25.

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Gli eventi di quei giorni si sono susseguiti in maniera furiosa, veloce, dolorosa ed inaspettata.
Mentre la mia vita e quella della mia famiglia crollava, ho fatto la cosa che mi riesce meglio. Sono scappato. Mi sono fermato a lungo al buio della stanza di Sara. A farmi compagnia solo i gelsomini ormai secchi. Sono stato immobile, cercando di dare una giustificazione a tutto ciò che era accaduto. Cercando un filo logico. Una sorta di approvazione scentifica. Ma tutto ciò che ho cercato di legare si slegava a sua volta, in continuazione. Non ho visto altro che buio, fino a che improvvisamente, qualche mattina dopo, ho sentito toccarmi una spalla. Girandomi ho visto solo due grandi occhioni azzurri che mi guardavano. Come solo Sara poteva fare. Sara o...
-”Papà andiamo a casa ?”

Capita raramente di incontrare una persona che ti sconvolga la vita. Che riesca impercettibilmente e lentamente a riportarti alla vita. A ciò che eri e ciò che sei. Con gesti semplici ma determinanti. Sbattendoti contro in un pomeriggio qualsiasi. In una primavera qualsiasi. Cogliendoti di sorpresa con la frase più semplice del mondo “Papà andiamo a casa ?”. Quanto può essere profonda una frase così.
Sara non era una qualsiasi E di quel “qualsiasi” Aurora si è presa tutto. Forse ho sbagliato con il senno di poi a non amarla dal primo momento. Forse in realtà l'ho amata da subito. Forse non c'è un modo giusto o sbagliato per amare quelle persone che sono state mandate nella nostra vita.
Sara è stata passi avanti che mi hanno condotto a ciò che sono e ciò che sarò. Regalandomi l'unica cosa importante nella vita di un uomo. Una figlia.
Vedo crescere Aurora e mi stupisco.
La guardo correre, fuggire e non smettere mai di frullare.
Lei gira ed io fermo la guardo.
Come adesso in questo parco.
E' la prima primavera che passo senza Sara. Sono i primi alberi in fiore che vedo sbocciare senza Sara. La prima stagione calda, la prime domeniche fatte di passeggiate milanesi lungo i Navigli senza Sara. Ma allo stesso tempo, è anche la prima primavera che passo con Aurora, i primi alberi in fiore che vedo sbocciare con mia figlia. La sua propensione ad amare il gelsomino come la madre che nasce piano.
E mi domando se per ogni fine non ci sia veramente un nuovo inizio. E quale inizio migliore di mia figlia ?
C'è una frase che tengo bene a mente quando penso a ciò che ci è capitato.
"Ogni essere umano è il risultato di un padre e di una madre. Si può non riconoscerli, non amarli, dubitare di loro. Eppur sono lì, con il loro volto, i loro atteggiamenti, i loro modi e le loro manie, le illusioni, le speranze, la forma delle mani e delle dita dei piedi, il colore degli occhi e dei capelli, il modo di parlare, i pensieri, probabilmente l'ora della morte; Ci hanno trasmesso ogni cosa."
Sara sarà sempre parte di Aurora, e cercherò di aggrapparmi a questo nei momenti bui, e anche in quelli felici. Perchè lei, ovunque essa sia, ha fatto parte delle nostre vite. Ha dato senso alle nostre vite.
Gratitudine, è la parola che mi viene in mente.
Quanti significati può assumere ?
Un padre e una madre sono ciò che sei.
Sono la tua essenza. Innegabilmente.
Sei tale e quale a tua madre dicevano ad Aurora da piccola, ed effettivamente se la guardo adesso e penso a Sara è come averle entrambe qui.
Stessi occhi chiari.
Stessi lineamenti facciali.
Stesse rughe d'espressione.
Stessi capelli corvino.

-”Papà ti sei incantato nuovamente”
-”E' perchè sei bellissima, mia dolce Aurora”
La sua mano che prende la mia.
La sua forza che mi trascina di nuovo alla luce.
-”Papà andiamo a casa.”

Ombra vivaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora