Oh, dimmi qualcosa che io non sappia già
Oh, dimmi qualcosa che io non sappia giàÉ tutto quello che sono riuscito a scrivere da stamattina.
Sento il bisogno di esternare qualcosa che è sul punto di esplodere, ma la stessa paura di farlo mi impietrisce. Mettere nero su bianco il mio vissuto, é la cosa che ho più desiderato, quando stavo nella band.
Avevamo tutto, non potevamo chiedere nessun altro desiderio.
Tranne uno.
Tranne la scrittura senza filtri.
Noi stessi in ogni singola parola.
Lo abbiamo fatto poche volte.
Meno spesso di quanto avremmo voluto.
Ora possiamo farlo.Scrivere nero su bianco tutto quello che mi viene in mente.
Tutto quello che sono.
Chi sono?
Un ragazzo chiuso in una casa di Jackson Town, in Jamaica.
Seduto alla finestra a guardare tanto blu e tanto verde.
Amo stare qui, dove la gente é così cordiale ed estrosa.
Qui, se ti chiedono come stai, lo vogliono sapere sul serio.
É il mio rifugio dal mondo normale. Quello distratto.
Quello di fretta.
Quello sfuggente.
Così diverso da come ho vissuto negli ultimi anni.
Ho vissuto in tutto il mondo, sempre in mezzo a rumori, voci, macchine, smog.
Ho vissuto nel mondo del caos, cercando sempre il silenzio.
Ho vissuto in città rumorose, cercando di cambiarle.
Non lo sapevo, che anche nelle città più rumorose si può avere silenzio.
Non lo sapevo, che quando una città che non dorme mai, sta in silenzio, non è colpa sua.
C'è stata una notte, a New York, con tanto silenzio.Dimmi qualcosa
Dimmi qualcosaPerché quando c'è silenzio, vuoi solo più rumore.
Ti accorgi di aver bramato il silenzio così a lungo, per poi ritrovartici dentro e voler solo urlare.
E chiedere a chi ti sta difronte di urlare.Quando brami così tanto qualcosa, poi la raggiungi e non è mai come lo avevi immaginato.
È sempre più brutto.Mi sono chiesto spesso, se sarebbe successa la stessa cosa con te.
Se tu avessi accettato di avermi alla luce del sole, sarebbe stato com'è sempre stato nella mia testa?
A volte penso che debba andare così, che sia quasi giusto così, averci per un po' e mai del tutto.
Averci per sempre e far terminare il per sempre in un istante.Mi ricordo l'assordante silenzio di New York, subito dopo un grido. Il tuo.
Giornata pesante, a dover annunciare al mondo la tua paternità.
Giornata pesante, a non rivolgermi la parola per tutto il tempo.
Ma solo per dolore.
Ma solo per dolore.
Hai passato anni a proteggermi, ed ora pensi sia stato tutto vano.
Pensi che tu stesso mi abbia protetto e poi distrutto.
Sono in piedi, mi vedi?
Sono fermo sulla sedia davanti ad un pubblico, poco distante da te, a sentirmi chiedere da una sconosciuta, come mai io sia così silenzioso.
Cara, il silenzio l'ho bramato.
Ma ora non lo voglio più. Se il silenzio deve essere questo, io non lo voglio.
Sorrido e dico che va tutto bene.
Sorrido per me stesso, che credevo di non riuscire a sopportare dolori simili.
Sorrido per te, che mi guardi e ti senti così in colpa.
Sorrido e voglio che tu mi veda.
Tu non hai distrutto me, amore mio.
Tu hai distrutto te.Amore, amore mio. Mi chiamavi in quel modo, durante quel periodo.
Eri capace di non parlarmi per giornate intere.
Poi arrivava la notte, e con sé il suo silenzio fatto di troppe bottiglie di alcool e chiamate sconnesse.
Amore, amore mio.Non ti ho mai chiesto il perché.
Perché non solo amore.
Perché non solo amore mio.Amore é generale.
Mi hai sempre detto, che io sono l'amore, per la gente.
" Le persone ti guardano e dicono lui è l'amore"
Me lo dicevi sempre, ed io scuotevo la testa.
Non ho mai creduto di essere un amore. Ma ho creduto al tuo, di amore.
Amore mio.
Lo dicevi con la bocca piena. Mio.
Nel silenzio delle nostre case.
Protetti dalle nostre mura.
Sotto gli occhi della nostra famiglia.
Fiero.
Chissà come sarebbe, sentirti, chiamarmi così, dentro mura che non conosci, sopra strade che non hai mai attraversato, sotto gli occhi di gente di cui non conosci nemmeno il nome.
STAI LEGGENDO
Things I Can || Larry Stylinson
Short StoryRaccolta di pensieri, sensazioni, sogni, cose che immagino, cose che non posso, cose che posso...