Capitolo 2

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Preservativi E Bugie.

Clarissa si risvegliò alle prime luci dell'ora di pranzo ritrovandosi a terra in stato di confusione, fumata e scopata notando sul pavimento tappezzato di Hello Kitty che c'erano preservativi bagnati e usati «Ma cos'è successo?» si domandò grattandosi il culo sporco di merda e sudore «Te lo diciamo noi!» disse un piccolo Spongebob barbuto e molto virile «Abbiamo fatto bungala fuchila trucilì clashilà!» proseguì un patrick leggermente peloso e molto poco virile mostrando chiaramente alla bimbaminchia l'accaduto della serata stuprando sessualmente Spongebob ma lei non capì bene «Abbiamo giocato a Clash Royale.» disse tagliando corto Squiddy spuntando dalla fegna di Clarissa. La bimbaminchia fece un sorriso vedendo dei peli sporchi e puzzolenti sul grosso naso di Squiddy, si guardò intorno a sé osservando tutti i preservativi usati per terra «Ci siamo divertiti molto.» commentò soddisfatta «Puoi dirlo forte!» esclamò il barbuto Spongebob con la sua voce rauca. Clarissa lo guardò e sorrise ancora soddisfatta di sé. Improvvisamente il suo sguardò si spostò alle pareti color fior di fragola stickerata con figurine di Hello Kitty e Pucca e vide fogli colorati e mutande sporche di sangue, con sopra un'antichissimo emoji. Uno smile. Presa dal panico, Clarissa, prese alcuni di quei fogli e il costume di Bloom delle Winx Club ed uscì dalla stanza trovando sua madre che guardava un porno seduta sul divano dove fa accomodare i suoi clienti «Ehi!» esclamò la matura alzadosi dal divano «Dove vai? È domenica!» proseguì togliendosi dal culo bucato un cetriolo grossissimo «Ho da fare.» rispose Clarissa prendendo il cetriolo dalle mani della madre «Ma oggi saliamo al villino.» continuò la milf rossa e maturissima mettendosi in ginocchio e facendo la faccia da cane bastonato «Per cosa? Stare con Luoccu ed i suoi amici pelosi? Perfino la sua escort privata è pelosa quanto un cane!» contrattaccò Clarissa. La milf, vedendo un tono del genere da parte di una rincoglionita, si mise tra Clarissa, la porta e il cetriolo «No! Dove vai?! Con chi vai?! Che farai? E in che giorno tornerai?» iniziò a interrogarla come se avesse ucciso qualcuno «Vado con Limon al sexy bar come al solito.» rispose Clarissa con un secchio in testa «No! Tu-.» aveva iniziato a parlare la milf quando improvvisamente la porta fù aperta infilandogli il grosso pomello a forma di cappella in culo «Umbrige!» esclamò dal dolore la milf e sentendolo ancora spingere dentro di sé. Spuntò una testa dallo spazio della porta aperta «No. Sono sempre io, Limon!» disse il poveraccio con un sorriso da minchione e una faccia da prendere a schiaffi «Si sbaglia sempre tua madre.» commentò a Clarissa entrando come un cazzo entrebbe dentro l'ano stretto «Ma vaffanculo!» urlò la milf dopo essersi uscita quel grosso pomello a forma di cappella da suo culo gesticolando con le mani ed avvicinandosi al divano. Clarissa ignirò tutta la scena ed uscì trascinandosi Limon con un guinzaglio per cani di piccola taglia dirigendosi verso il sexy bar.

Arrivati dentro il sexy bar, si sedettero ad un tavolo dove degli uomini stavano pagando una ragazza seminuda per farla ballare sensuale sul tavolo. Ignirarono quello che stava accadendo e Clarissa mostrò al suo migliore amico il foglietto con il disegno dell'antico emoji ma Limon notò le mutande con la faccina di Hello Kitty e nel momento di annusarle per godere un pò, gli vennero tolti dalle mani dalla ragazza seminuda che si mise in bocca il punto in cui era sporco di sangue. Limon ritornò a guardare Clarissa che si stava scaccolando il naso «Forse sei come la mia vicina McPottana che crede di sentire le voci dei grandi sassi.» proseguì Limon con uno sguardo disgustato, Clarissa scosse la testa e guardò verso l'unica finestra di quel locale vedendo il ragazzo biondo ossigenato che la fissava con un binocolo come sa fare solo un maniaco, presa dal panico, si abbassò in mezzo alle gambe di Limon «Oh! Vuoi già succhiarmela?» disse con un sorriso «We! Guagliò! Bell' 'stu pumpinu!» rispose il tizio alla destra mentre si segava «C'è il tizio del luna park.» disse Clarissa sottovoce ma nessuno la sentiva con tutta quella musica. Quando Clarissa riguardò verso fuori vide un semplice maniaco che si segava dalla finestra. Si rilassò e si rimise composta guardando Limon che aveva un'espressione quasi come se si stesse segando poi guardò la direzione e fece un sorriso. Stava segando il tizio accanto a lui, quando spostò lo sguardo verso il cassiere però, trovò il biondo ossigenato con il binocolo che la guardava mentre camminava verso una porta sul retro che sicuramente era l'uscita d'emergenza. Prese il foglio e le mutande dalle mani degli uomini che la stavano sniffando «Torno subito.» disse a Limon ma non ebbe risposa.

Quando Clarissa aprì la porta, ed entrò, capì che quella non era un'uscita ma, bensì, una stanza d'incontri sessuali a luci rosse notando che c'erano quattro letti matrimoniali per ogni angolo di quella stanza. La bimbaminchia si guardò attorno e notò che sul primo a destra c'era una coppia gay che faceva sesso sfrenato mentre sul secondo letto matrimoniale a sinisitra c'erano due coppie etero che facevano un'orgia «Perché ti vedo solo io? E perché ho fatto questo?!» disse Clarissa sbattendogli in faccia le sue mutandine sporche di sangue. Le due coppie etero li guardarono stranamente e se ne uscirono senza farsi notare «Scusa ho sbagliato.» continuò la bimbaminchia riprendendosi le mutande da dentro la bocca del biondo ossigenato «Perché ho fatto questo?!» ripeté mostrandogli il foglietto «Se è il sangue, tranquilla, è il ciclo.» commentò la checca con la voce da sonounadivainginocchiatiameeleccamiipiedi «Lo sapevo. Tu non sei una musulmana.» disse il biondo ossigenato guardando il grande foglio con solo un piccolo e semplice smile «Una salama?» sottolineò Clarissa capendo male come un'altro mezzo sordo «Ha detto musulmana.» la corresse la checca in posizione erotica La Pecorina mentre l'atro tizio gli infilava una banana grossa. Il biondo ossigenato si sedette sul letto proprio dove c'erano i due gay che scopavano e la bimbaminchia si avvicinò a lui come se volesse fargli leccare la sua fetida, pelosa e vergine.

Clarissa non poteva credere alle sue orecchie «Cos'è? Uno scherzo?» chiese la bimbaminchia asciugando la sua fegna bagnata con un fazzolettino e iniziandolo a leccare «Ma che schifo!» esclamò la checca «Andiamo via!» proseguì uscendo la banana dal suo ano che, appena fù libero, si sentì il fetore di una merda sganciata da cinque vacche. La coppia gay uscì e lasciò soli Clarissa con lo sconosciuto «I musulmani non possono vederci. Sei un'infermiera.» iniziò il biondo ossigenato «Gli infermieri proteggono il mondo dai Malati.» in quel momento squillò l'iPhone della bimbaminchia. Era sua madre, lo si capiva perché in memoria l'aveva salvata con il nome di Puttana Madre ma la ignorò. Il telefono risuonò «Meglio se rispondi.» disse il biondo ossigenato accarezzando delicatamente il suo dildo di un color bianco spento e così fece. «Pronto?!» rispose Clarissa con il suo sbalzo d'umore per colpa del ciclo che non ha «Clarissa!» gridò la milf porca con un forte ansimo «Non tornare a casa!» proseguì sempre ansimando «Cosa?! Mamma? La linea è disturbata.» notando che su un palo delle linee elettriche, c'era una checcona che si strusciava mentre diceva al palo di essere più sciolto. «Malato.» commentò rigirandosi verso il biondo ossigenato e toccandogli il pacco delle patatine della San Carlo «Cosa dicevi?» domandò alla milf «Non tormare a casa.» gli ripeté la milf «Nonna a casa? Oddio! Allora almeno la nonna si salvò!» disse entusiasta «Cos? No! Ho detto "Non tornare a casa!".» si replicò la donna «Pronto?! mamma? Non riesco a sentirti!» disse Clarissa preoccupata e infilandosi due dita dentro l'ano del biondo ossigenato mentre lui si attaccava la scarpa posizionandosi a 360° che, sentendo le dita della ragazza, iniziò a sentirsi a disagio. «Vaffanculo!» rispose la milf che chiuse la telefonata. Clarissa si preoccupò «Mamma!» gridò sudando e passandosi per tutto il viso le dita sporche di merda del biondo ossigenato, uscì da quella stanza correndo verso la porta d'ingresso notando che un africano molto muscoloso e pelato ci provava con il poveretto ma lo ignorò ed uscì dal locale in preda ad un biglietto per La Fabbrica Di Cioccolata e al panico.

Uscendo dal locale iniziò a correre sbattendo contro: un biciclettista, un'auto, un albero, un gruppo di drogati, un cane, un gatto e un topo, che "casualmente" assomigliava a quello di Ron. Solo non si vedevano i due unicorni. Ma lei ignorò tutto il disagio che aveva creato e continuò a correre e a correre e ancora a correre, correre sotto una bufera, correre con la pioggia, correre in groppa ad un Pandacorno. Correre così tanto per poi in realtà girare il vicolo del palazzo.

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