Capitano

484 21 0
                                    

Mi sentirei di dirti che il viaggio cambia un uomo
e il punto di partenza sembra ormai cosí lontano,
la meta non é un posto ma é quello che proviamo
E non sappiamo dove né quando ci arriviamo.
Marco Mengoni~- Ti ho voluto bene veramente

Era lì, la bandiera di Cora li circondava. Sarebbero rimasti in quel luogo per ventotto lunghi anni, ma non sarebbero invecchiati e non sarebbero stati coinvolti nel sortilegio. Andava tutto secondo i loro piani, quando d'un tratto scorsero una luce in lontananza: un incantesimo...qualcuno aveva appena attraversato un portale. Il Capitano Killian Jones Si girò a guardare la sua "collega".

"Cos' é stato?!"

"Il sortilegio non arriverà"

"Cosa?! Per quale motivo?!"

"Biancaneve...ha vinto" si voltò spostando il suo lungo vestito, incamminandosi verso il villaggio.

"Non é possibile" la seguì. 

"E invece é così, mia figlia é stata esiliata"

"E allora cosa stai aspettando? Rimuovi la barriera!"

"Non posso"

" Perché?"

" Perché é stata programmata per ventotto anni, perciò dobbiamo aspettare"

"Tu mi stai dicendo che siamo bloccati qui per i prossimi ventotto anni?!"

"Si"

"Nono, ci deve essere un altro modo"

"Ne dubito, ma posso cercare...non so quanto tempo mi ci vorrà"

"Sapevo che non dovevo fidarmi di te"

E dicendo ciò la sorpassò per andarsene. Non poteva sopportare di essere di nuovo bloccato in un posto senza tempo e senza alcuna possibilità di uscita; lui era Capitan Uncino, doveva stare sulla sua amata nave! Non riusciva a stare più di un giorno sulla terra ferma. Solitamente attraccavano per i rifornimenti di cibo e di rum per poi fermarsi in qualche locanda. Ma questa volta la sua Jolly Roger e la sua ciurma non erano lì, ma chissà dove a cercare di trovarlo.          

Fortunatamente la gente del posto non sapeva chi avesse compiuto l'incantesimo, perciò lui e Cora erano al sicuro. Una cosa era certa: voleva vendicarsi non solo di Tremotino, ma anche di Biancaneve, per averlo bloccato sulla terraferma.

I giorni passavano e l'unico modo che aveva per calmarsi era andare al confine della barriera: sulla spiaggia; lo rilassava l'infrangersi delle onde, e amava immaginare la sua barca navigare in quell'oceano così limpido.

Durante quegli anni passati lì, ebbe molto più tempo per riflettere su chi lui fosse davvero e cosa volesse realmente. Aveva pensato spesso anche a Mila, a quel loro amore e alla rabbia che ne prese il posto...ma dopo? Cosa avrebbe fatto dopo aver ottenuto la sua vendetta? Senza quell'odio e quella rabbia, lui chi era? 

Gli anni passavano, ma l'incantesimo giusto non era ancora stato trovato. Avevano letto tutti i libri possibili, avevano chiesto ad ogni persona che praticasse magia in quel regno, ma niente. Certo non si arrendevano, ma iniziavano a credere che sarebbero davvero rimasti lì per ventotto anni.

Ormai le giornate erano diventate tutte uguali.                                                                                                       Osservavano oltre la barriera e vedevano tutte le stagioni alternarsi, mentre per loro la primavera non finiva mai.

Poi, una svolta.

Erano passati venticinque anni e finalmente avevano trovato l'incantesimo per liberarsi della barriera. Un incantesimo difficile da realizzare, ma avrebbero dato tutto pur di distruggere quel confine.

E così fu, riuscirono a rompere l'incantesimo e furono liberi. Tornarono nella foresta incantata e decisero di andare ognuno per la propria strada. Il primo posto in cui il Capitano andò fu il porto in cui attraccò la nave prima di partire e fortuna volle che fosse lì.

Appena salito su di essa la ciurma lo accolse con entusiasmo, riempiendolo di domande. Poi diede loro la rotta e partirono.

Voleva la sua vendetta e per averla doveva andare nel regno di Biancaneve.                                            Vi arrivarono dopo qualche giorno di viaggio, e attraccarono la nave. Era un posticino molto carino e accogliente, non che gli importasse.

La prima cosa che fece fu andare in una locanda. Era sera, si meritava un po'del suo amato rum. Si sedette ad un tavolo con la sua ciurma e ordinarono da bere. Quella sera non fece nulla di ciò che faceva solitamente. Pensava solo a come avrebbe potuto ottenere la sua vendetta, quella vendetta che lo aveva tenuto vivo durante quei lunghissimi venticinque anni. Certo, Regina poteva aiutarlo, ma andare in un altro regno, quando era già lì non aveva alcun senso. E poi lui era Killian Jones, non cercava mai aiuto, semmai era la gente a chiederlo a lui.

Quella sera uscì dalla locanda prima degli altri. Voleva schiarirsi le idee, ideare un piano nei minimi dettagli per non farsi trovare impreparato. 

Così iniziò a camminare tra le stradine del villaggio, senza preoccuparsi di dove stesse andando. Passò un po' per la città, e notò come tutti gli abitanti fossero felici e arzilli. Lui avrebbe mai provato quella gioia? Di certo non l'aveva provata fino a quel giorno, ma chissà. Ormai non sapeva più cosa aspettarsi.

Camminò a lungo e non si rese conto di essere giunto alla fine del villaggio. Davanti a lui si estendeva la famosa foresta incantata. Si incamminò tra gli alberi senza pensarci troppo. 

Quella serata era mite, calma, nessuno era lì, sembrava essere solo. Meglio, avrebbe potuto riflettere più a lungo. Gli alberi erano calmi, fermi,  come se stessero ascoltando i suoi pensieri. Le stelle lo fissavano e quel tappeto verde su cui camminava era fresco e rilassante. Un luogo davvero d'incanto, un luogo perfetto per rilassarsi e ragionare, proprio quello che gli serviva.

Ad un certo punto, sentì dei rumori. Si mise subito in allerta, voleva sapere cosa fosse...o chi fosse. Chi osava disturbare quella calma? Si incamminò seguendo le tracce di quel fruscio, poi vide un'ombra in lontananza e dalla forma si poteva dedurre che appartenesse a una persona. Qualcuno era lì per ucciderlo? Si era sparsa la voce del suo ritorno e i suoi nemici stavano tendendo un'imboscata? Aveva intenzione di andare in fondo alla faccenda

Iniziò a seguire l'ombra senza farsi notare. Sembrava diretta verso il mare...sembrava scappare. Forse non sapeva neanche che lui si trovasse lì, oppure lo sapeva e si stava dirigendo verso le navi, o meglio, verso la sua nave; dopotutto erano molti i pirati che desideravano la Jolly Roger.

Ad un certo punto, ritrovatosi in un luogo dove gli alberi creavano meraviglie con i rami e le radici, si fermò di colpo e con lui anche l'ombra. Iniziarono ad indietreggiare. Entrambi sapevano di non essere soli. 

Ma ziao genteeeeeeee.                                                                                                                                                        Sono tornata con questo nuovo capitoloohh. Penso sia chiaro chi sia la persona nel bosco, ma nel caso non l'aveste capito...beh...dovete leggere il prossimo capitolo.

Ciaoo

Sorridimi  come sai fare solo tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora