Chapter six

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Anche a lavoro ora sono più felice. Penso a lui, a quanto vorrei fosse qui con me.
Cole: <Scimmietta, dopo lavoro mi trovi a casa tua>
Me: <Non vedo l'ora di tornare, verginello>

Arrivata a casa lo trovo seduto sul gradino davanti alla porta.
Alza lo sguardo e allarga un sorrisone.
Mi ci fiondo addosso prima che possa alzarsi, approfittandone per incollare le mie labbra alle sue e baciarlo come se non ci vedessimo da un secolo.
Ribalta le posizioni e mi fa sedere, chinandosi per baciarmi con più passione.
Infilo le dita nei suoi morbidi capelli e accarezzo delicatamente la sua cute, godendomi la meravigliosa sensazione che provo ogni volta che lo bacio.
Mi prende in braccio e mi stringe a sè, adorando quel mio modo di massaggiargli la testa.
«Credo tu stia diventando una dipendenza» Sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra, sorridendogli e guardandolo negli occhi.
«E io sono sicuro di essere profondamente innamorato di te» Mi morde il labbro inferiore, tirandolo leggermente per poi lasciarci un bacio a stampo sopra.
Gli do baci ripetutivi, prima di abbracciarlo come fossi un koala.
«Piccola, se hai deciso di restare così almeno dammi le chiavi» ridacchia.
Rido, scendendo e apro la porta per entrare con lui; lancio la borsa sul divano, avviandomi verso di esso.
«Feerma donna, dove credi di andare? Devi preparare il pranzo con me»
«Resta calmo, volevo solo sedermi per una frazione di secondo... ma a quanto pare dovrò rimandarlo» Sbuffo, dirigendomi verso la cucina. «Cosa vuoi mangiare?»
«Illuminami»
Resto un attimo a pensarci su. «Fettuccine Alfredo?»
«Come?»
Lo guardo in modo interrogativo.
«Come hai fatto?»
«Cosa esattamente?»
«Ad indovinare il mio piatto preferito»
«È la mia intuizione, semplice» Sorrido, mettendo a bollire l'acqua mentre lui apparecchia la tavola. «Ti piacciono le frittelle?»
«Mi hai ufficialmente conquistato»
Ridacchio, cominciando a preparare l'impasto. Appena finito metto una padella sui fornelli con dell'olio, e le metto dentro. Inizio a friggerle, ma poi mi rendo conto che l'acqua per la pasta è bollita e così la butto. «Puoi continuare tu? Vado in bagno»
«Sì, certo»

«Ora cosa dovrei fare?» Mi guarda con aria confusa.
«Le scoli con questa» Gli mostro la schiumarola e gli faccio vedere come si fa. Dopodiché le adagio su un vassoio rivestito di carta assorbente e ci spruzzo del sale sopra.
«Mhh, che odorino» Prova ad allungare la mano.
Lo fermo, dandogli uno schiaffetto. «Ora le mettiamo qui» Lo poggio sul tavolo, corro a scolare la pasta lasciando da parte poca acqua di cottura. La unisco nella ciotola con il burro e la panna, mantecando tutto. Infine aggiungo del pepe bianco e il parmigiano, mescolando accuratamente.
«Finalmente» Esulta, facendosi un piattone.
«Affamato il verginello» Verso della pasta nel mio piatto, sedendomi.

«Non puoi capire quanto sia piacevole fare un pranzo del genere»
Ridacchio. «Sono contenta che sia rimasto soddisfatto» Mi alzo. «Mentre sistemo i miei documenti tu lavi i piatti, va bene?»
Lo vedo assumere un'espressione delusa. «Come non detto» Si alza, iniziando a mettersi all'opera.
«Buona fortuna» Urlo, uscendo dalla cucina.

Torno in camera in accappatoio per cercare qualcosa da mettere: scelgo una t-shirt a strisce bianche e nere orizzontali con una gonna a mezza coscia nera con le mie amate Superstar. Mi pettino i capelli e metto il mascara.
«Hai finito?»
Sobbalzo, per fortuna proprio dopo aver finito. «Tu non stavi dormendo?»
«Infatti, stavo» Fa spallucce.
«Beh, comunque sì, ho finito» Sorrido, raggiungendolo.
«Prima di uscire, per te è un problema se passiamo da casa mia? Dylan mi ha detto che vuole parlarmi...»
«No, figurati!»

«Ero completamente convinto del fatto che fosse l'esatto contrario, credevo persino fosse ancora vergine e mi facevo i film mentali su come sarei potuto entrare nella sua simpatia e nella sua vita, ma la realtà è sboccata ed evidentemente è una come tutte le altre» Sospira, guardando un punto impreciso della stanza dinanzi a sè.
«Mi dispiace Dyl, davvero. Posso capirti meglio di quanto immagini, mi dispiace che tu non possa avere ciò che ti meriti e che non possa essere felice una volta tanto... ma sai com'è, la vita ci riserva tantissime cose imprevedibili e particolarmente orribili o deliziose. Non puoi mai prevederlo, puoi restare all'ombra senza conoscere la lontana verità.
Non demoralizzarti, sono sicura che presto riuscirai a trovare una ragazza migliore e che sia capace di esserti fedele, amarti e starti accanto donandoti ciò che cerchi. Ok, forse non è un dramma perché comunque hai avuto delle ragazze in passato, hai avuto le tue opportunità ma questo non toglie il fatto che abbia tutto il diritto di sentirti giù dopo aver capito come ci si sente nell'amare seriamente una persona.
Sarai stanco di illuderti, ed è bene che non lo faccia più... Solo sii paziente e vedrai che quando meno te lo aspetti la fortuna ti capiterà per la strada, durante il percorso della tua vita: è tutta una scalinata, a volte puoi andare in discesa ed altre in salita, però la fine devi sapertela creare da solo, sta a te sceglierla nel modo più assoluto» Gli prendo la mano, stringendola ed accarezzandola. La ragazza di cui si era innamorato si è rivelata una manipolatrice falsa ed egocentrica, insensibile come poche quando lui era convinto del contrario; sarà stata dura essere rifiutato così direttamente, faccia a faccia, aver ricevuto la realtà dei fatti in parole povere ma nocive. Io lo capisco perfettamente, e lo reputo un bravissimo ragazzo, per cui sto cercando di aiutarlo quanto meglio posso... anche se sicuramente servo poco, se non per niente. Non merita di stare così, doveva davvero esserci affezionato se è rimasto così deluso come sembra.
«Grazie Ros, apprezzo moltissimo le tue parole e il tuo incoraggiamento ad andare avanti con i tuoi consigli, sono importanti.
Indubbiamente mi capisci meglio di come farebbero altri, sei stata paziente nell'ascoltare tutto quello che avevo da dire, hai lasciato che mi sfogassi e non hai fatto uscire lettera dalla tua bocca finché non ho finito. Sei una persona fortissima e onesta, sono felice che Cole abbia avuto la fortuna di incontrarti... È sempre stato indeciso e non accettato, con te sin dall'inizio è stato l'opposto» Mi guarda negli occhi con uno sguardo triste, malinconico e nello stesso tempo mi rivolge un piccolo sorriso.
Noto il suo tentativo di cambiare discorso per cercare di distrarsi, quindi non provo a rovinarlo tenendogli gioco. «Immagina se io fossi una lampada spenta da anni: Cole è la presa che l'ha fatta riaccendere dopo tutto questo tempo, capisci? Dal primo sguardo ha risvegliato la Rosie che è in me dopo tutti gli avvenimenti deprimenti avvenuti, mi ha dato un motivo per il quale vivere senza preoccuparmi troppo, senza aspettare ansiosamente la morte.
Magari potrebbe sembrare presto per ammettere che ne sono innamorata, per stare insieme a lui... è così e basta, le cose sono andate come dovevano andare e non sarebbe stato idoneo fermarci sullo stesso punto senza concludere nulla» Lo guardo, parlando sinceramente.
«Te lo meriti. Stai tranquilla, con lui sei al sicuro, puoi stare certa che ti sarà fedele fino alla morte, non sarebbe mai capace di farti del male e se ti dice di amarti è sincero.
Ha un cuore d'oro, senza fatica avrà già aggiustato il tuo frantumato...»
Annuisco semplicemente.
Entra Cole, mi salta addosso e mi molla un bacio che per poco non mi risucchia.
Rido, abbracciandolo e poi guardo Dylan che sorride. «Forse è meglio andare adesso, è stato un piacere parlare con te, Dyl» Mi alzo e lo abbraccio, dandogli pacche sulla schiena. «Buona fortuna» Gli sussurro, prima di sentirmi trascinare via da colui che subito riconosco come Cole.

«Hai mai pensato che la nostra potrebbe essere tutta un'immaginazione, o un sogno? Mi è capitato di pensare che potrei essermi addormentata nel passato e che stia sognando tutto questo, oppure di essere morta e di star "vivendo" un'altra versione della vita, o che ogni singola cosa che ci circonda, ogni singolo atomo, ogni singola nostra molecola, ogni singola parte di noi, ogni singola persona... che sia tutto completamente falso, tutta un'immaginazione, se tutto non esistesse veramente?» Gli dico, guardando le stelle sul prato di Central Park.
«Potrebbe anche essere, ma io so che non potrebbe esserci sogno o immaginazione migliore. Sinceramente non mi importa più, quello che per me davvero conta è godermela, qualsiasi cosa sia, ok? Voglio godermi te, anche se sei solo un'immaginazione»
Sorrido. «Sai quali sono le principali cose infinite
Mi guarda, come per incitarmi a continuare.
«L'universo e la stupidità umana, ma non sono sicura della prima»
Ridacchia. «Beh, anche il mio amore per te» Torna serio. «Comunque, a mio modesto parere, soltanto le persone più intelligenti preferiscono restare qui, a guardare le stelle e non i propri piedi, solo loro cercano di dare un senso a ciò che vedono, e si chiedono perché l'universo esista. È soprattutto questo tuo aspetto, che si accomuna molto con il mio, ad averti trasformata in una parte di me... dico seriamente, non come quel coglione del tuo ex» Mi guarda.
«Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle, e nell'universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è parecchio improbabile, eppure quando sono con te mi sento capace di cancellare tutto il resto, restando unica insieme a te» Mi avvicino a lui.
«Rosie, sei il mio coefficiente» Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, un bacio che mi trasmette amore, come ogni suo gesto.
Il contatto della sua pelle contro la mia mi provoca un formicolio che si estende in tutto il corpo accendendo il mio desiderio. La sua mano si muove sicura tra i miei capelli attirandomi a lui, a pochi centimetri dalle sue labbra, che si fanno sfuggire un gemito. I suoi occhi verdi sono puntati nei miei e mi imprigionano facendomi perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in una realtà dove esistiamo solo noi due.
Spinta dal desiderio appoggio le miei mani sul suo petto, per poi farle salire sulle spalle e accarezzargli il collo con i pollici.
A quel punto mi bacia con tenerezza e trasporto e non posso fare a meno di sciogliermi a quel contatto, tanto da far cedere il mio corpo contro il suo, che mi accoglie stringendomi contro il suo petto, dove sento battere il suo cuore, alla stessa velocità del mio.
Ogni suo bacio è unico così come lo è ogni fiocco di neve, nessuno è uguale a un altro. La verità è che i fiocchi di neve possono ripetersi, ma che ne esistono talmente tanti varianti che è quasi impossibile identificarne due identici. E così funziona anche per i baci, o almeno per i suoi.
Le nostre lingue saettano e fanno mille acrobazie l'una sull'altra, si perlustrano ed esplorano le rispettive bocche... assaporiamo i nostri sapori ed è tutto meravigliosamente coinvolgente.
Si mette sopra di me, non staccandosi dalle mie labbra, e mi accarezza lentamente una coscia salendo piano.
Mi stacco lentamente, fermandolo. «No, Cole... Scusa, non ancora» Lo guardo negli occhi, riprendendo fiato dal bacio.
Annuisce. «Sì, scusami tu» Mi bacia ancora, accarezzandomi le guance e unendo nuovamente il suo respiro al mio.

È così che amo passare il mio tempo. Assieme a Lui, Lui e soltanto Lui, unicamente Lui.
Lui è quel respiro che mi toglie ancora il fiato, il solo nome che mi viene come cerco le parole. Lui, è il senso che ho di me.

Innocent ~C. SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora