MAYA
CAPITOLO 1
Mi raddrizzo sul sedile, sgranchiendo gambe e braccia. Mi slaccio la cintura e do un'ultima occhiata alla terraferma, prima di alzarmi. Non vedevo l'ora di atterrare, non vedo l'ora di toccare terra. Non ce la facevo più! Sentirsi continuamente il peso dell'aria sotto i piedi è un vero e proprio parto. Ho bisogno di alzarmi e uscire da questo aereo. Anche i passeggeri la pensano come me, visto che si accalcano verso l'uscita. Non li ho mai capiti. Perché queste persone hanno sempre così tanta fretta di scendere da iniziare a spintonarsi o tirarsi gomitate? Mi siedo un'altra volta, la fila davanti a me sta aumentando sempre di più. Non è che scendendo per primo ottieni un qualche premio, tutti prima o poi arrivano a terra!
Piano piano le persone iniziano a diminuire, così mi alzo anche io e cerco di prendere il mio bagaglio a mano. Lo afferro e finalmente posso scendere! Dalla porta entra un luce tremenda, una luce così forte da farmi chiudere gli occhi immediatamente. Abbasso gli occhiali da sole e saluto le hostess con le quali ho condiviso queste infinite ore di volo. America- Australia, due continenti immensi. Scendo dalla scala e salgo su un autobus. Intorno a me ci sono così tante famiglie che anche a me sembra di viaggiare con la mia. Per un secondo, durante il viaggio, quando abbiamo attraversato una corrente d'aria, stavo per afferrare il braccio del mio vicino di posto, pensando di trovare papà intento ad ascoltare musica. Ma quando mi sono girata per farlo, ho trovato una vecchietta intenta a leggere il "New York Times." e in quel momento ho capito che questa non era una vacanza per venire a trovare mia zia, questa è la mia nuova vita.
Dopo quasi un'ora riesco finalmente a prendere i miei bagagli e ad uscire di qui. Fortunatamente non sono una persona che porta chissà quali cose, solo il necessario. Anche volendo, non ho così tanti vestiti. Amo indossare più o meno gli stessi abiti: felpe e jeans e scarpe da ginnastica. Odio con tutto il mio cuore quei tacchi immensi che mamma portava sempre, ogni volta che ci salivo ci facevo sempre delle figuracce. Esco dall'aeroporto e subito riconosco la folta chioma bionda di mia zia. Inizio a correre verso di lei, lasciando perdere le mie valige. Appena la raggiungo l'abbraccio fortissimo e quasi inizio a piangere. È così simile a mio padre. È così simile a lui. Stesso odore, stessi capelli, stessi occhi verdi. Quando l'ho abbracciata, mi è sembrato quasi di abbracciare lui.
"Maya! Ciao amore di zia! Mi dispiace tanto per tutto ciò che hai vissuto." esclama staccandomi da lei e asciugandomi le lacrime che mi bagnavano le guance. Cerco di respirare. Cerco di controllare il mio respiro.
"Stai bene?" annuisco e la riabbraccio. Due mesi. Erano due mesi che non abbracciavo nessuno. Ne avevo bisogno.
"Sto bene, sto bene" rispondo staccandomi di nuovo e voltandomi a raccogliere le mie valige. Ormai erano mesi che rispondevo così. "Sto bene, davvero." "Ormai è passato tutto." "Ci sto facendo l'abitudine." Tutte scuse. La verità è che niente andava bene. Niente era più come prima.
Zia si avvicina a me, afferra la mia valigia e mi sorride.
"Sei cresciuta tanto dall'ultima volta che ti ho visto! E se non mi sbaglio, e lo spero veramente, il tuo piatto preferito è sempre la pizza.." annuisco. "Perfetto, perché ho cercato la ricetta su internet e l'ho preparata, avanti, andiamo a casa."
Mi afferra un braccio e inizia a camminare, sorridendo e cantando.
Si vede che ha sofferto molto anche lei. La sua faccia non è più come quella di due anni fa. Le rughe sono più visibili, e grosse occhiaie circondano i suoi occhi. I capelli non sono più biondi come un tempo, ora sono color cenere, più bianchi che biondi. È dimagrita molto, ma è sempre la stessa donna forte e spiritosa che mi ricordavo. Questi due anni sono stati orribili per lei e per mia cugina: prima hanno perso il marito e il padre in un incidente di lavoro e ora suo fratello e tutta la sua famiglia è morta, tutta, tranne me. Io sono ancora viva starò qui con lei fino alla fine di questo anno scolastico.

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Still Alive
Romance"Non mi sono innamorata di lui perché mi faceva sorridere, tutti i miei amici ne sono capaci; mi sono innamorata di lui perché era l'unico che mi faceva perdere la pazienza con la stessa velocità con la quale si faceva perdonare tutto." Maya è quell...