Capitolo_1

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Era prima mattina e Clary giaceva immobile ne letto, mentre pensava, pensava e pensava.

Pensava a come la sua vita, solo poche settimane prima, fosse stata "normale". Andava a scuola,  dipingeva, aiutava Luke con la biblioteca, usciva con Simon...
Simon, il suo amico mondano, il suo unico, migliore amico, colui che la conosceva più di chiunque altro. Simon che era stato coinvolto in quel folle mondo di angeli, demoni e guerrieri.

Non aveva mai pensato, neanche lontanamente, che un giorno quel ragazzo avrebbe potuto esserle sottratto. Tantomeno da suo padre. Il padre che non aveva mai avuto, colui che aveva sempre creduto morto. Il padre che avrebbe preferito non conoscere mai.

Adesso era al piano di sotto, molto probabilmente con sua madre, che era incosciente, sotto l'effetto di chissà quale strano incantesimo. Sua madre, Jocelyn, che aveva sempre creduto una donna onesta e leale, ma che si era rivelata una bugiarda. Bugiarda, che parola forte, in fin dei conti, Jocelyn, aveva soltanto omesso di dire a Clary qualcosa. Qualcosa che le avrebbe cambiato la vita per sempre, qualcosa che le apparteneva, i suoi ricordi, il suo mondo, tutto...

E poi c'era Jace, il grande Jace. Il più forte tra i cacciatori di demoni, il più bello, ma anche il più vanitoso. Per poco tempo, Clary aveva pensato che forse, finalmente, l'amore aveva bussato alla sua porta. Un amore intenso, folle, non una semplice cotta estiva. Un amore che era stato ricambiato, prima che l'atroce veritá si abbattesse su entrambi, come la spada di un Angelo Vendicatore si abbatte contro il nemico.

Jace e Clary erano fratello e sorella, figli di Jocelyn e Valentine Morgenstern. Un pazzo assassino e la sua moglie traditrice.

I primi raggi del sole, che entravano dalla finestra accanto al letto, solleticavano dolcemente il volto di Clary. Un nuovo giorno stava cominciando e chissá quali nuove avventure avrebbe portato.
Clary non era sicura di voler conoscere quelle avventure, ma dopotutto non aveva scelta. Prima o poi si sarebbe dovuta alzare e avrebbe dovuto affrontare la realtá. Anche se era troppo dura, anche se faceva male.

Uscí, con passo strascicato dalla sua stanza, per dirigersi verso il bagno, che era di fronte alla sua cameretta.
Era di fronte ad essa, quando si aprí di scatto, davanti a lei comparve un giovane alto, con i capelli biondi e bagnati, segno che aveva appena fatto una doccia, gli occhi color dell'oro fuso, la scrutavano con un cipiglio divertito.

«Dormito bene?» la voce profonda riportó Clary alla realtà

«Non troppo» rispose sfregandosi un occhio «Tu, invece?»

«Nemmeno io» solo in quel momento Clary si rese conto del pallido incarnato di Jace, delle ombre scure sotto gli occhi vivaci, degli zigomi alti, che sembravano sporgere piú del solito.

Il ragazzo si massaggió i capelli con l'asciugamano che teneva sulle spalle.

«Va a fare una doccia. Servirá a rilassarti!» condiglió Jace, con voce dolce e lo sguardo tormentato.

"Gli occhi sono lo specchio dell'anima"

Clary non ricordava dove lo aveva letto, ma solo in quell'istante si rese conto di quanto fosse vera... E ne fu sollevata. Fu, in modo egoista, sollevata nel vedere un Jace tormentato, perché anche lei lo era. E si sentiva meno sola, meno oppressa dal peso della veritá, ora che sapeva che anche Jace si sentiva cosí.

Gli rivolse un timido sorriso ed entró nel bagno.

Quella doccia lavó via, momentaneamente, parte delle preoccupazioni di Clary.

Quando scese per la colazione trovó suo padre e suo fratello, intenti a discutere, su chissà quale strana riforma del Conclave.

«Buongiorno, Clarissa!» la salutó Valentine, gli occhi neri che scrutavano quelli verdi della figlia.

«Padre» rispose lei, sedendosi accanto a Jace, che la guardò con i suoi occhi profondi.

Gli sguardi di Jace facevano male, molto male. Erano gioiosi e tristi allo stesso tempo, dolci e malinconici, ma sembravano sprigionare calorosa energia da ogni dove. Erano sguardi dorati, come il fuoco del paradiso, ed erano inconfondibili, familiari, l'unica cosa amica che c'era in quella stanza...

Clary distolse i suoi occhi da quelli di lui, la smorfia del padre, che se ne era accorto, era severa e divertita insieme.

«Ah, Johnatan!» sospiró «Oggi verrai con me ad allenarti, nella Sale delle Armi nell'ala ovest della casa. Clarissa, tu invece inizierai l'addestramento con un mio fidato... conoscente. Un ragazzo che vive a pochi minuti da qui»

Clary sembró sorpresa. Non sapeva che Valentine avesse, come li aveva definiti lui, "conoscenti". Ma di certo non poteva essere sopravvissuto ben sedici lunghi anni senza che nessuno lo riconoscesse.

«Uhm... d'accordo»

«Vi incontrerete nella Piazza dell'Angelo. Tra un ora esatta. Finita la colazione va' a prepararti, metti la tua tenuta da addestramento, la troverai nell'armadio.»

Clary obbedí, e una volta mangiate le sue fette biscottate, idossó la tenuta nera da Shadowhunter. Con quella addosso assomigliava molto a sua madre. Forte e coraggiosa. Una vera Nephilim.

Il nero faceva risaltare il pallore della pelle e il rosso fiamma dei capelli. In quel momento era ció  che era nata per essere. Una guerriera.

Scese le scale, e uscita dalla porta, Clary, si recó nella Piazza dell'Angelo, che era gremita di Nephilim.
Tra la folla scorse un ragazzo dall'aspetto curioso che le si stava avvicinando. Capelli scarmigliati color della neve e profondi occhi color delle tenebre. Un ghigno stampato sul viso, dall'incarnato chiarissimo. Il ragazzo era sempre piú vicino, si stava dirigendo proprio verso di lei...

Allora era lui il misterioso addestratore?

Quando il ragazzo fu talmente vicino da non aver dubbi sul fatto che stesse puntando a lei, Clary, gli sorrise lievemente.

«Ciao, tu sei Clarissa, non é vero?» le chiese, poi senza aspettare una risposta, riprese, porgendole una pallida mano, dalle dita lunghe e affusolate, la  forte mano di un artista «Io mi chiamo Johnatan»

//Spazio Autrice\\

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Brother and Sister // ClaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora