Capitolo_5

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Il gruppo di Vampiri, Nephilim  e Magnus, si diresse verso un ammasso di terra, il cumulo ricordava a Clary i piccoli vulcani di sabbia che lei e Simon costruivano da piccoli.

«E adesso?» chiese la ragazza dai riccioli rossi.

«Aspettiamo finchè il tuo amichetto non sará pronto ad uscire» replicò Raphael Santiago. A quanto pareva, Simon, sarebbe dovuto sbucare fuori, da un momento all'altro, da quel cumulo di terra.

Passarono circa dieci minuti. Erano tutti in tensione: Raphael, apparentemente calmo, si tradiva con un leggero tremolio delle gambe, e il pollice che passava freneticamente sul mento; Magnus aveva lo sguardo fisso nel vuoto, pensando a chissá quale evento del suo passato; Jace fissava Clary preoccupato, desiderando di poterla abbracciare. Mentre Alec, non sapendo cosa fare, guardava le spalle al gruppo, pronto ad incoccare una freccia se fosse stato necessario, ma dubitava.

A Clary sfuggí un singhiozzo. Tutti si voltrono verso la "tomba" di Simon, che effettivamente iniziava a scuotersi; come se fosse vittima di un terremoto.

Poco dopo, dall'ammasso di terra, iniziarono a sbucare degli artigli; e poco a poco un nuovo vampiro affiorò dal terreno.

Clary non riconosceva più il suo amico.

Lo sguardo truce, i lineamenti duri, spigolosi, la pelle cerea. Dalle labbra spuntavano due zanne accuminate.

«Simon!» sussurrò l'amica incredula, e tentò di avvicinarsi, ma quando questi cercó di morderla, due braccia forti la sottrassero dalle grinfie di Simon.

La ragazza si risvegliò poco dopo, sdraiata su un manto d'erba gelida e scura, nel buio della notte.

Sopra di lei c'era Jace, Gli occhi sbarrati, le labbra contratte.

Non appena Clary aprì gli occhi, il fratello, la sorresse con una mano dietro la schiena, aiutandola a sedersi.

«Dov'è Simon?» fu tutto ciò che con voce roca e soffocata riuscì a chiedere lei.

«È scappato, non appena si è reso conto di starti azzannando. Raphael e il suo clan gli stanno dando la caccia»

A Clary ghiacciò il sangue nelle vene.

«"Caccia"?»

«Non gli faranno niente; lo porteranno al Dumort e si prenderanno cura di lui. Clary... non puoi più fare niente per lui...»

«É tutta colpa mia» mormorò lei, tra sè e sè, gli occhi fissi nel vuoto.

«No, Clary, ascolta! Adesso tocca a Raphael prendersi cura di Simon. Ora è un vampiro, non potrai fare molto per lui. Il suo clan...»

La ragazza lo interruppe

«Che faresti se fosse capitato ad Alec?»

«Alec è un esperto, a lui non accadrebbe mai!»

«Rispondi, Jace! Che cosa faresti?» Il suo tono era duro, lo sguardo avrebbe potuto incenerire un'intera calotta polare.

«Non lo so... »

«Lo abbandoneresti mai?»

«Clary, ti prego sii ragionevole»

«Abbandoneresti mai Alec? Il tuo migliore amico, il tuo fratello di combattimento, il ragazzo per cui saresti pronto a morire e lui lo sarebbe per te?»

«No. Non lascerei mai Alec. Nemmeno se si trasformasse in un dannato vampiro!»

«Allora non chiedermi di farlo con Simon»

Detto ciò, Clary, si rimise in piedi a fatica, si pulí i pantaloni dalla terra e raggiunse Alec e Magnus, che in silenzio, sedevano dove poco prima c'era stata la "tomba" del suo migliore amico.

Il Nephilim guardava il terreno ai suoi piedi, l'arco e la faretra ancora in spalla; mentre lo Stregone dall'aria tesa schioccava pigramente le dita, producendo scintille colorate.

«Che cosa fai, Magnus?» chiese Jace, freddo come il ghiaccio, non appena raggiunto il gruppo.

«Sto creando una barriera intorno a noi, cosicché i Mondani non possano vederci. Parrebbe strana la vista di tre signori, di cui uno con gli occhi lampeggianti come segnali stradali e una signorina, in un cimitero ebraico abbandonato, alle tre del mattino»

Convennero tutti che Magnus, in fin dei conti non aveva tutti i torti.

«Il vostro amico vampiro é in buone mani, conosco Raphael e so quanto tiene alla carica di "Capo Clan", perció tratterá con la massima cura Sharon»

«Simon» Lo corrsesse Jace

«Qualunque sia il suo nome non fará differenza. Raphael é un ottimo capo. Garantisco io per lui»

I quattro si incamminarono verso il cancello che portava su una strada periferica di Brooklyn.

«Che ne dite di una colazione come si deve da Taki's? Sono decenni che non entro in quel locale...» propose lo stregone

«Noi dovremmo tornare... se Valentine scopre che siamo scappati...» Clary provó a declinare l'invito

«Il vecchio Valentine! Aspettate solo che il Conclave venga a sapere che é di nuovo in circolazione!»

«Potresti denunciarlo tu!» Alec si stupí di essere riuscito a parlare ad una persona che stimava cosí tanto, senza balbettare

«Oh, Alexander! Io sono un Nascosto, nessuno ascolterebbe mai la mia parola, ad Idris. Quindi? Andiamo da Taki's? Avanti sono le tre di notte! Prometto di riportarvi a casa entro un'ora»

I ragazzi si guardarono tra loro, indecisi.

«Entro un'ora, Stregone!» accettó Jace, con aria minacciosa.

Il gruppo si diresse verso la stazione della metropolitana. E in poco meno di un quarto d'ora arrivarono da Taki's. Uno dei piú famosi locali per Shadowhunters e Nascosti, dove le creature potevano trovare pace essendo sé stessi.

Trovarono un tavolino libero, dietro un separée, benché il locale fosse vuoto, e si sedettero.

Ordinarono dei frullati di frutta alla cameriera, una Seelie che non distoglieva gli occhi da Jace e, una volta soddisfatte le ordinazioni, il locale piombó nel silenzio piú assoluto.

Fu, con sorpresa di tutti, Alec a rompere il ghiaccio.

«Com'é vivere a Idris? Io ci sono stato soltanto una volta, quand'ero molto piccolo, perché i miei genitori dovevano presenziare ad una riunione» chiese, a nessuno in particolare

«É strano, mi alleno come facevo all'Istituto, ma é diverso» rispose Jace «Inoltre Clary ha un istruttore personale, un tipo che dicono essere bravissimo; un certo Sebastian Verlac, dall'Istituto di Parigi» annunció senza nascondere l'amarezza.

Clary arrossí leggermente, ma non replicó. Magnus, intanto, sorseggiava il suo frullato, studiando accuratamente i lineamenti del Nephilim, che sedeva difronte a lui. Aveva gli occhi azzurri, una sfumatura particolare, come il cielo di una mattina d'estate. I capelli corvini, ereditati da entrambi i genitori, facevano risaltare ancor di piú le iridi. Non sapeva a chi somigliasse di piú, se a Maryse o Robert, ma nell'insieme, doveva ammettere, era un bellissimo ragazzo.

Alec si accorse delle attenzioni di Magnus e gli sorrise debolmente, non sapendo cos'altro fare.

«Dimmi, Alexander, la tua famiglia possiede ancora la collana di rubino?» chiese lo Stregone

«La cosa?»

«Una collana, ornata da un magnifico rubino rosso, in grado di avvertire le presenze demoniache» Spiegò allo Shadowhunter

«Oh, sí. Lo porta mia sorella, Isabelle»

«La brunetta che era assieme al ragazzo-topo al mio party?»

Alec annuí

«Sí, dovevo immaginarlo che fosse tua sorella; somiglia tantissimo ad una mia vecchia amica, Cecily Lightwood. Era Una ragazza forte e coraggiosa, molto leale, soprattutto nei confronti della famiglia e del fratello maggiore, Will» Magnus si divulgó, cosí, nel racconto di una storia che parlava di Herondale, Fairchild e Carstairs.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2017 ⏰

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