1° capitolo

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Come possono delle persone distruggerti soltanto con delle parole?Come possono fare così male? Non ne ho idea ma beh, succede continuamente.

Dopo essere andata a Roma per la presentazione di un libro in cui ho messo anche l'anima è stato definito uno stupido libro che parla di problemi sentimentali tra ragazzini

beh in realtà lo erano, ma visti da un'altra prospettiva non erano per nulla stupidi e banali

Entrai in stazione ancora con le lacrime agli occhi, che vagarono un pò fin quando non si soffermarono su una panchina vuota, mi avvicinai a essa e mi ci abbandonai
L'ennesima lacrima rigò il mio viso, poggiai la testa sulle mie gionocchia e strinsi le gambe al petto

Ero così immersa nei miei pensieri che non mi accorsi che avevo gli occhi di qualcuno addosso

Non che ci fosse qualcosa di strano, ero pur sempre in una stazione, no? La curiosità negli occhi delle persone è sempre presente

Controllai il tabellone con gli orari del treno, tra circa dieci minuti dovrebbe arrivare quello che mi porterà a casa, mancava solo Anna

Mi aveva accompagnata qui, era quasi più entusiasta di me all'idea di vedere il mio nome su dei libri di avere una versione cartacea del mio sogno

Afferrai il telefono e composi velocemente il numero e dopo diversi secondi rispose


" pronto?"

"Anna dove sei?"

"Umh..ne ho approfittato per venire a trovare degli amici, tra qualche ora sarò lì"

Annuì anche se avevo la consapevolezza che lei non mi potesse vedere

"Ti voglio bene tesoro"

"Il prossimo treno è tra tre ore, cerca di esserci o ti lascio qui" dissi con un pizzico di sarcasmo e ridacchiando


Sentì una risata dall'altro lato del telefono e successivamente riattaccai

Mi portai indietro la testa sospirando

Mi toccai le guance e realizzai che erano ancora bagnate a causa delle mie lacrime

Cercai di asciugarmi la faccia strofinandomi la manica del mio maglione su di essa

Ma prima che potessi farlo la presenza figura che stava vicino a me mi costrinse a alzare lo sguardo verso essa

Notai un ragazzo, sui 16-17 anni abbastanza alto
Mi persi a guardare i suoi magnifici occhi verde smeraldo e giurai di averci visto qualcosa di inspiegabile
Un ciuffo di capelli neri gli ricadeva sul viso mettendomi tenerezza

Pov's Thomas
Ero appena arrivato in stazione  per andare a Roma a fare un provino per la scuola di amici, quando il mio sguardo ricadde su una ragazza, delle lacrime le bagnavano il viso


Bella e già dannata

Rimasi lì a guardarla per un pò, come se potessi capirla con un solo sguardo

Mi persi tra i miei pensieri

Dopo qualche minuto decisi di avvicinarmi, porgendole un fazzoletto. Tossì per attirare la sua attenzione e la guardai con un lieve sorriso.


"Fai le prove per qualche commedia?"

Dissi cercando di sdrammatizzare,  indicando i fogli che aveva in uno spartito vicino a lei e sedendomi vicino a lei

Pov's Ilenia

Arricciai il naso, cercando di forzare un sorriso

"Mi dispiace deluderti ma beh no"  dissi mentre torturavo  il mio labbro inferiore con i denti

" Allora cosa succede?" Disse con tutta la calma del mondo

"Ho presentato un mio libro, ma non è piaciuto" dissi mantenendo lo sguardo basso

"Non credo che una ragazza così non sappia far provare alla gente emozioni con delle parole " Disse sicuro

Sollevai gli occhi incrociando il suo sguardo, lasciandomi scappare un sorriso

"Mh, posso..leggerlo?"

Fui un pò colta di sorpresa dalla sua richiesta

"Umh..Certo" Gli passai una copia che avevo portato con me

Lui l'afferò e si soffermò sulla copertina leggendo l'autore

"Ilenia" Disse ad alta voce lanciandomi uno sguardo "Grazie Ilenia"

"Di nulla-" feci una pausa facendo finta di ricordare il suo nome e continuai "Ragazzo della stazione" sorrisi

"Thomas" Mi corresse

"E sentiamo, dove vai Thom?" Mi spostai leggermente in avanti

"A fare un'audizione in una scuola di musica"

Solo dopo aver detro ciò notai una chitarra ai piedi della panchina

"Ebbene suoni anche" sorrisi

"Già, se vuoi ti suono qualcosa"

Annuì velocemente

Lui prese la chitarra da terra e la poggiò sulle sue ginocchia

Suonò una strofa di una canzone, credo si chiamasse Let Her Go

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Quel Maledetto Sorriso//Thomas Bocchimpani Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora