L'ODORE DI SALE

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Giornate più lunghe. Caldo soffocante. Asfalto bollente. Cielo limpido. Acqua cristallina. L'estate, con tutta la sua imminenza, aveva annunciato il suo arrivo. E la campanella annunciò la fine della lezione di biologia, che prontamente non avevo seguito. Davanti a me, un foglio bianco, vuoto, come la mia vita. In lontananza, invece, solo grida e schiamazzi degli altri studenti, pronti a godersi i tre mesi di libertà che li aspettava. Che ci aspettava.
Mi alzai controvoglia, muovendo l'accesa massa di capelli rossi, che si adagiò silenziosa sulle mie piccole spalle, avvolte da una leggera canotta verde menta.

"Alone" di Alan Walker riempiva il silenzio di quella giornata, comprendo il rumore delle onde accanto a lei, che disperatamente tentavano di raggiungerla, e prontamente la sabbia le rimandava indietro. Quelle onde vitali, energetiche, forti, tutto ciò che lei avrebbe voluto essere, pensieri soppressi dalla consapevolezza di non essere abbastanza, di non essere e basta. Lentamente stava scomparendo, come le impronte lasciate sulla bianca sabbia.
In lontananza, una sagoma, sfocata. Passo dopo passo, Tori si ritrovò di fronte il suo opposto per natura. Ryan. Lui, perfetto, lucente, gentile, spensierato. Lei, incompleta, sola, vuota, fragile. E allora perché, per quale assurda legge della natura lei si sentiva così attratta da lui? Perché ogni cellula del suo corpo lo desiderava così intensamente? Perché l'atmosfera sembrava così piccola e insulsa in confronto a lui?

Una leggera e calda brezza solleticò la mia pelle candida, provocando una scia di brividi che mi attraversò il corpo. Chiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da quel dolce cullare del vento, dal canto dei gabbiani, dall'odore di sale, forte e penetrante, che apparteneva alle onde.
Socchiusi leggermente gli occhi, trovandomi a pochi centimetri dal suo viso. Questa volta non fui attratta dai suoi occhi, ma il mio scrutare si soffermò sulle sue labbra, rosse e carnose. Questo non ci voleva. Mi stavo lentamente innamorando di lui. Non sarebbe dovuto accadere.
Lui, di fronte a me, mi osservava intensamente, coi capelli color terra che scompigliati gli ricadevano sul viso. Gli scostai una ciocca, un gesto impulsivo, non controllato. Le mie guance non indugiarono ad assumere un colorito più acceso, ma lui non sembrò notarlo. Il suo sguardo si era posato sulle mie labbra, e non accennava a distaccarlo. Con quanta naturalezza lo mostrava. Che invidia.
Lo vidi sporgersi verso di me. Stava accadendo veramente? Avrei dato a Ryan Wellin, il sogno di tutte le ragazze, il mio primo bacio? Chiusi gli occhi e strinsi le mani al petto, tentando invano di rallentare il cuore che sembrava volermi esploder nel petto.

Fu questione di un secondo. Le labbra di Ryan si posarono sulle sue. Un bacio casto, delicato, quasi uno sfiorarsi di pelli. Uno scambio di brividi. Quando Tori aprì gli occhi si rese conto di essere rimasta sola. Li, in piedi di fronte al tramonto. Tra le mani un piccolo pacchettino con una delicata scritta incisa sulla carta rosa.

"Aprilo domani, buon compleanno. Ryan" lesse sotto voce per non condividere con nessuno quel suo piccolo tesoro.

Strinse il pacchettino al petto guardando il sole tuffarsi nel mare, e assaporando la gioia di quel momento.

Col profumo del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora