Geniel

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Essere la cugina di Gianluca era per Sole la soluzione ideale per evitare di socializzare, praticamente ciò che meno le andava di fare. Passava le notti svegliandosi di soprassalto, sempre in preda allo stesso incubo, in cui in realtà non faceva che rivivere la sera in cui Cosmo e Bianca vennero uccisi brutalmente.
Passava le sue giornate barricata in sé stessa, con una muraglia di silenzio, che la teneva distante da tutti. Zio Benedetto cercava di penetrare in quella muraglia con domande, che miravano a far credere che fosse tutto normale, ma ogni volta che ci provava la barriera si rafforzava con un nuovo strato massiccio.
Zia Dalia le dedicava poche attenzioni, trascorrendo gran parte delle sue giornate a lavoro e in palestra e cercando di far finta che Sole non esistesse affatto, ma che fosse solo una sedia e un piatto di pasta, che regolarmente non veniva mai toccato. Gianluca era il solo che sapeva avvicinarsi​ al suo silenzio, rispettarlo, ascoltarlo, interpretarlo e soprattutto comprenderlo.
Le portava in camera sempre qualcosa da mangiare, posandolo sulla scrivania e poi sdraiandosi sul letto. Le raccontava episodi buffi della sua vita oppure semplicemente le elencava le sue conquiste amorose o i suoi trionfi della sua squadra di pallanuoto.
Sole restava silenziosa come sempre, seduta alla sua scrivania finiva sempre per dare un morso a ciò, che suo cugino le portava e di tanto in tanto si lasciava anche strappare un piccolo e schivo sorriso. Le piaceva molto Gianluca, le sembrava un ragazzo fanfarone, troppo impegnato a sedurre le sue prede, ad annoverare le sue vittorie, a ostentare​ la sua innegabile bellezza, ma di certo aveva un buon cuore e questo per chi soffre è tutto.
I primi giorni a scuola furono traumatici, perché Gianluca frequentava un' altra classe e lei si sentiva perseguitata dagli sguardi curiosi dei suoi nuovi compagni di classe, dalle domande indiscrete dei suoi insegnanti e dalla storia tragica dei suoi familiari, che era una macchia incancellabile che le si era incrostata sulla pelle.
Con Gianluca era diverso, perché gli occhi della scuola era calamitati dalla sua figura, che annullava quella di tutti gli altri. Sole si sentiva bene sotto la sua ombra.
Intanto, in città era esploso il panico: di Ilaria non si trovava ancora nessuna traccia, era scomparso nel nulla un ragazzo e si sospettava oltremisura di Horatiu, il criminale in fuga. Zio Benedetto aveva fatto installare telecamere di sicurezza lungo tutto il perimetro della sua villa e la gente si organizzava in ronde per pattugliare le scuole. Zia Dalia, che era a capo di un associazione molto insigne a cui aderiva persino il sindaco, aveva avviato corsi di autodifesa.

<<Sai che ti dico, cuginetta?>> Le domandò Gianluca con la sua aria fiera e da chi la sa lunga
<<Sei dimagrita troppo. Prima eri molto più carina>>.
Erano seduti sugli scalini del cortile della scuola, aspettavano che zia Dalia andasse a prenderli. Erano rimasti gli ultimi.
<<Voglio precisare: sei molto bella anche così, però a me le donne più in carne fanno letteralmente impazzire>>.
Sole guardava altrove, fingendo di ignorarlo. Era perfettamente consapevole che Gianluca voleva solo invogliarla a mangiare, in quanto era da due giorni che non toccava cibo. Il dolore copriva nel suo stomaco qualsiasi briciola di fame.
<<Certo, siamo cugini, starai pensando. E con questo? Prima si sposavano molti cugini di primissimo grado tra di loro e poi, tecnicamente, tra me e te non ci sono gradi di parentela, perciò volendo...>> Gianluca era duro a demordere.
<<Sai una cosa, cuginetta? Ho intenzione di iscrivermi al corso di autodifesa! Non tanto per Horatiu, figurati, ma per le ragazzine di primo anno. Oggi una mi si è attaccata al collo e stava per strangolarmi! Mi ha riempito di bave!>>.
A questo punto Sole non trattenne il sorriso e le sfuggì sulle labbra.
Gianluca parve soddisfatto.
<<Mia madre sarà stata rapita da Horatiu. Questa è una buona notizia per tutti, perché quel criminale sfiancato da mia madre vorrà di sicuro costituirsi>> Scherzò Gianluca e Sole ridacchiò.
<<Che bella che sei, quando sorridi...>> Le disse Gianluca, sfiorandole le dita. Sole si ritrasse. In momenti come quello si sentiva confusamente a disagio. Era solo in quegli istanti, che la compagnia di Gianluca la turbava come quella di tutti gli altri.
Gianluca stava per aggiungere altro, ma in quel momento un ragazzo li interruppe. Veniva verso di loro.
Aveva capelli biondi, molto corti e ricci, occhi argentati, un' espressione serena sul volto, un lungo cappotto di pelle, molte collane su una camicia bianca.. Il suo aspetto era senza dubbio prima di tutto angelico.
Camminava osservando Sole con molta attenzione, studiandola ed esaminandola con quella sua espressione sicura e beata. Gianluca prese a fissarlo con aria di sfida, Sole lo guardava con curiosità.
<<Sapevo di trovarti qui, Sole De Bellis>> Disse fermandosi ad una certa distanza, infilandosi le mani nelle tasche del cappotto.
<<Chi sei?>> Gli domandò Sole.
<<Il mio nome è Geniel, bellissima Sole e conosco tutta la verità. Posso aiutarti>>.
Gianluca scattò in piedi, sembrava sul punto di avventarsi su quel ragazzo, che continuò a ignorarlo del tutto.
<<Che cosa sai?>> Gli chiese Sole mossa dalla voglia di sapere, che accelerava i battiti del suo cuore.
Geniel fece un passo in avanti <<So che tuo fratello e tua madre sono stati uccisi da due vampiri e che uno dei due ha attaccato anche te. So anche molto più di quanto ne conosca tu, infatti sono al corrente che il vampiro che ha colpito te e tuo fratello si chiama Alessandro; Selene è invece il nome della vampira che ti ha portato via tua madre; poi c' è un vampiro di nome Charles e lui ha ucciso tuo padre, Sole. Non sono morti per un incidente stradale, ma sono stati assassinati da dei vampiri. Le forze governative hanno insabbiato tutto>>.
Gianluca scattò come una fiera, lanciandosi su Geniel, che lo scartò e gli mollò un pugno sulla spalla facendolo crollare a terra.
<<Come fai a saperlo?>> Gli domandò Sole. Il cuore le si stringeva in gola in una morsa che le soffocava il respiro.
Geniel lasciò Gianluca a terra, fece qualche passo verso Sole guardandola con comprensione e partecipazione al suo dolore <<Li conoscevo. Loro lottavano con me e purtroppo sono stati fatti fuori. Mi sento terribilmente in colpa per ciò che gli è successo e anch' io soffro per la loro morte, ma possiamo fare giustizia. Unisciti a me. Io sono...>>.
Gianluca si risollevò in piedi, cercò di colpire Geniel, ma questo si mosse con una rapidità impressionante, mulinando il braccio contro il naso di Gianluca, che grondò un rivolo generoso di sangue.
<<Chi sei?>> Gli domandò Sole, alzandosi in piedi.
Con un altro pugno Geniel atterrò Gianluca, che però si rialzò senza perdere tempo e si avventò sul suo avversario, questa volta fu così furioso, che riuscì a prendere in pieno petto Geniel, che fece qualche passo indietro. La rimontata di Gianluca ebbe breve tempo, infatti un calcio lo colpì sotto il mento e barcollò cadendo a terra e sputando sangue. Geniel gli saltò addosso, afferrandogli il braccio e tirandolo minacciosamente.
<<BASTA!>> Gridò Sole. Geniel mollò Gianluca, che perse i sensi, cadendo di faccia in una pozzanghera di sangue.
<<Scusami, Sole, ma ne riparleremo>> Le promise Geniel, voltandosi indietro e sparendo a passo svelto.

Gianluca se la sarebbe cavata con qualche punto qua e lì e pomate. Non si era rotto nulla e sarebbe tornato quello di prima in poco tempo.
<<Sono caduto dalle scale!>> Ripeté per l' ennesima volta a sua madre, che insisteva affinché le rivelasse il nome di chi lo aveva ridotto così, in quanto intendeva esporgere immediatamente denuncia. Spazientita, zia Delia uscì dalla stanza dell' ospedale, seguita da zio Benedetto, che tentava di calmarla.
<<Stiamo vedendo l' ospedale un po' troppo spesso. Non credi, Sole?>> Chiese Gianluca quasi ironico.
<<Perché non hai detto a tua madre la verità? Perché hai attaccato quel ragazzo? Perché adesso lo vuoi proteggere?>> Gli domandò Sole.
<<Frena, cuginetta! Sono pur sempre su un letto di ospedale con un braccio ingessato!>>.
Sole inarcò un sopracciglio, Gianluca mise da parte la sua ironia e rispose <<Non volevo che ti facesse del male. Era lampante che ti avrebbe fatto soffrire e sento che la mia missione, in fondo, è quella di proteggerti>> Fece una pausa, poi guardando meno intensamente Sole continuò <<Quel ragazzo si chiama Geniel. Non so di dove sia, ma è un tipo davvero bizzarro che vive qui da tempo. So che ha avuto problemi con la droga... Tieniti alla larga da quel tipo e soprattutto: non voglio che si sappia che ho avuto la peggio contro quel tossico, perciò acqua in bocca!>>.
Sottolineò le ultime parole con un occhiolino complice e Sole guardando il suo naso tumefatto, i lividi sul volto, il braccio ingessato e quegli occhi così buoni e così vispi come quelli di un bambino, si sentì certa di potersi fidare di lui. Tuttavia, non gli avrebbe obbedito, perché aveva fame di verità e ciò le spazzava di dosso ogni minima paura.

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