Capitolo Quarto

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Morti. Erano tutti morti i suoi compagni di giochi.

Perchè doveva andare sempre così?

Era seduta ai bordi di un grande letto a baldacchino, coperto da coltri di un viola scuro. Aveva le mani doloranti per i ripetuti pugni che aveva lanciato alla porta nel folle tentativo di farsi aprire o di buttarla giù. Impresa impossibile per una bambina.

Non aveva più voce per aver gridato fino allo sfinimento. Si sentiva vuota dentro, priva di forze per reagire. Guardava quei corpicini davanti a lei con i suoi occhi blu, lucidi. Aveva paura. Paura di se stessa. Paura dei suoi istinti.

Aveva sete. Percepiva il richiamo del sangue. Com'era possibile? Erano freddi e non poteva essere che...

La testa dorata di Evelyn, la sua amichetta, si mosse. Vide che aveva aperto gli occhi. Sbadigliava. Anche gli altri, lentamente, si risvegliarono.

Fu lì che lei comprese ogni cosa: cloroformio.

Volevano che li ammazzasse nutrendosi di loro!!! Non era uno scherzo macabro, come le era ingenuamente venuto da pensare in principio. Era spaventoso. Avevano messo i suoi amici in gabbia con un predatore estremamente pericoloso: lei.

Scacciò quei pensieri, doveva concentrarsi, trovare un sistema per non ucciderli, vinta dalla sua sete.

Ignorò la sua gola arida e il suo corpo che aveva bisogno di rigenerarsi, di energia per continuare a vivere in...quell'inferno.

Evelyn le sorrise allegramente, ancora un po' assonnata.

-Giochiamo?

La bambina sembrò pensarci un attimo.

-Sì! Facciamo un gioco tipo acchiapparella, soltanto che voi non dovete correre per questa stanza, c'è il rischio che rompiate qualcosa, ma fuori...- brava, era necessario inventare.

-Fuori?! E come? Non abbiamo le ali!!!- esclamò Johnny. Ci fu una risata generale.

-Sssst!- li zittì la bambina ponendo l'indice sulle labbra e avvicinandosi a loro- Non alzare la voce. Scenderete lungo la grondaia e io conterò fino a dieci. Dovete correre e non tornate indietro per nessuna ragione!

-Non assomiglia tanto ad acchiapparella.- affermò Evelyn poco convinta.

-Giusto! Non è molto divertente!- concordò Christopher.

Lei li fulminò con lo sguardo. Loro annuirono intimoriti. Lei era il capobanda: non si discuteva. Le duoleva comportarsi in quel modo con loro, però non aveva tempo. Stava per cedere.

Incominciò a contare velocemente: prima se ne andavano, meglio era. Li udì raggiungere la finestra, calarsi per la grondaia sino a toccare il suolo e fuggire.

Non li avrebbe più rivisti.

Adesso che era sola, percepiva con maggiore intensità il desiderio di bere. Rimpianse di aver mandato via i suoi amichetti. Avrebbe dovuto semplicemente seguire il suo istinto.

Sentì dell'agitazione al di là della camera che era stata la sua prigione per quasi due ore nella sua medesima casa. Qualcuno che dava ordini ai suoi momentanei carcerieri.

Era la sua voce.

Fu attanagliata dalla paura.

La porta si aprì e lei non fece in fretta a nascondersi.

L'uomo si guardò intorno,per una frazione di secondo mostrò di non capire.

La puntò infuriato.

La bimba non mosse un singolo muscolo per quanto era terrorizzata.

Attendeva, non sapeva con esattezza cosa.

Figlia delle Tenebre - Buffy The Vampire SlayerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora