attendi

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Si tramuta all'improvviso
ecco, vedi, tace.
Leggermente si dipana
più giù e lentamente,
come biscia in autunno
infreddolita all'ultimo tepore.
Poi s'innalza
vagito sordo verso sera,
impervio come vetta scoscesa.
In alto la luna è immota
langue,
par temere ogni silenzio.
A ogn'ora è qui
vicino alla salita,
al pertugio così aspro
e si torna indietro come un'eco
tra le pietraie laggiù dove non giunge.
Nessuno è così dissimile
o forse è il grigio autunno
meno atteso è inopportuno,
è palese,
è lo spirito che si sofferma
in ulteriore indugio.
Taci dunque,
vivi lieve questo giorno.
Il perché lo sai,
siamo di poco solco
ed è di questa terra il segno magro,
perché se si sopprime questa mano
non sarà un germoglio,
non vi sarà virgulto ad attendere
nel misero ritrovo.

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