frangenti

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È un formicolio di pensieri
che colano come una resina di pino
disturbando la triste cicala.
Esausta l'estate s'accascia
su un litorale schiantato da una notte
di onde tragiche.
È là, fuori,
dove si potrebbe credere
che ormai tutto s'inabissa
che il mare non dimentica.
Semmai cancella sulla sabbia
ogni traccia di cosa saremmo
potuti essere,
lasciando soltanto quello
che siamo diventati.
Così il granchio s'affossa
ignorando lo scoglio che la marea
ha inghiottito.
Come se la rotta, ormai decisa,
non avesse più un timoniere,
smarrito nello squallido bar
di un anonimo porto.
Ecco che stanno arrivando,
gabbiani e uomini a banchettare
sul salasso del mare.
C'è nella sabbia tutto quanto
il mare rigetta, come un ubriaco
che ha superato ancora il suo limite.
È un rumore,
un suono, un'angoscia,
che si perde nei rivoli
dell'ultimo frangente.

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