{thirteen.}

1.2K 48 0
                                    

Il mattino successivo Dinah ricordava a stento quello che era successo la sera prima, e andò a casa sua come se niente fosse.

Austin mi comunicò che non sarebbe potuto venire alla partita di basket perché doveva andare coi suoi genitori fuori città.
Prima di uscire dalla mia stanza mi assicurai che il succhiotto di Austin fosse ben coperto col fondotinta.

«Mamma!» urlai mentre scendevo le scale non appena finii di vestirmi. Avevo addosso una maglia bianca con sopra un giubbino verde militare e dei jeans neri con uno strappo su un ginocchio.

«Che c'è?» chiese alzando la testa da sopra il divano dove era comodamente seduta.
«Dov'é papà?» domandai e lei indicó le scale, la ringraziai e salii al secondo piano.
Vidi mio padre camminare nel corridoio mentre era al telefono con chissà quale persona e per non interromperlo gli feci segno che l'avrei aspettato in camera sua e di mamma.

Lui annuì e mi diressi nella sua stanza e mi sedetti sul letto in attesa che arrivasse. Rivolsi lo sguardo verso il quadro di famiglia che era appeso sopra il letto dei miei genitori: raffigurava me, Sofi, papà e mamma in una giornata al parco che avevamo passato insieme circa un'anno e mezzo prima.

«Che c'è tesoro?» chiese entrando in camera e poggiando il telefono sul letto.
«Volevo dirti di non dire a mamma di me e..Austin, non voglio che lo scopra senza che sia io a dirglielo. Okay?»
«Certo.» annuì e feci per alzarmi ma lui mi fermò «Ho saputo che andrai ad una partita di basket oggi..»
«Si, l'ho detto alla mamma prima.» confermai.
«Ci sarà anche Austin?» domandò e arrossii scuotendo la testa «No, è fuori città. Perché?»
«Per sapere..» disse e si alzò, mi diede un bacio sulla fronte e se ne andò.

-

Durante il pranzo i miei sono stati piuttosto in silenzio, mamma e papà erano così..di poche parole fra loro.
Non era una cosa a cui davo molto peso.

Dopo aver finito di mangiare decisi di andare a casa di Ashlee e poi a prendere Dinah.

Presi le cuffie e m'incamminai verso casa della mia amica, avrei potuto chiedere a mia madre di accompagnarmi ma non volevo stressarla troppo.

Mentre facevo partire la musica misi le mani nelle tasche dei jeans e cominciai a guardarmi intorno.
Posai lo sguardo su un albero al ciglio della strada, ricordavo benissimo cosa significasse per me.
Quando avevo 7 anni io e Nicole lo usavamo per nasconderci quando i suoi genitori venivano a prenderla da casa mia per tornare nella sua abitazione.
Purtroppo non era un nascondiglio molto sicuro, però a quell'età non ne facevamo un dramma.

Ricordavo ancora i bei pomeriggi passati a correre con Nicole, a discutere seriamente di quale Barbie fosse più bella..ricordavo in particolare il fatto che io odiassi le Barbie e lei invece no, così ogni volta ci ritrovavamo a litigare per decidere a cosa giocare..dato che io preferivo giochi all'aria aperta.

Non ho mai voluto bene a qualcuno come a Nicole, era la mia migliore amica..sin da quando ero ancora nella culla.
Sfortunatamente non è durata, Rachel me l'aveva portata via.. così come con Madison.

«Ciao!» urlò qualcuno da dietro di me e mi voltai di scatto, tolsi le cuffie e scrutai con gli occhi colei che mi aveva chiamata.

Era Normani, camminava verso di me con la divisa della squadra e il numero 10 stampato sul borsone blu che portava sulle spalle.
Dietro di lei c'erano altre due ragazze: Lauren e Lucy.
Lauren era vestita come Normani, l'unica differenza era che lei sul borsone portava il numero 18.

Lucy invece aveva una divisa rossa, coi pantaloncini corti e la maglia a mezza manica, vi era stampata la scritta "Miami's Team" sul braccio e il numero 11 sulla schiena.

Heaven→Camren← (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora