Capitolo 1: Dhampir e Moroi

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I raggi del sole settembrino s'insinuavano oltre la coltre di nubi grigio perla che copriva il cielo. Clarke le osservò per un istante, chiedendosi se fossero dense di pioggia, se avvicinandosi avrebbe potuto sentirne l'odore, l'umidità, il fresco.Clarke amava la pioggia. Clarke amava la neve. Clarke amava i cambiamenti, la freschezza, la novità. Il carattere mutevole del tempo aveva sempre avuto fascino per lei.Sorrise, le sarebbe piaciuto poter uscire all'aperto e sentire la magia fluire nelle vene, l'aria carezzarla e spingerla fino al cielo, allora sì avrebbe potuto sentire il sapore della pioggia.

Dalle nubi alle labbra.

**

-Woods! Woods, fermati!- La voce di Anya era poco più di un sussurro, ma era tanto imperiosa da aver congelato ogni fibra del suo corpo. Si voltò di scatto verso la sorella, fasciata nella stretta divisa del corpo docente della St. Vladimir. La giacca grigia, recante il simbolo dell'accademia, era tre taglie più grande di lei, ma era la giacca del padre e Anya non aveva voluto che l'Accademia gliene consegnasse una nuova. Voleva indossarla per ricordare sempre l'unico motivo per cui aveva scelto quella carriera.-Si, sorella?- bisbigliò Lexa, cercando di non svegliare Aiden, che dormiva nella culla di legno laccata di bianco, con un pollice in bocca e il ciuccio azzurro abbandonato tra le lenzuola di lino.

-Domani.- rispose Anya, con quello sguardo, le sopracciglia castane arcuate e le labbra strette in una linea sottile arricciata verso l'alto, che Lexa, dopo quindici anni, ancora non sapeva se definire rassicurante o terrificante.

-Domani.- sospirò Lexa.


Anya aprì la portiera dell'Audi nera, afferrando il borsone sportivo blu e la valigia marrone della sorella, mentre la ragazzina sgusciava fuori dall'abitacolo del veicolo e assicurava il borsone alla spalla.

La St. Vladimir era un immenso castello gotico che svettava nel cielo diurno, beandosi dei raggi dorati che si riflettevano sulla pietra grigia e sulle vetrate colorate. Un paio di corvi erano aggrappati alle guglie affilate e guardavano giù, verso il parco, la folla di studenti che si riversava nell'edificio. L'aggettivo che più calzava alla St. Vladimir era, senza alcun dubbio, tentacolare: l'accademia, circondata da ampi cortili e camminamenti racchiusi da cancellate in ferro battuto, si sviluppava tra un campus principale, per tutti i Novizi, sia Dhampir che Moroi, e un campus secondario, ad uso degli studenti più grandi.Il campus secondario era inoltre diviso tra classi inferiori e superiori, e la logica architettonica, comune al campus principale, prevedeva un'ampia struttura in pietra dotata di un arioso cortile quadrangolare dominato da querce secolari.Il campus secondario superiore si divideva in due aree, destra e sinistra, a destra era possibile trovare le strutture per lo studio, a sinistra invece vi erano la palestra e il dormitorio dei Dhampir.

L'Accademia, in mille anni di storia, aveva raccolto e formato grandi personalità della comunità Dhampir e Moroi: la St. Vladimir era una delle più autorevoli Accademie mondiali e vi si erano formate ben quattro delle Regine dei Moroi e negli anni precedenti avevano visto diplomarsi Indra e Alexander Woods, due dei più grandi e famosi Dhampir che il mondo avesse mai conosciuto, entrambi assunti al servizio della famiglia reale e morti difendendo il principe Rufus Zaklos e la nipote, Emma.

Secondo la maggior parte del corpo studentesco, nonché dei docenti, il nome di Lexa Woods avrebbe raggiunto una fama mai vista. Erano milioni gli occhi che la osservavano mentre, oltrepassato il muro del cancello nero e salutata la sorella maggiore, Anya, con un formale cenno del capo ed una stretta di mano, per poi voltarsi verso il viale principale, si insinuava tra le grosse querce e i pioppi, evitando i futuri compagni e nascondendosi tra gli ampi cespugli.

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