The game is never over

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John era a dir poco esausto: troppe emozioni in una sola volta.
Infatti, una volta varcata la soglia dell'appartamento di Sherlock a Lauriston Gardens, crollò, letteralmente, sulla poltrona dell'elegante salotto, la testa reclinata all'indietro, gli occhi chiusi, tirando un profondo sospiro, la lettera ancora stretta in una mano, provato da tutto quello che gli era successo pochi minuti prima: la fuga da Moriarty, il fulmine che colpiva la DeLorean, la lettera di Sherlock datata 1895... Ce ne era abbastanza per provocare il mal di testa a chiunque.
Chiunque... tranne Sherlock Holmes.
Quest'ultimo, infatti, tralasciando l'iniziale reazione, non sembrava minimamente stanco o provato dagli eventi: anzi, era proprio euforico.
-Un doppio viaggio nel tempo e ora questo! Sembra Natale!-esclamò infatti, andando avanti e indietro per il salotto, gli occhi azzurri che brillavano, esattamente come ogni volta che aveva per le mani un caso interessante.
-Sherlock... sinceramente non riesco a condividere il tuo entusiasmo...-sospirò John, stremato, stropicciandosi il viso.-Forse ora dovrei leggerti la lettera. Nemmeno io l'ho ancora letta tutta.
Il detective gettò un'occhiata all'amico, e riscontrò che in effetti non aveva una bella cera: dopo tutto quello che aveva passato, c'era da aspettarselo.
Si limitò dunque ad annuire, serio, accomodandosi poi sul divano, le mani unite sotto al mento, le lunghe dita a sfiorare appena le labbra, come sempre faceva quando doveva concentrarsi al meglio su una questione o un caso da risolvere.
John spiegò con cautela il fragile foglio di carta e cominciò a leggerla dall'inizio.

Caro John,
Scusa se ho indirizzato questa lettera al nome Hamish Baker-so che lo detesti-ma era l'unico modo per non destar alcun sospetto o paradosso temporale.
Se i miei calcoli sono esatti-e lo sono sempre-riceverai questa lettera subito dopo aver visto il fulmine colpire la Delorean.
Per prima cosa, lascia che ti assicuri che sono vivo e sto bene. Ho vissuto felicemente questi ultimi otto mesi nel 1895.
Il fulmine che ha colpito la Delorean ha causato un sovraccarico che ha spezzato i tempocircuiti, attivato il condensatore del flusso e mi ha spedito nel 1895.
Mi sembra quasi di sentirti: "Sherlock, per l'amor del cielo, arriva al punto!".
Beh, John, mi dispiace, ma stavolta dovrai ascoltare tutte le mie spiegazioni scientifiche!
Comunque, non c'è molto altro da dire: il sovraccarico ha distrutto i circuiti di volo. Sfortunatamente la macchina non volerà mai più...

Sherlock lo interruppe.
-Ha veramente volato? - esclamò, incredulo.
- Si, l'hai aereotrasformata durante uno dei tuoi viaggi nel futuro-gli rispose il medico, stringendosi nelle spalle.
Lui scosse la testa, ancora stupito, ma lo invitò con un gesto della mano a continuare la lettura.

Ho cominciato a lavorare come fabbro come copertura mentre cercavo di riparare i circuiti. Questo purtroppo si è rivelato impossibile, perché le parti di ricambio adatte non saranno inventate fino al 1947.
Comunque sono diventato piuttosto esperto nell'arte di ferrare cavalli e riparare carri. Come ben sai apprendo velocemente. Inoltre, da ragazzino ho lavorato nella scuderia di mio zio, perciò non è un ambiente del tutto estraneo per me.
A volte aiuto persino in alcune indagini il capo della polizia di qui, un certo Dimmock che, se possibile, è ancora più lento di Anderson... Ma almeno il mio cervello non rimane troppo in ozio in questo modo.
Ma torniamo a noi: ho sepolto la macchina in una miniera abbandonata poco fuori Londra (indicata nella mappa). Auspicabilmente dovrebbe restare lì indisturbata finché tu non la troverai nel 2007.
Il mio alter ego di quel periodo non dovrebbe aver problemi a ripararla, così tu potrai ritornare al futuro.
Devo solo chiederti un favore, anzi due: quando sarai tornato nel 2017, distruggi la macchina del tempo...

Back Sherlock-Parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora