dove vuoi andare?>chiede mettendo in moto. <Ad un bar.>rispondo con non curanza.
Partiamo senza parlare per un tempo indeterminato poi decisi di rompere il ghiaccio. <Avevi detto che se in caso ti avessi aiutato tu mi avresti detto cosa sono.> lui si gira verso di me poi tornare a guardare la strada.
<Come ti ho detto io sono un dominatore. I dominatori sono delle esseri simili agli umani ma che hanno un grande legame con la natura. Così grande che alcuni di questi elementi, acqua, terra, fuoco e aria, hanno deciso servirci. Tutti i dominatori puri sangue, cioè figli di genitori entrambi dominatori, hanno la capacità di controllare tutti e quattro gli elementi ma solo uno o due elementi riesci a controllarli bene. Per esempio, io controllo l'acqua e il fuoco ma posso controllare la terra e l'aria fino ad un certo punto.>dice poi far tornare il silenzio.
<È quella cosa che era uscita dallo specchio?> chiedo. Lui sbuffa per poi dirmi di scendere. Lo guardo confusa finché non mi rendo conto di essere arrivata in un bar ristorante delle mia città natale.
Scendo per guardare la struttura e vedo che niente è cambiato nemmeno una cosa era cambiata.
<Senti offro io il pranzo in cambio non voglio sentire nessuna domanda.>dice facendomi cadere dalle nuvole.
Lo seguo subito per bloccarlo. <Quando mi risponderai?> chiedo implorante. Lui piega la testa <Dopo aver digerito, ho lo stomaco sensibile.> risponde per poi camminare.

Entriamo e troviamo posto. Ordiniamo qualcosa e dopo poco tempo arriva subito.
Al primo sorso di the capisco che era caldo e quindi faccio una smorfia.
<Quando ti ho detto di non parlare non ho mica inteso che tu potevi fare smorfie disgustose.>dice guardandomi. Cercando di riprendere la mia compostezza rispondo <Scusa, è solo che a me non piace bere il thé caldo ma non importa.>. Aspettate un attimo, per caso sto cercando di giustificarsi da quel tipo. Seriamente, sto impazzendo.

<Dammelo.>dice prendendo il mio bicchiere. Stavo per ribattere se non fosse che lui me lo restituisce subito.
Bevo un sorso e noto che era freddo e, sconvolta, mi giro lentamente verso di lui mentre lui ricambia il mio sguardo sorridendo.
I suoi occhi era più ghiaccio del solito e li risaltava la sua carnagione. Per quanto avrei rifiutato non posso non dire che lui è un bel ragazzo e capisco perché le ragazze fanno a gara per lui. Ma poi se sapessero che lui ha un carattere da schifo ed è capace di far apparire fuoco dove non c'era forse cambierebbero idea.

<Hai finito?>chiede per rifarmi svegliare.
<Perché?... Volevo dire, da cosa?>dico balbettando. <Di guardarmi, sennò finirai per consumarmi.>risponde con un sorriso beffardo.
<Quanto sei narcisista.> Dico sbuffando. Finii di mangiare ed iniziai a pensare alla mia infanzia. Ogni sabato venivo qui insieme ai miei genitori ma dopo la sua scomparsa smisi di venirci ma sono felice di essere tornata.
<Come va?> chiede guardando il vuoto. <Sopravvivo.>rispondo senza pensarci due volte.

Appena finimmo di mangiare tornammo in macchina e inizio a guardarmi in modo strano.
<Cos'hai? > chiedo confusa e lui di scatto sorride.
<Sto pensando a quello che hai fatto ieri... >risponde vago.
<Non mi sembra di aver fatto qualcosa di anormale ieri.>affermo.

Siamo tornati a scuola e andai subito nei dormitori per riposarmi. Mi sdraiai sul letto e apri il libro che non avevo ancora finito dopo aver letto quella pagina strana.
Ma non appena iniziai a leggere m ricordai quello che era successo. Urlai come non mai. Ieri non appena finito di bere la terza lattina di birra avevo iniziato ad abbracciare Josh e pefino vomitato su di lui.

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