Capitolo 1

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Spegniti stupida sveglia! Ma è presto! Chi è stato il genio ad impostarti alle 6.00?
"Angelaaaaa, è tardi!", tardi per cosa? Finchè posso dormire durante le vacanze, prima che inizi la scuola. LA SCUOLA! Oggi è il primo giorno di scuola. Mi alzo dal letto, lunatica, come al solito. Ho tutto pronto, la mia maglia nera preferita, con quei pantaloni neri così comodi e poi, le scarpe  nere comprate dai cinesi. Sì dai, chi se ne accorge, assomigliano tanto alle Vans. Faccio colazione; dopo aver cercato in mille modi di sistemarmi i capelli, forse hanno deciso di starsene in una semplice treccia, un po' di profumo e di mascara e via. Verso l'infinito e oltre. Per fortuna oggi mi accompagna mia madre, non so come farò domani... Bene, sono davanti al liceo, non è la prima volta che lo vedo, ma quella scritta "Liceo Ginnasio Statale Giorgione" non smette mai di mettermi ansia, molta ansia. In questo posto dovrò passare cinque anni della mia vita, vediamo di iniziarli il meglio possibile. Entro, ad accoglierci c'è una bidella, vicino a me ci sono una ventina di sconosciuti, i miei compagni di classe, presumo. Ad interrompere i miei pensieri è uno stridulo "Buongiorno ragazzi", proveniente da un luogo più basso di dove il mio sguardo può arrivare, una vecchia, magra, scruta le nostre facce. Penso non possa essere la prof. di canto, o almeno lo spero. C'incamminiamo verso la classe, sediamo nei banchi. Vicino a me una ragazza, troppo tranquilla per i miei gusti, classica tipa "Vivi e lascia vivere", figlia dei fiori, sorride. Ah, da dove la prende tutta quella gioia? Non ci voglio pensare. "Piacere, profesoressa Elena Zancato, ma chiamatemi pure, prof. Zancato. Sono qui per parlarvi un po' delle regole scolastiche e del percorso che intraprenderete frequentando questa scuola.". Solite cose sì, bla, bla, bla. Le sue parole mi sono sconosciute finchè tra qualche discorso non sento "Giovedì inizieranno i corsi di canto, di chitarra e di batteria; mentre più tardi saranno quelli di flauto, pianoforte, ecc. Come funzionano? Non chiedetelo a me, fuori c'è una bacheca con tutte le informazioni...".  CORSI DI CANTO. Ho sentito bene? Non vedo l'ora, ma chitarra? Come farò a fare entrambi? Vabbeh, vedrò. Giustamente iniziano le presentazioni, per fortuna non sono tra le prime. E' il mio truno,
"Buongiorno, beh, mi chiamo Angela Pasetti, sono da Vicenza e sono qui per migliorare nel canto e nella chitarra.". Uh, bene, ora mi posso sedere.
"Aspetta, hai detto che suoni la chitarra?"
"Sì, beh, più o meno, diciamo..."
"Ho il piacere di presentarti la tua nuova insegnante.".
Fantastico, quella lì come insegnante? Siamo seri? Passano le ore e finalmente arriva ricreazione.  Mi catapulto subito sulla bacheca, ecco il foglio, "Per le classi prime: Corsi di canto. Inizieranno il 21/09 dalle ore 13.30 alle 15.00. Per le iscrizioni chiedere alla segreteria. Metodo di selezione: bisognerà portare una canzone a scelta, cantata con base o meno; una giuria formata da un professore di canto, un cantante e l'alunno più capace giudicheranno le vostre capacità vocali. Preparatevi!". Chissà chi sarà quest'alunno così bravo, e il cantante? Oh dio, beh, sarà gentaglia tipo Gigi d'Alessio o robaccia del genere. Allora, la mia ultima tappa dovrebbe essere la  segreteria, almeno spero. Entriamo, ehm, dove devo andare? Ah, ecco, "ufficio informazioni". "Scusi, saprebbe dirmi dove posso fare l'iscrizione per il corso di canto?"
"Sì, guardi pure, è qui alla mia destra."
Ah, magnifico, capacita visiva zero, era a due metri da lì. Iscrizione fatta. Ritorno in classe, altre presentazioni, altre cose ripetute cento volte. Suona la campanella della salvezza, è finita la prima giornata. Onestamente mi comincia già a piacere questa scuola, dopotutto sembra carina. Esco, in lontananza vedo una folla di ragazze, mi avvicino un po' a vedere quanto successo. Non c'è niente...o vuoi dirmi che stiano tutte dietro a quel ragazzo? Ah, può darsi, siamo strane. Però è vero, sembra carino, ma chissene, chissà quanto se la tirerà quello. Arriva mio padre, la sua macchina è indiscutibile, quel verde cimice lo riconosci a chilometri. Gli racconto la mia giornata, i professori, i compagni, il corso. Passo il pomeriggio ascoltando le solite canzoni, non mi stancano mai, mi alleno per giovedì, suono la chitarra. Piano piano arriva sera e mi addormento con mille pensieri nella testa, cancellati dal rumore delle fusa di Maya.

Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora