UN RICORDO PASSATO (PARTE 1)

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Credo di essere un ragazzo fortunato, in certi sensi. Non avrei niente da lamentarmi.

Nei giochi: sopratutto nei quiz, dove non conosco la risposta e azzecco sempre quella giusta. Vinco in tutti i giochi in cui mi propongono di partecipare, non per niente hanno smesso di chiedermelo.
A scuola: riesco sempre a sfuggire alle interrogazioni, la richiesta di compiti dimenticati o non fatti, per la casuale mancanza dell'insegnante oppure per l'improvviso avviso della campanella, che determina la fine della lezione. Nelle ricerche di gruppo, quando si sceglie a sorteggio, finisco sempre in coppia con il mio migliore amico Namjoon- alias, secchione- mentre a Luhan tocca stare con il tipo più antipatico della classe, finendo per fare tutto il lavoro da solo. O quando, casualmente non sto ascoltando una persona e riesco a rispondergli con la prima frase fatta che mi viene in mente, senza che se ne accorga.

Beh insomma, a scuola ormai sono ben conosciuto per le mie "botte di culo", anche se per cose veramente stupide. Ma a volte mi salvano da grandi problemi e ringrazio.

Però come si sa, non si può sempre avere tutto dalla vita.
Com'è quel detto: "Fortunato nel gioco, sfortunato in amore"? Io ne sono un chiaro esempio. O forse, sono solo un idiota che non sa capire le persone e si innamora di quelle sbagliate.
Probabilmente è questo.


[3 ANNI PRIMA]

"Dovrebbe arrivare a momenti." Informo un po' nervoso, l'autista dell'autobus. È da cinque minuti che mi lancia occhiate e sbuffa, proprio come il resto dei passeggeri all'interno del mezzo.
Non è colpa mia.
Chiedere aiuto proprio a Kim Taehyung, si finisce in questo stato. Minuti interi ad aspettarlo in un mezzo pubblico, con all'interno persone frustrate e impazienti, che se la prendono con te.
Che cosa diavolo staranno facendo quei due, perché gli ho lasciati da soli?
Finalmente, dal fondo della strada lo vedo arrivare di corsa. I pantaloni della tuta sono così larghi che ancora un po' gli cadono, mostrando le sue gambette minute. La maglietta lenta che si alza ad ogni passo e i suoi capelli castani, mentre corre, svolazzano in tutte le direzioni dandogli l'aspetto dell'idiota che è.
Lo vedo inciampare ogni cinque metri, per colpa delle ciabatte di gomma che porta. L'ho preso in giro tutto il giorno per la sua scelta del vestiario e continuerei se non fossi in questa situazione, ma sono troppo irritato per farlo.
Mi sporgo leggermente fuori dalla portiera ancora aperta e inizio ad urlargli di sbrigarsi, sentendo il conducente sbuffare per l'ennesima volta. Sento un brivido fastidioso percorrermi la schiena, quando lo vedo fermarsi a metà strada e iniziare ad urlare qualcosa.
"Non vengo!"
"Cosa?" Urlo di rimando. Appena capisco le sue parole, rimango fermo qualche istante a fissarlo mentre si gira e torna indietro, dopo avermi accennato un ultimo saluto con la mano.
"Allora ragazzo, ti muovi o ti lascio qui. Mi sono stufato!"
Entro nell'autobus a testa bassa, scusandomi con l'autista e il resto delle persone presenti, per poi sedermi in fondo, lontano da tutti. Alcune vecchiette si voltano verso di me per lamentarsi del loro ritardo, ovunque debbano andare. Le ignoro, semplicemente. Ho altro a cui pensare.

Come mi è venuta in mente, la brillante idea di chiedere a quello scemo del mio migliore amico di accompagnarmi ad un "appuntamento"?
In fondo avrei dovuto saperlo, che alla fine avrebbe parlato solo con lui, come sempre. Non sono un asso a parlare con le ragazze, o con le persone in generale, quindi ho pensato che avendo un amico vicino, mi avrebbe aiutato ad aprirmi di più.
Grosso errore, Jungkook.
Anche se la conosco da più di 3 mesi, mi è ancora difficile conversare apertamente. Infatti, le poche battute che sono uscite dalla mia stupida bocca, sono state così imbarazzanti che non voglio ricordarle.
Lui invece, come sempre ha fatto bella figura, con il suo senso dell'umorismo, la parlata fluente e la sua dolcezza di un bambino.

Fattori che, uniti al suo bell'aspetto, lo rendono perfetto. Una perfezione apparente, però.

Non per niente è sempre ben voluto da tutti, e scelgono sempre lui invece che me.
Ma pensandoci adesso, sono stato un idiota. Avrei dovuto immaginare che chiedere proprio a lui, sopratutto pensando che si trattava di lei, sarei finito cosi. Sin da quando ci siamo conosciuti, a quella famosa uscita di gruppo, in cui ho conosciuto la mia ex ragazza Momo, avevo capito che c'era dell'interesse fra i due. Però non ci avevo dato tanto peso vista la mia enorme cotta per la mia ex.

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