"Viene la notte, la notte nera,
Con ali di corvo vola leggera...
Viene la notte, la notte scura
E viene l'uomo che fa paura!"
Il cigolio arrugginito delle catene di un'altalena mossa dal vento la svegliarono ancora.
Sospirò voltando lo sguardo verso il comodino.
00.02
Si tirò su a sedere presa alla sprovvista.
Il cuore le martellava rumorosamente nel petto.
Com'era possibile che fosse passato soltanto un minuto da quando aveva richiuso gli occhi?
Improvvisamente sentì freddo.
Il respiro affannato creava nuvole di vapore ghiacciato, pronte a spaccarsi in mille aghi affilati se le avesse sfiorate.
Spalancò gli occhi.
Non era più sola.
Lo sapeva.
Non voleva voltarsi verso la finestra.
Non voleva, ma doveva.
Deglutì a fatica girando lentamente la testa in quella direzione.
Tremò alla vista di quell'uomo seduto sulla poltrona di fronte al letto.
I gomiti appoggiati sulle ginocchia. Lo sguardo fisso su di lei.
Era terribilmente bello.
E oscuro.
E...
Non sapeva bene cosa.
Quegli occhi.
Verdi e profondi come buchi neri, si inchiodarono dentro i suoi impedendole di muoversi.
Di respirare.
Non dipendeva più da lei.
Ma da Lui.
Chi era Lui?
Un sorriso feroce illuminò crudelmente quel viso apparentemente perfetto.
Iniziò a canticchiare sottovoce.
Ogni parola sembrava arrivarle addosso, trafiggendola.
Penetrandole la carne con violenza."Ninna nanna, Ninna oh, questa bimba a chi la do?
La darò all'Uomo Nero che la tenga un anno intero.
La darò all'Uomo Bianco che la fotte finchè è stanco
La darò al gatto briccone che la mangia in un boccone.
Ninna Nanna, Ninna oh, questa bimba a chi la do?
Ninna Nanna, Ninna oh, credo proprio la terrò!""Hai capito chi sono adesso Giorgiana?" Le domandò con finta dolcezza, inclinando leggermente il viso.
Gli fece cenno di sì con la testa.
Lo aveva capito?
Sì.
Chiuse gli occhi terrorizzata, portandosi le mani alle orecchie.
Aveva ricominciato a cantare quell'odiosa melodia.
Voleva che sparisse.
Non lo trovava più così affascinante.Il cigolio arrugginito delle catene.
L'altalena mossa dal vento, dondolava rumorosamente.
Spalancò gli occhi sollevandosi.
Le mani tremanti sulle tempie.
Si voltò verso l'orologio.
00.02
"Non di nuovo, non di nuovo, ti prego!"
Freddo.
Gelido.
Dentro la pelle.
"Giorgianaaaaa" L'ultima vocale allungata di proposito con fare beffardo.
Puntò lo sguardo sulla poltrona.
Era lì.
Terrificante.
Bellissimo.
I gomiti appoggiati sulle ginocchia.
Le dita intrecciate.
Un sorriso ironico curvava quelle morbide labbra.
"Ti tengo un anno intero, Giorgiana. E faccio di te ciò che voglio!" Disse con voce suadente, passandosi la lingua con lentezza sul labbro inferiore e rendendo chiari i suoi intenti.
Giorgiana sentì le gambe diventare molli, se non fosse stata sul letto sarebbe caduta per terra. Un fuoco di puro piacere incendiò le sue viscere.
"So che mi vuoi." Le sussurrò, scandendo attentamente ogni, singola parola "Non sai però quanto io voglio te..."
Il suono della sua voce rischiò di farla impazzire.
Iniziò a tremare.
Ma non solo per il freddo.
Voleva fuggire.
Ma prima doveva toccarlo.
Sfiorare quel viso, annegare dentro quello sguardo.
Sentire le sue labbra sulla pelle.
I denti affondare nella carne.
E...Spalancò gli occhi.
Madida di sudore.
"Merda".
Si tirò su di controvoglia.
00.02
Il cigolio di quella dannata altalena rimbalzava tra le pareti della stanza come i rintocchi di un orologio invisibile.
Insopportabile.
"Lo so che sei ancora qui." Disse ad alta voce senza voltarsi.
"Dove dovrei andare Giorgiana?"
"A farti fottere per esempio..."Sospirò esasperata.
Il suono intenso della sua risata la travolse come un'onda impazzita.
Non riuscì a trattenersi.
Gli occhi lo cercarono, trovandolo ancora una volta lì, seduto. Le dita intrecciate. Lo sguardo attento a ogni movimento.
Una bellezza inquietante e minacciosa.
Talmente perfetta da non sembrare di questo...
Mondo.
"Ti porterò via Giorgiana. Per un anno intero!"
"E se non volessi?"
"Vorrai"
"Cosa te lo fa pensare?"
"Mi appartieni. Dunque faró di te ciò che desidero" Finalmente si sollevò da quella poltrona e solo in quell'istante Giorgiana si rese conto che non aveva le gambe dalle ginocchia in giù.
La sua figura andava sfumando fin quasi a scomparire come se librasse nell'aria.
Allungò una mano verso di lei.
"Vieni..." Ordinò.
Lo fissò confusa. Non voleva. Non apparteneva a nessuno.
Eppure era combattuta.
"Ho detto vieni!" Il viso perfetto contratto in una smorfia di completo disappunto.
Sembrava furioso.
Sembrava... preoccupato.
Aveva... paura?
"Vieni..." Ripetè. Una nota di incertezza vibrò nella sua voce.
Improvvisamente un ricordo sembrò sbocciare nella sua memoria invadendole i sensi di un delicato profumo.
"È talmente solo che vaga disperato alla ricerca di qualcuno che stia con lui."
"No." Gli disse con fermezza, rifiutando la sua mano.
Vide le pupille del giovane dilatarsi all'estremo.
La mano lentamente ritirarsi.
"No!" Disse ancora con convinzione.
Un velo di tristezza si posò sullo smeraldo di quello sguardo.
La fissò per un lungo, interminabile momento.
"Non voglio rimanere solo..." Le confessò.
"Allora cercami in un sogno, non dentro il tuo incubo nero!"
Incredibilmente le sorrise avvicinandosi con lentezza al suo viso.
L'aria sembrò congelarsi all'istante in piccoli cristalli di luce.
Le fredde dita sottili si posarono lievemente sul suo braccio sinistro.
Brividi di piacere iniziarono a correrle lungo la schiena.
Gli occhi verdi dentro i suoi grigi.
Di nuovo un sorriso appena accennato.
Labbra che si sfiorano.
Una promessa sussurrata.
"Allora tornerò"Spalancò gli occhi.
Il cigolio arrugginito di quella dannata altalena si infrangeva dolorosamente dentro la sua testa.
Si sollevò passandosi nervosamente le mani tra i capelli.
L'orologio segnava le 00.02.
Le venne da ridere.
Sentiva ancora il sapore di quel bacio e quel dolce profumo nell'aria.
Poi qualcosa sul braccio sinistro attirò la sua attenzione
Linee di inchiostro intrecciate in profondità
Un piccolo fiore era sbocciato sulla sua pelle.
Bellissimo.
Perfetto.
"Non-ti-scordar-di-me"
Forget me- not.
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Forget Me - Not
General FictionQuanti incubi è capace di combattere l'animo umano? Quanti dolori e quante cicatrici siamo in grado di sopportare? Le vite di Lucrezia e Giorgiana si scontreranno, trascinandoci dentro l'abisso di una notte , lunga e oscura, in cui tutti i mostri...