Una foto e un ballo

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Nei giorni seguenti, John e Sherlock si misero all'opera per attuare il loro piano, e lavorarono alla DeLorean nella grotta dove il medico l'aveva nascosta: sarebbe stato troppo rischioso, infatti, portarla in città. L'avrebbero poi trainata, con alcuni cavalli, fino ai binari del treno.
In quel momento, però, si trovavano a casa del detective, intenti a controllare ciò che John aveva portato con sé dal 2007: con gran sollievo di entrambi, i Walkie-talkie funzionavano perfettamente: si sarebbero rivelati molto utili.
-Hai avuto una buona idea a portarli!-osservò Sherlock, quasi sorpreso.
-Veramente è stata una tua idea...-ammise il medico, con un sorrisetto.
-Ah... dovevo immaginarlo... Io ho sempre delle idee brillanti.
-Tranne per quanto riguarda i vestiti che mi hai fatto mettere per venire qui...-Il biondo sollevò ironico un sopracciglio.
- Touchée- ammise il detective, con un sorriso imbarazzato, spostando poi la sua attenzione al modellino che copriva quasi per intero il tavolo da pranzo.
Anche questa volta, infatti, ne aveva costruito uno per rivedere tutti i dettagli del piano, completa di treno, ferrovia e paesaggio: aveva persino conservato la medesima macchina giocattolo con cui avevano mimato la scena nel 2007; sopra, però, era stata aggiunta una piccola targhetta metallica, con la scritta "macchina del tempo".
-Dunque... Il treno lascia la stazione alle otto di lunedì mattina. Noi lasceremo la macchina qui. -Indicò il punto sui binari.-Accanto alla vecchia miniera abbandonata. Poi... prenderemo in prestito la locomotiva prima che arrivi allo scambio.
-Intendi dire...?-Il biondo esitò, imbarazzato.
-Sì, John, la ruberemo! - Sherlock alzò invece gli occhi al cielo, spazientito.-Sarà come assaltare una diligenza, ma senza vittime. Non hai mai visto un film Western??
-Io sì! Mi stupisce che li abbia visti tu!-replicò lui, allibito.
-Mycroft era fissato coi vecchi classici...
-Ah... ora capisco... dai, va' avanti.
-Dicevo... La locomotiva, priva di vagoni, spingerà fino alle ottantotto miglia la DeLorean fino al burrone, che noi attraverseremo nel futuro, essendo il ponte già costruito ed ultimato-concluse, spostando la locomotiva e la macchina giocattolo lungo i binari.
Su quest'ultima parte, John non era molto tranquillo: ma, d'altronde, era l'unica possibilità che avevano.
-Sherlock... perché su quel mulino c'è scritto "Punto di non ritorno"?-domandò all'improvviso, notando solo in quel momento quel dettaglio.
-Quello è il nostro punto di sicurezza-spiegò lui.-Prima di arrivarci, avremo ancora il tempo per fermare la locomotiva prima di arrivare al burrone. Ma una volta superato quello, o saremo nel futuro, o...
Non finì la frase.
-Morti?-completò l'altro, cupo.
-... Sì-ammise il detective con una smorfia.
Il medico sospirò: non restava che pregare tutti i santi conosciuti affinché l'idea di Sherlock funzionasse.

All'improvviso, un bussare alla porta li colse entrambi colse di sorpresa.
-... Aspettavi qualcuno?
-No-replicò il corvino, la fronte aggrottata.-Dimmock è ancora fuori città, non può essere lui. E non credo che James busserebbe...-azzardò, sarcastico.
Sentirono poi una voce dal tono gentile al di là della porta.
-C'è nessuno?... Signor Holmes?
La riconobbero all'istante: era Molly Hooper!
Il medico fu più che certo di vedere una strana luce, negli occhi dell'amico.
-John, passami quel lenzuolo, svelto!-gli intimò però Sherlock, cogliendolo di sorpresa, indicando l'oggetto di stoffa drappeggiato sulla poltrona.
-Cos... perché??
-Non deve vedere il modellino, no?!? Farebbe troppe domande!!
Velocemente, John afferrò il lenzuolo in questione, e insieme coprirono il modellino, nascondendolo alla vista: poi, il detective andò ad aprire la porta; non prima di essersi ravvivato rapidamente, con la mano, i ricci corvini arruffati.
Molly, vestita con un abito color pervinca, varcò timidamente la soglia, rivolgendo a entrambi un sorriso: teneva stretta, con le mani coperte da guanti bianchi di pizzo, la maniglia di una bizzarra scatola metallica allungata.
-Salve. Spero di non disturbare...
-No, non disturba. Si accomodi-la invitò il detective con un gesto cortese della mano, indicando una delle poltrone del salotto.
-Signor Holmes, vorrei...- iniziò lei, incerta, sedendosi.
-La prego-la interruppe però lui, con un breve sorriso. -Mi chiami Sherlock.
John quasi rischiò di soffocarsi con il tè che stava bevendo; non c'era più alcun dubbio: a Sherlock quella donna piaceva sul serio.
-Ehm... d'accordo... Sherlock-acconsentì la donna, arrossendo.- Vede, quando i miei bagagli sono caduti dal carro, è rimasto danneggiato il mio telescopio...- Gli mostrò la scatola. -Ha un grande valore affettivo, per me. E dato che lei ha accennato a un interesse per la scienza, ho pensato che magari me lo potrebbe riparare. La pagherò, certo.
-Assolutamente no. Lo farò gratuitamente. Lo riavrà stasera stessa-disse però subito il riccio, categorico, ma dimostrando una gentilezza per lui non comune, e rafforzando la tesi di John, che era sempre più allibito: era davvero Sherlock, quello, o piuttosto un suo replicante alieno???
Lei gli sorrise, grata, ma all'improvviso sgranò gli occhi e scosse la testa con veemenza.
-Oh no no! Stasera c'è la festa per l'inaugurazione dell'Orologio!-esclamò.-Non mi sognerei mai di farla lavorare in una serata così speciale! Voi pensate di andarci, vero?-aggiunse, guardando sia lui che John con un'espressione speranzosa negli occhi nocciola.
Il medico tossicchiò, imbarazzato e insieme dispiaciuto di doverla deludere.
-Uhm... Veramente, madame, non credo che...
-Naturalmente. Certo che ci andremo-lo interruppe però il corvino, come se John non avesse parlato: lui, d'altro canto, non potè credere alle sue orecchie per l'ennesima volta in pochi minuti, tanto che non riuscì nemmeno a protestare.
Molly, invece, sembrava al settimo cielo, a giudicare dall'ampio sorriso che rivolse ad entrambi.
-Be'... in questo caso, ci vediamo questa sera alla festa... Sherlock. Signor Eastwood...-rivolse a John un lieve ed elegante cenno del capo, mentre il detective l'accompagnava alla porta.
-Madame...-mormorò lui, in risposta, troppo stupito per dire altro: ma non appena la donna fu uscita, si rivolse furioso all'amico.
-Sherlock, sei impazzito?!? Andare ad una festa??? Ti ricordo che hai ancora una minaccia di morte che ti pende sulla testa!
-Rilassati, John-replicò l'altro, tranquillamente, un sorriso leggero sulla labbra.-Moriarty non mi ucciderà prima di lunedì, giusto?
Credo che possiamo permetterci qualche ora di svago. E poi, quando ci ricapita una simile occasione? Partecipare a una festa nel 1800, in più dedicata all'orologio!
John sospirò, un po' rincuorato da quel ragionamento: in effetti, un po' di svago avrebbe fatto bene a entrambi...
-Sono un po' sorpreso, però. Da quando ti piacciono le feste e...?
Ma Sherlock aveva lasciato la stanza ancor prima che potesse concludere la domanda.
Il biondo scosse la testa, ma senza riuscire a trattenere un sorrisetto.

Back Sherlock-Parte 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora