'Hai rischiato troppo'
'nah'
'sì, lo sai'
'sì che lo so, ma ho voluto farlo lo stesso'
'tu mi ucciderai...Lou'
'Mhh non smetti di chiamarmi così'
'non ho mai smesso'
'per un po' sì, ero solo Louis''perché l'hai registrato?'
'perché volevo sentirtelo dire anche quando hai smesso'
'perché non me l'hai detto?'Ride. Alza la testa poggiata sul suo petto, si gira a guardarlo.
'Cosa avrei dovuto dirti? "Hei mi manchi, mi manca tutto di te, penso a quanta vita abbiamo vissuto insieme, ed ora che non ci sei penso solo alle cazzate, a te e le tue scarpe di merda che non sono più in casa, a te ed il profumo che è in cucina solo quando ci sei, a te che mi chiami Lou. E sono uno stronzo e ci stiamo odiando ma ti prego puoi chiamarmi Lou perché mi manchi?"
Avrei dovuto dirti questo?'Harry non risponde. Non a parole.
Quando Louis si stende ancora su lui, i capelli solleticano l'addome.
Ha un brivido.
Aspetta che si sia messo comodo, per infilare le dita fra i capelli, mentre con l'altra mano lo accarezza, lungo un braccio, un fianco, il collo, una guancia.'Lou...'
'dimmi amore'
'mi dici quando mi hai registrato? Quand'é stato il momento esatto?''vuoi sapere troppo'
Si gira, porta una mano in alto, cambia posizione, torna su, sul petto.
Sul suo posto.
Ne sente i battiti, calmi.
Ne sente il respiro, calmo.
Lo respira.
Lascia un bacio sulla pelle, prima di poggiare l'orecchio e rimanere lì, fermo.'dimmelo'
'ci sono cose che non voglio che tu sappia'
'allora dimmene metà'Ride.
Prende fiato. Ma sta in silenzio.
Lui lo aspetta.Comincia a giocare con la sua pelle, gli fa solletico sul collo, lo sente ridere.
Rimane con la faccia appiccicata a lui e le dita a sfiorarlo, mentre ritorna a parlare.'vorrei poterti dire che ho registrato la tua voce nella nostra ultima notte insieme, prima del casino, perché sai, fa figo.
Ma non è così. È stata una delle ultime notti, ma non l'ultima.
Eravamo ad Amsterdam, in hotel.
Avevamo fatto l'amore, poi ti sei addormentato.
Eri rannicchiato nel tuo lato del letto, io ero alzato da poco, tu probabilmente eri in quella posizione perché avevi freddo, allora io ho preso una coperta blu che era sulla sedia accanto al letto, e ti ho avvolto dentro.
In quel momento mi hai chiamato.
Hai sussurrato 'Lou' e mi hai cercato con la mano, io l'ho afferrata e ti ho detto di dormire, perché ancora non era mattina.
Poi sono andato a fumare sul terrazzo.
Mi sentivo strano.
Felice, ma strano.
Lo sai, che non riesco a godere a fondo della felicità.
E tu mi cercavi.
E lo fai sempre.
E dovrei essere abituato.Mi chiamavi.
Mi chiami solo tu così.
Ed in quel momento ho pensato che questa sia la cosa più bella del mondo.
Il tuo cercarmi.
E forse in quel momento ho pensato 'e se non dovessi risentirlo più?'
Lo sai, con noi non si può mai dire.
Siamo forti, ci teniamo.
È come se stessimo sempre in pieno oceano, quando stiamo bene siamo in una barca, quando stiamo male ci tocca nuotare nella speranza di trovare la terra, e per la maggior parte delle volte mentre nuotiamo riusciamo ad aggrapparci a tutto.
Sappiamo nuotare.
Sappiamo salvarci.
Sappiamo tenerci.
Ma sappiamo anche affondare, fingendo di non aver trovato niente a cui tenerci.Ed in quel momento ho pensato 'se lo perdo, muoio'.
Perché mi fa impazzire quando mi cerchi, quando mi chiami così.
Non so perché l'ho fatto, sentivo di farlo e l'ho fatto.
Si sentiva il tuo 'Lou' anche dal terrazzo.
La sigaretta era consumata quasi per metà.
Allora ho preso il telefono e ti ho registrato.
Ne ho quattro, forse cinque.
L'ho risentito sempre.
Anche quando ti ho odiato.
Perché ti ho odiato.
Ma poi quando tornavo a casa ti risentivo.
Ma poi quando tornavo a casa scrivevo di te.
Ma poi quando tornavo a casa mi rannicchiavo sul letto nella tua posizione, aspettando la mia coperta verde ad avvolgermi.Mi hai cullato anche quando non c'eri.
E lo farai ancora.
Anche se tu non lo sai
Questa è la mia certezza.Lo stringe.
Si stringe a lui.'Non avrai più bisogno di una registrazione. Lou. Lou. Lou. Lou. Lou Lou Lou.'
È una cantilena. Fra le sue braccia.
Lou.
Lou.
Lou.
Mentre lo bacia.
Mentre lo stringe.
Piccolo.
Il suo piccolo.
Lou.
Lou.
Lou.
Che crolla.
Che rinasce.
Che protegge.
Che butta fuori.
Che butta fuori a metà.
Che butta fuori solo quando lui lo richiede.
Perché Lou è così, ci sono cose che Harry non saprà.
Ci sono cose che Lou custodirá solo dentro sé.
Ci sono cose che poi urlerá, quando non faranno più male.
Quando Harry torna a cullarlo.
Quando Harry torna da lui.
Quando Harry resiste per lui.
Quando Harry continua ancora a chiamarlo Lou.
Lou.
Lou....................................................................
Ascoltate il 'Lou' pronunciato da Harry al minuto 1'34 in Miss You.
Fatevi cullare.
Fatevi dire che per ogni tempesta c'è una fine.
Che ci si aggrappa sempre a qualcosa nel mezzo dell'oceano.
Che dopotutto, Harry chiamerà sempre il suo Lou.
Che il suo Lou torna sempre da lui.
Che due anime così incastrate non si slegano.
Nemmeno in pieno oceano.
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Things I Can || Larry Stylinson
Short StoryRaccolta di pensieri, sensazioni, sogni, cose che immagino, cose che non posso, cose che posso...