La società in cui vivo non mi piace
Mi rende triste, mi fa venire voglia di lanciarmi sotto un treno per cercare almeno lì un motivo per vivere e uno per morire.
Questa vita è un'immensa via di mezzo che mi strema e priva di ogni forza vitale, mi rende ignorante e ammazza la mia curiosità, perché curiosità è troppo rischioso, è tutto troppo rischioso e non si può vivere senza morire e morire senza vivere eppure qua morte e vita coesistono perché senza scelta vuoi chiamarla vita? È una morte costante del tuo animo;
È una mortificazione di quello stesso desiderio che ti tiene in vita.
Eppure non puoi morire, non pensarci nemmeno un secondo, che fai? Sei così egoista da lasciarci tutti qui?
E poi dibattiti così vuoti su ciò che è giusto e sbagliato:
Suicidio è coraggio;
Suicidio è viltà;
Suicidio è arte;
Suicidio è morte.
E allora ci avventiamo gli uni sugli altri per capire cosa è vero e giusto e cosa no, senza capire il filo conduttore, la molla generatrice nella mente di chi ti ha detto addio.
Si parla e parla e parla senza capire, senza sapere, senza spendere un solo secondo a immaginare cosa fosse per l'altro anziché per noi.
Ammutoliti dal vivere eccoci che spicchiamo sull'altro per ingegno o per l'audacia con cui giustifichiamo la sopraffazione.
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Parole non dette
ContoQui si raccolgono tutto quello che vorrei dire, ma che per l'ansia, per il nervoso non riesco ad esprimere. E allora scrivo e scrivo, rimangono lì i miei pensieri, intrappolati tra i caratteri digitali di un file di testo.