capitolo 1

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Non sono minimamente nervosa, so già cosa fare, basta aspettare che tutti vadano via e muovermi come un gatto dalle zampe di velluto. Devo rubare quella chiave USB, non posso fallire. La mia famiglia è stata molto chiara, ne va della mia vita.
È sempre stato cosi.
Sono riuscita subito ad entrare nel magazzino dove mi hanno indirizzata, so muovermi molto bene. Mi trovo in questa stanza, nascosta dietro una colonna portante, cè un tavolo molto lungo, penso tre o quattro metri, con 8 persone che stanno discutendo sul muoversi per bloccare la mia famiglia, sanno che prima o poi saremmo arrivati. Il passamontagna incomincia a darmi fastidio, quindi spero che si muovino a parlare.

"Non possiamo permetterci che la trovino" a parlare è un uomo molto robusto, avrà credo sui 45 anni. Indossava un completo formale blu notte e aveva i capelli molto corti, a spazzola.

"L'ho nascosta molto bene George, tranquillo." rispose un altro uomo alla sua destra. È più giovane di George, porta degli occhialo ed è pelato. " è proprio qui, con tutti noi."
Detto ciò si sfila l'anello e tiene tra le dita la pietra nera che lo compone, la solleva e tira fuori la chiave.

Eccola, finalmente.
Che stupidi, mi hanno fatto vedere dove la tengono, sarà come rubare una caramella ad un bambino.

Aspetto che finiscano la loro piccola riunione e che George esca.
È il momento.
Prendo la mia amata pistola con silenziatore e colpisco due guardie che cadono sul colpo, mi sposto dalla colonna e sparo ad una guardia che stava cercando di aiutare le altre due che ho colpito.

Il tizio con l'anello sta cercando di scappare, si certo contaci.
Incomincio a correre verso di lui, se cè qualcosa di buono che la mia famiglia ha fatto per me e proprio quella di avermi allenato fin da piccola a resistere sulla corsa, sui pugni e sull'agilità.
Lo raggiungo facilmente, lo afferro per la giacca e con una mossa studiata lo scaravento a terra. Lui mi guarda con aria terrorizzata, non ha la minima idea del fatto che io sia una ragazza, quindi gli incuto timore.

"Chi sei? Cosa vuoi?" Dice mentre si guarda attorno sperando in cuor suo che sia rimasto ancora qualcuno, oltre ai cadaveri delle guardie. "Dove sono tutti?" dice infatti.

"Secondo te sarei così stupida da prenderti con qualcuno nelle vicinanze? Wow mi avevano detto che eri astuto."dico.

"Cosa vuoi da me? Soldi, gioielli? T-Tieni, i-il m-mio p-portafogli, prendi tutto quello che vuoi." Detto questo mi passa il suo portafogli ed io lo allontano con un calcio.

"Non mi servono i tuoi soldi, coglione, ma qualcosa per cui tu ti consegnerai volontariamente, se non vuoi perdere la vita come quegli idioti tutti muscoli e niente cervello che ti porti dietro e spacci per guardie del corpo." Dico con un sorrisetto "voglio il tuo anello". Lui immediatamente cerca di sfilarsi la fede "no brutto idiota, quell'altro" indico quello con la pietra nera.

Fa una faccia sconvolta "Non posso" dice mentre cerca una via di fuga "se non mi uccidi tu per averlo mi uccideranno loro per avertelo consegnato" sembra sul punto di piangere.

"Non mi sembra poi un'idea cosi cattiva" dico inespressiva.

"Ti prego! Ho una moglie e due bambini, senza di me non hanno nessuno"

"Consegnamelo."

"Ti prego, non posso!"

"Ti ho detto consegnamelo! Non lo ripeterò una terza volta"

"Ti scongiur-"

Non è in grado di finire  di parlare perché gli ho ficcato una pallottola in fronte.
Così impara a non starmi a sentire.  Mi inginocchio con tutta calma e gli prendo la mano e gli sfilo l'anello, ponendolo nella mia tasca. Stavo per andarmene, ma ci ho ripensato ed ho preso il suo portafogli, in fondo me l'ha offerto lui.

Ormai non mi fa più effetto, penso che la mia famiglia mi abbia tolto tutte le emozioni che non siano rabbia e odio.

Me ne vado soddisfatta del mio lavoro e mi nascondo in un albero che si trova sul sentiero al di fuori del magazzino. Mi tolgo il passamontagna liberando i miei lunghi capelli biondi. La mia famiglia da tempo ha progettato questo pantalone molto largo che con delle semplici mosse può essere tramutato in un utile zaino. Sfilo il pantalone, sotto il quale ho un leggins grigio che arriva a metà polpaccio,  e lo trasformo in zaino.
Mi tolgo la felpa nera, sotto la quale ho una canotta con una stampa di un panda, la ripongo al suo interno e mi avvio tranquilla in città infilandomi lo zaino sulle spalle senza preoccupazioni.

Nessuno sospetterebbe di una ragazza minuta e con un aspetto così tenero.
Con i miei capelli e i miei occhioni azzurri, la mia pelle quasi di porcellana e la mia voce timida , sono la ragazza perfetta per queste cose.
Quando in realtà sono piu virile dei ragazzi della mia scuola

Mi dirigo verso il centro, guardando delle vetrine. Nel portafigli del tipo c'erano quasi ottocento dollari in contanti.
Non girerei mai con tutti questi contanti sulla mia persona, ma certo, lui contava sulle sue "guardie del corpo".

Addocchio una gonna in pelle nera a vita alta e subito entro per provarla, visto che Mr "ho una famiglia e dei bambini" me l'ha gentilmente offerto.
La cassiera me la porge e me la provo. Con la mia pelle cadaverica cè un bel contrasto, ma adoro questa gonna e la compro. La commessa mi dice il totale e io senza neanche ascoltarla gli do un centone e mi da il resto ce ripongo velocemente nello zaino.

Incomincio a camminare verso la base quando qualcuno mi urta la spalla. Mi giro già pensando a tutte le imprecazioni che gli avrei tirato ma mi fermo. È un ragazzo bellissimo. Ha gli occhi di un azzurro glaciale, quasi bianchi oserei dire, i capelli spettinati color nero corvino e mi sorride con fare bonario mentre mi aiuta a riacquistare l'equilibrio.

"Ciao, io sono Nicholas" mi dice facendo un lieve inchino mentre prende la mia mano e la bacia.

"Jennifer".

Salve a tutti. Questa e la prima vera e propria storia che inizio a scrivere, spero che vi piaccia.
Pubblicheròun capitolo appena posso, probabilmente anche due volte a settimana.
Dopo questo vi lascio con una domanda.
Cosa ne pensate di Jennifer?
Fatemi sapere

                                   Http.robin99

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