Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale...
Harry sa che i passi dietro di lui appartengono a Louis senza neanche voltarsi a controllare. Quindi rimane con lo sguardo puntato sulle onde del mare, mentre l'amico si siede al suo fianco borbottando qualcosa di simile a "Dovrai comprarmi un nuovo paio di scarpe, Styles, per tutti i chilometri che mi fai fare". In effetti, quel posto è un po' isolato dal resto della città. Lui e Louis di solito ci arrivano con la macchina, la parcheggiano al margine della strada e camminano finché i loro piedi non toccano la sabbia bagnata.
La collina su cui si appostano solitamente non è ripida né troppo alta, ma Harry sa quanto Louis odi camminare sui sassi che costeggiano il mare di Brighton.
-Dovresti davvero buttare quella maglia, Harold- scherza il liscio, per poi togliersi le scarpe e poggiare le gambe su quelle di Harry. -Si vede ancora l'alone di cioccolato.-
-Per colpa tua, aggiungerei.-
Louis alza gli occhi al cielo con uno sbuffo, poi gli afferra le mani e le poggia sui suoi piedi. -Massaggia e stai zitto- ordina -Ho riparato a quell'errore dopo i primi due chilometri.-
Harry ride divertito, cominciando a passare delicatamente le dita sulle piante dei piedi di Louis.
-Che succede, Haz?- domanda l'amico, improvvisamente serio -Come mai mi hai chiamato?-
Il riccio scrolla le spalle, lo sguardo ancora fisso sul mare sotto di loro e i capelli che cominciano a prendere il sapore della salsedine. -Avevo solo voglia di vederti.-
-Lo so che senza di me moriresti di tristezza, Harry, ma finché siamo insieme vorrei vederti sorridere- soffia Louis, sul volto la solita espressione attenta e cauta che assume ogni qual volta si tratta di Harry. L'amico lo rimprovera spesso, in effetti, perché "Non sono di vetro, Lou".
Il fatto è che a Louis prendersi cura di Harry viene spontaneo. Controllare che i suoi sorrisi raggiungano gli occhi e siano provvisti di fossette; portargli i muffin al cioccolato la mattina e quelli al mirtillo il pomeriggio; assicurarsi che non gli accada mai niente di brutto, e se accade restargli accanto e stringerlo fino a fargli dimenticare di qualsiasi cosa che non sia il calore familiare delle sue braccia.
-Sei mai stato innamorato, Lou?- gli chiede all'improvviso senza neanche guardarlo, gli occhi persi a scrutare qualcosa che Louis non riesce ad afferrare.
Succede, ogni tanto, che il riccio si allontani dalla realtà per un po'. Quando erano al college, per esempio, rimaneva per giorni interi chiuso nel suo minuscolo appartamento a studiare, oppure si appostava sotto un albero a caso, con gli occhi chiusi, le cuffie nelle orecchie e tutto il mondo fuori. Louis sembra essere uno dei pochi –se non l'unico–, che riesce a scalfire leggermente la bolla di sapone con cui Harry sente il bisogno di proteggersi. A volte, forse, quella bolla è proprio Louis.
-Se fossi mai stato innamorato lo sapresti, Haz- soffia infine, consapevole della piccola bugia appena detta.
Harry sbuffa una risatina amara, prima di sussurrare: -In realtà no.-
-No cosa?-
-No, non penso che lo saprei- spiega.
Louis aggrotta le sopracciglia in un'espressione confusa, poi afferra il mento dell'altro tra le dita e lo costringe a voltarsi verso di lui.
-Cosa vuoi dire?- domanda piano.
Il riccio sospira e stringe le labbra in una linea triste, prima di avvicinarsi maggiormente all'amico. Louis allunga le gambe, quindi, e le lascia pendolare oltre la collina, permettendo che il fianco di Harry si attacchi al suo.
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Friends shouldn't kiss me like you do | Larry Stylinson
Fanfiction"Harry e Louis si sono dedicati giornate di sole, pezzi di pelle e battiti di cuore. Ed Harry sa poche cose di come funziona il mondo. Ultimamente ha cominciato a perdere il controllo anche su tutto ciò che riguarda la sua vita. L'unica certezza che...