Capitolo 6

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Quella notte ebbi un sacco di incubi.

Arrivo a scuola come ogni altro giorno. Elisabetta mi salta subito addosso chiedendomi cosa c'è che non va.

"No, niente. Sto bene."
"Ovvio." dice amareggiata.
"Non ricordi che giorno è oggi?" domanda ancora
"Ehm..."
"Oggi ci sono le prove per il Cantascuola." risponde felice "E non hai scelto nessuna canzone, vero?"
"Vero.".
Andiamo verso la classe, c'è il lettore d'inglese. Poco da dire, è un figo. Si chiama Sebastian, ha 27 anni e ha i capelli lunghi fino le spalle. Passo la lezione ad immaginarmi come la sua Belle, in "La bella e la bestia". Ancora rimbambita, con la testa tra le nuvole, ritorno a terra al suonare della campanella della ricreazione.
"Elisabetta, tu conosci un certo Simone di terza?"
"Dici Chiarello? Il moroso dell'Alina?"
"Proprio lui."
"Allora sì, perché?"
"Devi farmelo conoscere."
"Va bene, ci sarà sicuramente anche lui ai corsi."
Le ore passano lente tra verifica di algebra e storia. Sono le 13.00 quando ci tocca andare in mensa. Come al solito il cibo farebbe schifo pure ad un maiale, ma ci tocca mangiarlo lo stesso. Finito di pranzare corriamo subito nel sottotetto per cercare l'aula di ballo. Ho scoperto che Simone fa hip-hop e che è pure amico di Thomas, guarda tu che coincidenze. Il sottotetto, o così lo chiamano, è un insieme di enormi stanze all'ultimo piano, lo hanno interamente dedicato a noi: cantanti e ballerini. Entriamo nel "Laboratorio di ballo" da dove proviene un'orrenda canzone di Ariana Grande, ballata da un tipo con la cresta a spazzola.
"E' lui." dice sottovoce Elisabetta, come se tra tutto quel chiasso la potesse sentire.
"Non ci posso credere."
Mi guarda perplessa.
"E' lo stesso ragazzo che ad inizio anno mi spanse la cioccolata addosso."
Mi avvicino e gli faccio segno di abbassare la musica.
"Scusa, saresti?" domanda sistemandosi il ciuffo
"Angela, e mi dovresti delle scuse."
"Ah, sei quella a cui ho versato addosso la cioccolata a settembre?"
"Sì, proprio io."
"Scusa." dice trattenendo una risata.
"Scuse accettate, ora è meglio andare alle prove."
Lo salutiamo ed entriamo nel "Laboratorio di canto", a fianco. Ad aspettarci non ci sono molte persone, scorgo Thomas e il professore Clerici in mezzo ad una ventina di ragazzi. Iniziano le prove, Elisabetta canta "Occidentali's karma" e poco dopo arriva il mio turno. Ormai siamo rimasti in pochi, saremo meno di una decina. Quando sento il mio nome, mi alzo dalla sedia e vado verso il prof.
"Cosa pensava di portare?"
"Onestamente non ho ancora deciso."
"Veda di muoversi, le ricordo che il Cantascuola si terrà a febbraio, ha solo tre mesi."
"Scusi."
"Bene, quindi oggi ho libera scelta. Volevo risentire...vediamo un po'...che ne dice di "Remember the time"? L'altra volta le era andata abbastanza bene."
"Certo."
Parte la base, vado bene fino a quando noto Thomas guardarmi con quei suoi occhi, e perdo la ragione, e comincio a sbagliare le parole.
"No, fermati, cosa ti è preso?" domanda il prof, girandosi a cercare dov'era finito il mio sguardo.
"Ahn, ho capito" dice sorridendo "Thomas? Ha bisogno di un aiuto."
Cazzo, che figura di merda. Elisabetta mi fa un occhiolino, quanto la odio in questo momento.
"Va bene." Thomas mi si avvicina e mi sussurra "Dopo ti devo parlare.".
Non mi rassicura.
Finita la canzone salutiamo tutti e andiamo fuori dalla stanza.
"Che ne dici di andare al bosco?"
"Ok."
Usciamo da scuola, Deborah si avvicina a noi.
"Ti stavo aspettando, ma vedo che hai di meglio da fare." dice guardandomi schifata
"Detto bene."
Deborah gli tira uno schiaffo "Stalle lontana.".
Thomas mi prende per una mano e mi porta con sé. E' tutto così maledettamente simile a quel sabato.
"Quante cose avrei da spiegarti."
"Allora spiegamele." rispondo con sicurezza, solo dopo qualche secondo mi accorgo della stupidità di quello che ho detto. La sua mano mi accarezza i capelli e spinge una piccola ciocca dietro l'orecchio.
"Non posso."
"Cosa dovevi dirmi?" passo dal guardare i suoi occhi, a terra. Mi chiedo cosa serva tanto mistero.
"Clerici pensava di farci cantare insieme al Cantascuola. Come sai io e Deborah abbiamo qualche problema ultimamente."
Lo abbraccio "Sono felice."
"Devi smetterla di piacermi così tanto, sai? Vieni, ti porto in un posto."
Mi riprende per mano, stiamo facendo una salita. E' così veloce, devo quasi correre per stare al suo passo.
"Quanto manca?"
"Siamo arrivati.". Sposta un ramo di salice per dar spazio ad un dirupo. C'è una vista stupenda, si vede tutta Treviso, la nostra scuola e le case intorno. Ci sediamo e chiacchieriamo.
"Non vedo l'ora sia Natale."
"Giusto, c'è il ballo." dico immaginandolo attorniato da ragazze
"Con chi vai?"
"Credi davvero qualcuno mi abbia invitata?" dico ridendo
"Penso proprio di sì."
Non capisco.
"Angela, vorresti venire al ballo con me?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 05, 2018 ⏰

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Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora