Chapter two

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Lunedì, ah, il lunedì. Ho sempre odiato questo giorno perché apre l'inizio di una nuova settimana, apre l'inizio dei doveri dopo un weekend di riposo, ti costringe a svegliarti prima dopo due giorni passati a godersi il letto al massimo. D'altronde però, non si può pretendere di rimanere a riposo per il resto della vita.

Dopo aver terminato i miei turni in ufficio decido di andare a mangiare da Patsy's, poiché non ho la minima voglia di cucinare con tutti i documenti da riordinare.
Faccio la mia solita entrata toccante, con la borsa aperta poggiata su una spalla e un quaderno pieno di fogli sulla mano destra mentre con l'altra reggo il mio cellulare. Mi accomodo al primo tavolo libero, appoggiando la borsa alla mia destra e le mie cose alla sinistra... Prendo il menù per scegliere cosa prendere, cercando con lo sguardo qualcosa che faccia per me in quell'enorme elenco. Arrivo alla conclusione di prendere la pasta alla marinara e una "house salad", lasciando appuntarlo su un block notes al cameriere.
Nell'attesa prendo i fogli che stavo sistemando e completando, riprendendo a fare quello che ho interrotto.
Dopo non molto arriva il mio pranzo, così inizio a mangiare e contemporaneamente appunto delle informazioni su un quaderno, creando collegamenti sulle svariate possibilità di aumento e calo. Una volta finito il lavoro da concludere e la pasta ripongo il quaderno disordinato con tanto di fogli che escono da un angolo e l'altro nella borsa. Inizio ad uscire fuori il mio amato tacquino, mentre addento l'insalata.
«Siamo indaffarati oggi?» Una voce famigliare mi fa sobbalzare leggermente.
Mi giro, avendo la conferma che sia Cole e gli rivolgo un sorriso. «Ciao»
«Posso unirmi?»
Annuisco, riportando lo sguardo sull'insalata mentre si siede.
«Giornata 'no'?»
Sbuffo, come se potesse intuire la risposta senza specificazioni.
«Quando si dice "amore incondizionato" per la vita si intende esattamente questo»
«Prova soltanto a sostituire la parola "amore" con "odio"» Lo guardo, seria.
«Ook, ho capito... Non sei tanto in vena di cogliere l'ironia dopo aver sistemato montagne di fogli e informazioni varianti per il lavoro» ridacchia.
«No, perdonami. Appena parte la settimana cambio improvvisamente umore, il lavoro mi stressa più di quanto possa sembrare... Per fortuna non ho turni serali come prima perché mi sono organizzata con le spese, non ne potevo più» Prendo un respiro, riprendendo a mangiare.
Annuisce e sospira, rivolgendomi uno sguardo comprensivo. «Questo sono io?» Lo sento chiedere, avendo indubbiamente notato il tacquino aperto.
Mi maledico mentalmente, talmente ero distratta che ho dimenticato di chiuderlo prima che potesse vedere i miei disegni e, soprattutto, il suo "ritratto" di ieri. Lo chiudo di scatto, mettendolo via e arrossendo sicuramente il doppio di quanto abbia fatto il giorno precedente. Abbasso lo sguardo sull'insalata, addentandola velocemente.
Ridacchia, rendendosi conto del mio imbarazzo. «È meraviglioso, davvero. Hai un dono... Mi hai rappresentato persino meglio di come sono nella realtà»
«G-grazie...» Balbetto, ancora imbarazzata dalla situazione.
«Ma sbaglio o mi avevi detto che disegni soltanto le meraviglie della natura?»
«Mh, mh...» Mugolo, annuendo e ingoiando l'ultima forchettata d'insalata.
«Oh, quindi io sarei una di esse ai tuoi occhi?» Sorride, portando il pollice e l'indice sul mio mento per alzarmi il viso e far in modo che lo guardi negli occhi. Sembra essersi reso conto del mio disperato tentativo di schivarli.
«Beh, mi è piaciuta la tua naturalezza sin dal primo momento in cui ti ho visto... per cui ho pensato di provare a...» Cerco di parlare, fermandomi ad ammirare il suo sguardo profondo e il suo sorriso per me intimidatorio.
«Grazie, è un pensiero carino» Allarga il sorriso, spostando la mano sulla mia poggiata sotto il tavolo.
Sento dei brividi percorrermi la schiena al contatto della sua pelle con la mia, è strano: non provavo queste sensazioni da... non le ho mai provate, neanche con l'unico ragazzo che ho avuto nel corso della vita. È preoccupante, mi ero promessa di non cadere così facilmente all'apparenza delle persone, è così che ho passato il periodo che sarebbe dovuto essere il più bello della mia esistenza come il più brutto in assoluto, non voglio che accada di nuovo perché non sarebbe recuperabile come lo è stato la prima volta.
Dagli sbagli si impara, e io l'ho fatto. O almeno, credo.
«Hai delle mani bellissime» Sussurra, accarezzandomela dolcemente con il pollice.
«Davvero?» Sorrido, mordendomi un labbro e guardando la sua mano sopra la mia per evitare il suo sguardo.
Annuisce, lasciandomela per poggiare il braccio sulla spalliera e il gomito dell'altro sul tavolo, per "reggersi" la testa verso la mia direzione e guardarmi. «Senti, saresti occupata dopo?»
«Mhmm... Direi di sì, dovrei sistemare dei dati sul computer per il lavoro e poi andare in palestra. Perché?»
«Va bene, non preoccuparti. Volevo chiederti di andare a fare un giro per conoscerci meglio, girare i negozi insieme... sarà per un'altra volta»
Faccio spallucce, un po' delusa dalla mia stessa risposta. È vero che ho in programma di fare quelle cose quanto lo è che avrei preferito mille volte cancellarle per passare del tempo con lui e conoscerlo meglio. Forse diventeremo buoni amici, solo se lui mi dimostrerà di essere una persona di cui seriamente posso fidarmi, non come mi fidavo del mio ex o della mia migliore amica però.
«E invece stasera sei libera?»
«Stasera credo di sì»
«Perfetto. Non so se sei il tipo, ma un mio amico ha organizzato una festa alla sua villa per festeggiare appunto la sua partenza e salutare tutti i suoi amici... anche se non lo conosci mi ha detto che avrei potuto portare chi mi pare; ti piacerebbe venirci?»
«Perché no?» sorrido.
Sorride. «Allora se mi dai il tuo indirizzo passo a prenderti verso le nove»
«Te lo scrivo per messaggio, in modo tale non lo perda» Ridacchio, scrivendoglielo per messaggio prima di inviarglielo.
«Ok, quindi rimani ancora un po' a farmi compagnia?»
«No, scusami ma dovrei proprio andare adesso. Ci vediamo stasera?»
«Certo, a stasera»

Sì, non è affatto da me accettare così velocemente determinati inviti, specialmente se si tratta di ragazzi... anche se potrebbero essere davvero un semplice modo con il quale approfondire conoscenza con una persona che probabilmente già si ritiene simpatica o altro, anche se potrebbero fermarsi a queste intenzioni. Con Cole, però, è completamente diverso... voglio dire, con lui la mia sicurezza aumenta a dismisura rispetto al solito (riguardo certe cose, ovviamente), non so come faccia a mandare in tilt tutti i miei sensi e a costringermi con uno sguardo a sentirmi a mio agio in sua compagnia, perché è come se lo facesse e automaticamente non provo un minimo di preoccupazione nell'accettare queste sue proposte. D'altronde, anche se si fosse trattato di un'altra persona, perché non provare a ricominciare tutto da capo? Dalla fanciulla di 17 anni così indipendente, forte e sicura?
Grazie a Cole, -senza che lui abbia fatto niente di preciso-, ho riacquistato la voglia di provarci. Un suo sorriso basta a convincermi di voler tornare a splendere come una volta, così abbagliando tutti con i miei raggi.
La parte più saggia di me continua a ripetermi di stare attenta comunque, sempre.

Innocent ~C. SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora