Perchè penso che bisogna saper fare la critica tanto quanto saper scrivere.

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Ho smesso di giudicare la gente sulla base delle cose che dicono o fanno, anche se mi feriscono.
Alla fine mi sembrano tutti vittime della vita che conducono o che hanno vissuto e che in fin dei conti, non hanno scelto.
Il problema forse non sta nemmeno nel fatto che tutti vogliano fare i critici, ma che abbiano completamente scordato sia l'arte dell'oratoria, che la diplomazia.
Non si accorgono che il problema nel parlare con gli altri, la solitudine che affligge la nostra generazione, sta proprio nel nostro giudicare senza fornire un rimedio o un consiglio, come se fosse legittimo, utile e necessario.
Proprio ieri ho visto "A Dangerous Method" in cui si parlava del rapporto tra Freud e Jung e di come Freud si fermasse alla diagnosi del paziente senza fornirne la cura (Questo è ciò che emergeva dal film, non dall'effettivo contributo fornito da Freud).
Ecco, mi fa pensare proprio a questo.
Oppure per citare la Maieutica, una Pars destruens senza Pars construens, fine a se stessa e che quindi non porta ad un effettivo miglioramento. Nel caso della psicoanalisi è un punto di inizio, ma per una critica estremamente soggettiva, credo che demolire l'individuo, non sia una pratica propedeutica all'accrescimento dell'individuo stesso, ma al suo annichilimento con il conseguente terrore di espressione mia e sua.
Tutto questo per dire, la prossima volta pensateci due volte prima di andare a bastonare la gente alla cieca, perchè finireste per bastonare voi stessi.

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