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In genere Scott trattava con i clienti nella stanzetta accanto alla porta, e non mi permettava di seguirlo, mai.

E, in genere, non stavo in casa da sola.

Ma, recentemente, vivevo praticamente lì, quindi era ovvio che succedesse prima o poi.

Quando sei in crisi d'astinenza non badi all'ora, di certo.

Ma, bè, quello fu un caso diverso.

Erano circa le sei di sera, e il sole stava tramotando.

È... incredibile quanto riesca a ricordarlo bene.

Ricordo che stavo masticando la gomma, cercando di fare una bolla dentro l'altra, e Scott era uscito a comprare della birra, a detta sua.

In realtà, probabilmente stava comprando della roba. Quando lo faceva, non me lo diceva mai.

Non seppi mai chi gliela vendesse.

L'unica cosa che sapevo è che, ogni tanto, sparivano un sacco di soldi.

È così capivo che era andato a comprare la roba.

In ogni caso, quel pomeriggio non c'era quando un ragazzo bussò alla porta.

Scesi dal tavolo su cui mi ero arrampicata e andai ad aprire.

- Si? - chiesi.

Indossava un cappellino nero da baseball, che gli copriva i capelli castani e gli ombreggiava gli occhi.

Eppure, sotto la tesa, mi parve di vederli spalancarsi.

Sorrisi.

- Allora? - dissi.

Lui fece un mezzo sorrisetto appena accennato, e mormorò:

- Ciao. -
Lo guardai, inarcando un sopracciglio.

- Ciao. - ripetei.

Lui fece per passarsi le mani tra i capelli, ma, all'ultimo secondo, si ricordò del cappello. Sospirò e se lo girò al contrario, scoprendosi il viso.

Aveva dei tratti particolari, che catturavano lo sguardo... un che di affilato negli zigomi e nella mascella, che gli conferiva un'aspetto un po' selvaggio, valorizzato dall'ombra di barba sulle guance.

Mi guardò in un modo curioso, poi sospirò di nuovo.

Quel ragazzo sospirava un sacco.

- Senti, cercavo... - strizzò gli occhi,come per cercare di ricordare il nome di chi cercava.

- Scott? - lo aiutai.

Schiocchiò la lingua.

- Scott. - assentì, guardandomi.

Ripresi a masticare la gomma, a disagio.

Il suo sguardo, fisso su di me, mi faceva entrare in confusione.

Sembrava... ispezionarmi. Scavare nella mia anima.

- Non c'è. - risposi.

- Ah. -

Lui sospirò, per la terza volta.

- Posso aiutarti? - chiesi comunque, forse per farlo smettere di sospirare.
Socchiuse gli occhi.

- Non lo so. - disse.

- Non lo sai. -

- Già. -

- Per caso ha qualcosa ha che fare con la droga? -

Lui sussultò.

Poi ripetè:

- Già. -

- Allora posso decisamente aiutarti. - esclamai in tono professionale.

Gli feci cenno di entrare.

Lui mi osservò per un attimo, indeciso.

- Avanti. - lo incitai, sorridendo.

Lui alzò le spalle, ed entrò nella tana del lupo.

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