Prologo

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Non era la prima volta che Vegeta rinunciava al riposo per allenarsi, non amava stare con le mani in mano da bravo Saiyan quale era, detestava l'ozio ed anche poche ore di sonno potevano dovevano e potevano essere sfruttate. Era così differente dal suo rivale ed ora compagno di stanza, Son Goku, quel maledetto che col suo incessante russare non lasciava al principe nemmeno un attimo di requie.
Dunque meglio impiegare la notte in un duro allenamento, questo era il modo di pensare e d'agire del fiero Saiyan ora impegnato in una serie di flessioni.
Gli era stata la grande opportunità di allenarsi assieme a Whis, maestro del Dio della Distruzione Beerus, come avrebbero potuto perdere tempo?
Quel pensiero lo accompagnò mentre spingeva il suo corpo, chiedeva ai propri muscoli sempre di più. Diventare più forte, superare i propri limiti.
Non vi era nient'altro che alimentasse il fiero principe dei Saiyan ora impegnato in una sessione sempre più dura d'allenamento: controllare il proprio Ki, non disperdere energia come Whis gli aveva insegnato.
Levitava a mezz'aria, gli occhi chiusi ed il sudore che imperlava la fronte, lo sforzo era palese in quel corpo da sempre provato e condotto oltre i propri limiti.
Aveva adesso qualcuno da proteggere, la sua famiglia, avrebbe guardato in faccia ogni ostacolo e l'avrebbe superato con quella spavalderia che non aveva mai abbandonato il suo carattere.
Sentì i muscoli tremare più del previsto, la concentrazione venir meno, una pausa di qualche minuto era quello che ci voleva e tornato letteralmente coi piedi per terra, puntò lo sguardo verso il cielo stellato.
Così diverso dalla Terra quello scenario che si specchiava negli occhi del Principe, non una Luna, ma più satelliti illuminavano quella notte e una sequela di pensieri si susseguivano nella testa del guerriero.

***

La sua presenza era stata richiesta da Lord Beerus, un vero peccato per l'Angelo Whis che si era visto costretto ad interrompere la sua partita a scacchi col  Pesce Oracolo.
Era davvero inusuale che Beerus lo richiamasse nel cuore della notte, probabilmente lo stomaco del Distruttore pretendeva a gran voce qualche pietanza che Whis aveva sempre in serbo per il felino, complici gli innumerevoli viaggi sulla Terra.
Dinnanzi al pesante portone che lo divideva da Beerus, l'azzurro sospirò pesantemente.
Quando Beerus si destava non era quasi mai di buon umore, quella notte avrebbe fatto eccezione?
Bussò due volte per poi aprire la porta, Beerus era seduto sul letto ed i suoi occhi, diversi dal solito, furono la prima cosa che Whis parve notare.
Erano diversi dal solito.
" Ti stavo aspettando, Whis. "

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