La stanza era buia, l'odore di sangue, acre, aleggiava nell'aria. Tori tentò di sollevarsi, ma con scarsi risultati. Fece appello a tutti i muscoli allenati durante le ore di ginnastica della Professoressa James per mettersi a sedere.
Ci impiegò qualche minuto per riuscire a mettere a fuoco la stanza, un po' perché buio, un po' perché aveva sbattuto la testa.La prima cosa che notai era una pozza di sangue scuro e denso di fronte a me, e mi chiesi stupidamente di chi fosse.
Nella mia mente ripercorsi cosa accadde: i ricordi scorrevano veloci e confusi nella mia testa. Pensavo sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Appena la mia mente tornò lucida e pienamente funzionante, cosa che impiegò qualche secondo, mi guardai ripetutamente intorno, alla ricerca dell'artefice. Thomas non si era accorto di niente, plausibile vista la quantità di cocaina che aveva nel corpo; mia madre non c'era, e neppure mio fratello.
Due fari illuminarono le finestre della cucina e del soggiorno. Il mio aggressore stava scappando, e io ero troppo scioccata per muovere un qualsiasi muscolo del mio corpo, che sembrava non voler rispondere ai miei comandi. Non ho mai avuto il controllo della mia vita, e ora avevo perso persino quello del mio corpo.
Quando la macchina si allontanò la luce giallastra dei fari lasciò il posto a quella bianca della luna. Vicino a me la pozza scarlatta brillava argentea.Ci vollero settimane per far guarire la ferita, e altrettante per far credere a Mary Jane e Thomas che quello fosse stato uno stupido incidente. Tanto a Thomas non fregava un cazzo comunque. Avrebbe venduto Tori e Alexander al mercato nero per un pochino di Ecstasy.
A scuola le voci si diffondevano veloci, e la curiosità degli studenti cresceva esponenzialmente. Ultimamente Tori era spesso al centro dell'attenzione, cosa che le provocava un forte imbarazzo.La Professoressa di francese stava leggendo con aria annoiata 'Le Bourgeois gentilhomme' di Molière. Nell'aula si muovevano meno penne di quante avrebbero dovuto.
Una pallina di carta mi atterrò sul banco, attirando la mia attenzione (da precisare che a quel punto della lezione qualsiasi cosa la avrebbe attirata).'Tori, sei invitata alla mia super festa di compleanno Sabato prossimo, vestiti decentemente.
E sentiti onorata.'
Adam
"Coooosa?" fu la mia risposta. Io, Tori Staw, ero veramente stata invitata ad una festa dei 'popolari'? Non potevo crederci. Per un momento mi dimenticai di essere in aula. Le risate dei miei compagni e la sfuriata da parte della Professoressa mi resero consapevole. Sprofondai nella sedia con fare furtivo, tentando il più possibile di nascondermi dietro al piccolo banco di metallo. Fallii miseramente. E venni sbattuta fuori dall'aula.
Provai sollievo, anche se non avrei dovuto.
Presi a camminare lungo i corridoi abbandonati. Vederli così vuoti mi provocava una strana sensazione, quasi piacevole.
Venni attirata da una delle grandi e luminose finestre, quelle con vista mare. Mi persi a guardare l'orizzonte, ancora una volta. Quel paesaggio lo conoscevo ormai a memoria. Passavo ore a osservarlo e contemplarlo dalla finestra della mia camera, catturata da tutto ciò, desiderando disperatamente di farne parte. Decisi d'impulso di correre fuori dal liceo; correvo senza sapere dove stavo andando, ascoltando per una volta il mio cuore e il mio istinto. Mi fermai, esausta, quando le mie scarpe da ginnastica toccarono l'acqua salata del mare.Passarono alcuni minuti, ma sembrarono ore. L'oceano sembrava aver rallentato il tempo, insieme al battito cardiaco. Sembrava di stare in un altro mondo, lontano dai problemi, dalle voci indiscrete, dall'alcool, dalla droga e dalle botte. Chiuse gli occhi immaginando di stare su un'isola deserta. Il vento le accarezzava il viso come se volesse rassicurarla, le onde che la trascinavano più in dentro come se volessero salvarla. Ma chi poteva. Tori stava lentamente affondando, e nessuno sarebbe riuscito a riportarla a riva.
L'acqua mi arrivava ormai ai fianchi, i pantaloncini grigi tutti bagnati. Mi voltai lentamente per uscire dall'acqua e immergermi nuovamente nella mia vita di merda. Dietro di me trovai invece della città il cielo. O quasi.
Ryan mi stava fissando intensamente da chissà quanto tempo. Ma stavolta non stavo sognando, lui era lì, davanti a me. Sentivo il suo respiro, il suo sguardo intenso su di me, il calore che il suo corpo emanava.
I petali di ciliegio impiegano 1 secondo per percorrere 5 chilometri quando cadono. Quando smettemmo di fissarci ne erano arrivati a terra di petali."Comunque mi chiamo Tori". Mi ero quasi dimenticata di averglielo detto in sogno, ma mai nella realtà.
"Ce ne hai messo di tempo per dirmelo". Sorrise.
Uscimmo dall'acqua, e parlammo per un tempo che mi parve infinito. Questa volta era tutto reale, ma a me sembrava comunque un sogno.
Quando ero in terza liceo lo guardavano tutte, lo volevano tutte. Anche io lo guardavo, di nascosto, senza farmi notare. Lui era un sogno. Per questo faticavo a credere che lui fosse veramente li con me.
Mi pizzicai leggermente il braccio senza farmi notare da lui, giusto per avere una sicurezza in più.
Non so perché Ryan volesse parlare con me. Alle superiori non sapeva nemmeno chi fossi. Non trovai una risposta in quel momento, ma non provai nemmeno a chiederglielo. In realtà non lo volevo sapere. Andava bene così."Si sta facendo tardi, posso accompagnarti a casa?".
Panico. Non avrebbe conosciuto la mia storia. Dovevo impedirlo. "Non serve, abito qui vicino. Ma grazie comunque.".
"Ci rivedremo almeno?". Nel suo viso un barlume di speranza.
"Buonanotte" risposi. E corsi via.
Non avrebbe mai avuto una risposta. Non doveva cercarmi. Per quanto potesse essere fantastico parlare con qualcuno che ti tratta da essere umano, lui doveva starmi lontano. Se si fosse avvicinato troppo lo avrei portato a fondo con me. Ma lui non se lo meritava.
E poi non sapeva respirare sotto acqua.
Io avevo imparato a farlo.
Io sarei affondata da sola.
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Col profumo del mare
RomanceTori Staw ha 18 anni, e la sua vita sta andando a rotoli. Ryan Wellin ne ha 21, e la sua vita è fantastica. Lei sta affondando, e lui è forse l'unico in grado di salvarla. Ma forse lei è già troppo in basso. Forse lei non riesce più a sentirlo.