E POI BASTA

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In questa spenta luce scura

chiudo gli occhi sensibili.

Dal frastuono delle auto

l'immaginazione mi traghetta

verso la melodia dei raggi di Sole.

Fra quelle corde in tensione

scovo concetti eterni che catturo.

Con le mani li imprigiono

in violenti grafemi usurabili.

Per rabbia li condanno

ad un esistenza finita.

Per invidia respiro la loro aria.

Quando lo sguardo torna al mondo

e le orecchie stridono

al metallico suono del ferro battuto

mi pento della mia perfidia.

Torno là

dove ogni idea è

come nota in uno spartito.

Accarezzo dei pensieri rarefatti,

oramai da me terrorizzati.

Li cullo nelle mie mani

e li porto qui,

per donare al mondo

un po' di infinito.

Sento ansimare e piangere.

Una bimba è rannicchiata

su quei miei fragili fogli perlacei.

Trema disperata, triste e cupa.

La stringo forte a me.

La vorrei portare lassù,

fuggendo da questo puntiforme presente,

ma sta esalando gli ultimi taglienti sospiri.

ILLUSIONI D'UN SOGNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora