prologo

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La mia vita era sempre stata così.
Addestamento, vai bene a scuola , addestramento, cambiare casa, addestramento ..
Fino a quando non ho compiuto 15 anni.
Allora il ritmo cambiò in addestramento, nuova missione, addestramento, nuova missione.. Non ho mai avuto il tempo di crescere, di giocare e di piangere come tutti i bambini.
Da quando sono nata sono sempre stata una bambina un po diversa.
La mia famiglia era diversa.
Il mio mondo era diverso.
I miei giocattoli erano pistole, i miei giochi consistevano nel cercare di rubare più silenziosamente possibile.

Tutto ciò che sapevo e che ero destinata a tutto questo, perché nella nostra famiglia, la rinomata famiglia Everline, nascere era un privilegio. Dovevo fare ciò che dicevano, amche se comprendeva fare del male a qualcuno, guardare qualcuno morire davanti i tuoi occhi.
Commisi il mio primo omicidio a 16 anni. Piansi tutta la notte quel giorno. Io ero l'artefice di quella vita scomparsa, dei suoi occhi vuoti, della sua pelle fredda e pallida.

Non mi hanno mai presa per tutte le cose che ho fatto, per tutti i crimini, tutti gli omicidi. Nessuno sospetta della ragazzina bionda che non farebbe male ad una mosca. All'inizio con quell'arma tra le mie mani tremavo, perché sapevo cosa avrei dovuto farci.

Mi dicevano che dovevo essere migliore, che dovevo riuscire a fare del male a qualcuno senza piangere, senza provare nessuna emozione, perché è il mio lavoro.

Peccato che nessuno mi abbia mai chiesto se io questo lavoro lo volevo.

To Be Free AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora