capitolo 8^

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<Astrid, la prossima settimana ce ne andremo via.>dice guardando il vuoto. Mi volto di scatto per capire se stesse scherzando ma era tutto fuorché finzione.
<Perché?>chiedo balbettando. <Io sono un cacciatore di taglie: catturo i dominatori del nostro clan per poi portali in giudizio. Ma ci sono altri cacciatori che sarebbero capaci di catturare gli ibridi per poterli venderli al mercato nero. Le persone ibride hanno il cosiddetto dono di controllare tutti gli elementi e forse anche sono più forti. Per proteggerti devi diventare membro effettivo della comunità così che loro non possano toccarti.> dice in modo insensibile. Faccio una smorfia di disgusto e mi alzo uscendo dal bar della scuola.

Lui mi segue dopo aver preso la bottiglia d'acqua e poi mi afferra il polso facendomi girare.
Cerco di liberarmi dalla presa ma lui stringe di più facendomi fare una smorfia di dolore. I suoi occhi avevamo cambiato colore diventando di un verde brillante.

Mi blocco all'istante e come se non bastasse prende anche l'altro braccio.
<Mollami! Sennò giuro che mi metto ad urlare finché non arriva qualcuno!>dico senza ribrezzo.

<Come puoi urlare più di quando stai facendo adesso?>urla di rimando facendomi sussultare.
<Vuoi fare la stessa fine di tua madre per caso?>dice facendomi tremare le gambe. Sembrava che ci fosse un vuoto tra me e il mondo.

<Affinché tu e tutte le persone a te care stiano bene dovrai fare questo sacrificio.> afferma cercando di calmarsi.
<E quindi significa che dovrò abbandonare papà>dico cercando di trattenere dalle lacrime. Annuisce per poi mollare la presa.

Driiing mi sveglia di colpo sudata e con il cuore che voleva uscire dal petto. Ero sollevata dal fatto che era solo un sogno ma allo stesso tempo avevo un brutto presentimento.
Guardai l'ora e vidi che erano le cinque del mattino. Decisi di alzarmi sapendo che non sarei più tornata a dormire.
Andai nel campo sportivo osservando le foglie diventare secche e sentendo gli uccellini cantare.
Iniziai a correre accompagnata dalla musica del mio fidato cellulare.

Dopo non so quanti giri mi sedetti su una panchina e chiusi gli occhi per il sole. Stavo bene in quel silenzio.
Ad un tratto, però, il mio cellulare squilla e io controvoglia rispondo senza guardare che sia.
<Pronto?> dico.
<Se volevi correre potevo dirmelo che lo facevamo insieme.> dice c'è una voce che pareva Kevin; iniziai a cercare con gli l'interessato e lo trovai seduto per terra con la schiena appoggiato su un albero. Come sempre pareva solare e con la maglietta bianca gli dava un non so che di angelico. I suoi capelli castani e gli occhi argentei contrastano i vestiti che indossa ma forse erano le sue sfumature a renderlo sublime.

Si alzo da terra è si avvicinò a me. Era sempre gentile anche quando ero sgarbata con lui. Già, mi sentivo in colpa quando avevo iniziato a frequentare questa scuola lui era stato un ottimo tutor e mi mostrava sempre comportarmi in differenti situazioni. E invece io cosa restituisco? Niente se non un affetto quasi fraterno e non quello che desiderebbe. Se lo facessi mi sentirei falsa nei suoi confronti e lo ferire tanto.

<Ormai solo le 6 e un quarto e quindi dovresti andare a fare una doccia.> dice accarezzando le mie ciocche sudate. Annuisco e gli sorrido teneramente. Lui ricambia subito il mio gesto con pizzicotto gentile sulla mia guancia. Era bello sapere che c'era qualcuno che possa fidarmi senza possa trasformarmarmi in un cubetto di ghiaccio per noia.

Ci avviamo verso l'istituto quando Kevin si ferma improvvisamente e io faccio lo stesso. <Senti...>dice per poi fare una pausa; io faccio di segno di continuare e lui riapre bocca <Tu e Josh state veramente insieme?> . Ci volle più di un secondo per poter elaborare la domanda. Avevo intenzione di dire di no ma se lo facevo non avrei avuto più le informazioni che desideravo da Josh/Vernon. Come sono finita in questa situazione imbarazzante? Persino io non lo sapevo. guardo timidamente gli suoi occhi che bruciavano dalla curiosità che li avvolgeva. Mi morsi il labbro inferiore pentendomi subito di averlo guardato. Mi sentivo ancora più a disagio quando, inaspettatamente, un braccio avvolge le mie spalle. Di scatto, mi volto e incrocio quegli occhi che rappresentava una foresta ghiacciata.

Vernon, o come lo chiamano tutti Josh, mi riserba il suo solito sorrisetto da quattro soldi che non oso nemmeno ricambiare in qualsiasi modo. <Non pensavo che fossi mattiniero, Josh...> afferma con un tono di voce quasi irritata Kevin e mi fa tornare nel mondo reale. 

<Solo perché passavo le grandi notti, non significa che sempre dormo il giorno seguente.> afferma Vernon con le spallucce. Io scrollo le spalle ma allo stesso ero sollevata. Mi ha fatto evitare di rispondere alla domanda di kevin.

<Perché "passavo" e non "passo" queste grandi avventure?> chiede ma non riesco a capire se è ironia o sfida? sentivo l'aria diventare più pesante e i loro muscoli irrigidirsi. Avevo la preoccupazione che tra un momento o l'altro si scannassero. Però vedo Vernon sciogliersi e sorridere. <Mi hai beccato.> dice per poi afferrare il viso e appoggiare le sue labbra vicino alle mie di poco. il mio cuore inizia a battere all'impazzata a quel gesto. Forse è perché non me l'ho asppettavo oppure era quel tocco, diverso dagli altri che ho avuto in precedenza, ad avermi messo in pausa la mia testa. <Come posso non passare queste avventure se ho lei?> chiede mentre lo fissa come se lo volesse eliminarlo dalla faccia della terra. Kevin copre il suo volto con la sua mano. Quando la ritrasse, indirizza lo sguardo verso di me, impotente dalla situazione e apre bocca.  <Ho avuto la risposta che desideravo anche se volevo sentirlo da te.> dice prima di andarsene.

Quando la sua figura è lontana, mi giro verso Vernon con un' occhiata severa. Lui mi rimanda uno sguardo confusa. Continuo a guardarlo male finché non decide di aprire un discorso. <Pensa al lato positivo. Avrei potuto trasformato in un falò oppure in una statua di ghiaccio.> dice facendo l'angioletto. Spalanco la bocca alla sua affermazione; <Tu non sei normale. Da quanto visto, non ti puntato un mitra...quindi non dovresti avere questi pensieri. E poi come ti è saltato in mente di baciarmi?> dico appoggiando la mano sulla guancia per poi ritrarla subito. <Cazzo, mi hai pure lasciato la tua saliva. Adesso verrò infettata dalla tua psicopatia.> dico schifata. Lui inizia a ridere rendendomi ancora più irritata di prima. Ad un tratto mi afferra e mi trascina per terra insieme a lui. Mi intrappola con il suo corpo sopra di me e le sue braccia ai lati. Non sapevo come reagire e non capivo il motivo per cui l'abbia fatto. Sposta una mia ciocca ribelle mentre parla, <Mia piccola Astrid, preferisco quando non parli di quando lo fai.> dice con gli occhi indecifrabili. Stavo per ribattere ma lui prontamente mi interrompe <Tu mi trovi insopportabile oppure non riesci ad ammettere di avere una certa attrazione verso di me? vuoi respingermi ma non ci riesci veramente, vuoi assaggiarmi ma non avvelenarti, giusto?> dice quasi come se sapesse cosa il mio subconscio vorrebbe dire ma che io fermo prima che mi porti alla pazzia pura. Ma il orgoglio non aveva intenzione di lasciarlo soddisfatto della suo ascendente. Appoggio la mia mano sulla sua guancia e come avevo previsto fa uno sguardo interrogatorio. <Vernon, non  è che la persona che ha un interesse verso l'altro sei tu?>chiedo parlando sottovoce; <In fondo sei stato tu ad avermi chiesto di essere la tua finta fidanzata... quindi non ti biasimo se dentro di te lo voleva.> dico seria e lui si tira su permettendomi di alzarmi a mia volta. Emise una leggera risata che mi confuse. <Brava, non ti fai più condizionare. Comunque prepara le valige che sta sera ce ne andiamo da qui.> dice facendo realizzare quello che temevo di più.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 03, 2017 ⏰

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