Strana gelosia

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L'avrebbe ucciso se avesse potuto in quel momento, Beerus poteva sentire le mani tremare con forza sotto l'influsso della rabbia, non aveva la calma necessaria per pensare, riflettere, dire qualsiasi cosa che non fosse proclamare il proprio risentimento ai danni del suo maestro.
Come poteva essere così noncurante di ciò che gli aveva detto?
Whis non era mai stato così, aveva sempre preso a cuore ogni suo problema, ogni suo affanno e l'affare dei Saiyan da giorni lo tormentava.
Perché quella scelta di allenare entrambi nel loro pianeta?
Doveva esserci sotto qualcosa per quanto Whis l'avesse scongiurato ora con lo sguardo ora con le parole. Probabilmente era la noia ad averlo spinto a cercare qualcosa di nuovo, seduto sul bordo del letto cercava delle risposte a domande che forse non avrebbe dovuto porsi in quel momento.
Detestava condividere qualcosa che considerava semplicemente di sua proprietà ed in quel caso non era una pietanza raffinata, ma si trattava di Whis.
Gli pizzicarono con più forza i palmi a quel pensiero; Whis allenava qualcuno che non era il sottoscritto, trovava svago con qualcuno che non era lui.
Come poteva chiamare tutto quello?
Era vero, col tempo aveva imparato ad affezionarsi a quello sbadato di Whis non considerando più la sua persona come un semplice attendente e maestro, ma qualcosa di più: un amico.
Ora sentiva che quella precaria amicizia, messa a dura prova dal suo brutto carattere, poteva essere lesa da forze estranee e Whis non sembrava intenzionato a risolvere minimamente il problema, anzi sembrava sollevato nell'aver trovato quei Saiyan che occupassero il suo tempo.
Forse era stato il suo carattere ad aver compromesso quell'amicizia, forse il suo essere così irascibile ad aver portato Whis ad allontanarsi o forse semplicemente non trovava la sua compagnia di suo gradimento.
Sentì il cuore correre più forte nel petto: forse era addirittura geloso del proprio maestro e dei momenti di spensieratezza che avevano condiviso insieme.
Ma sarebbe stato troppo orgoglioso per ammetterlo e preferì giurare, in quel momento, odio al suo maestro ed amico piuttosto che comprendere la situazione.
Si distese nel letto imbronciato come un bambino portando le braccia dietro il capo ripensando agli occhi di Whis ed alle sue parole.
" Maledetto Whis..." disse fra sé e sé il distruttore mentre cercava di calmare l'agitazione prodotta dal momento.
Non poteva che non lontano da lui, l'Angelo si chiedeva il perché di quella scenata di gelosia in piena regola.
Chi rifiutava tale termine, chi cercava di sussurrarlo in una notte che teneva divise la due divinità.

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