Capitolo 42
Emily.
In cucina trovo Adriana intenta nel farcire la torta di compleanno per Letizia e sedendomi al tavolo le domando <<lui è stato veramente qui oppure l'ho sognato?>> <<Sì! E ti ha detto anche che ti ama. Ho sentito tutto e quasi mi sono commossa. Sai! Ho la sensazione che nascerà qualcosa di buono tra di voi>> <<se lo dici tu... >> <<Sì, ho consultato la sfera magica e mi ha detto anche che non devi pensare ad altro che a vivere la tua storia con lui>> <<vorrei tanto farlo, ma mi rendo conto che finirà in tragedia a causa della maledizione>>. Adriana si poggia con i gomiti sul tavolo e guardandomi bene in viso, mi parla come se stesse rimproverando la figlia <<tutti dobbiamo morire, solo che tu lo percepisci prima, perciò rassegnati perché nessuno potrà mai cambiare questo dato di fatto! E poi l'hai visto? Sembra che con lui non funzioni. Adesso datti una mossa, abbiamo un sacco da fare>> e si lecca la restante panna dalla spatola. Forse ha ragione, Eric è vivo e quella certezza mi fa sorridere ma allo stesso tempo mi spaventa perché so che è solo questione di tempo e poi le voci sarebbero state chiare e allora accadrà la tragedia, perché gli ho detto che lo amo. D'improvviso arriva sul mio pigiama una palla di panna, lanciatami da lei usando la spatola come catapulta, <<ti muovi?>> dice vedendo che non mi decido ad alzarmi. Accantonando in un angolo del cervello quel pensiero e fingendomi indignata <<ehi!>> esclamo e afferrando la ciotola della crema, la verso sulla sua testa e lei assaggiandola <<manca un uovo>> e me lo rompe sulla fronte. Continuiamo a lanciarci tutti gli ingredienti del dolce che sono sul tavolo, fino a quando non ci rendiamo conto del disastro che abbiamo combinato, sedute, sul pavimento con le spalle poggiate al forno, mentre ci riprendiamo dalle risate, con le teste accostate.
Eric.
Sentendomi parcheggiare, lei apre la porta nell'istante in cui scendo dalla macchina. Restiamo a fissarci. Anche se voglio stringerla, non mi muovo e attendo la sua reazione sperando che quello che ci siamo detti nella notte per lei valesse anche adesso. Di solito sono io quello che cambia idea repentinamente ma temo che adesso lo faccia lei, invece, mi sorride e venendo da me <<non puoi immaginare quante volte ho desiderato salutarti così>> e mi bacia sulle labbra. Abbracciandola <<da stasera lo farai ogni volta che ne avrai voglia, ma adesso non ti sembra l'ora di tornare a casa?>> capendo, però, da una sua espressione delusa, che forse quello non è il modo giusto di portarla via, aggiungo, prendendo la scatola dalla macchina, <<però prima salutiamo i tuoi amici>>. Entriamo in casa e la scena che vedo mi fa gelare il sangue: piccoli umani che scorrazzano su e giù per la stanza con palloncini e dolciumi. Io ho una sorta d'intolleranza ai marmocchi e avanzando, loro mi corrono davanti ai piedi ed io li guardo come temibili nemici, poi porgo il mio regalo alla bambina dicendole <<buon compleanno>>. Nello scartarlo, lei, però, scontenta si lamenta <<ma è un bambolottooo>>. Piegandomi sulle gambe per guardarla bene in viso, <<dicono che alle bambine piace giocare a fare la mamma>> <<a me no! Io sono una principessa>> e gettandolo sul divano <<e poi piange pure>> e corre dai suoi simili. Era pur vero che l'avevo fatto scegliere a Irma quel regalo, non conoscendo i suoi gusti, ma la sua impertinenza mi stizzisce a tal punto che sono tentato di prenderla per un orecchio obbligandola a ringraziarmi, ma lascio correre, sentendo la madre che la rimprovera. Rialzandomi noto l'espressione preoccupata di Emily che si aspetta una mia sfuriata, invece le domando <<credi che una Porsche l'avrebbe resa più contenta?>> <<Sarebbe stato un tantino esagerato per una bambina>> e ride sentendo la sua amica che passandoci accanto dice <<ma la mamma ne sarebbe felice>>. Diego, ridendo a quella battuta, si avvicina per salutarmi, così resto a parlare con lui, nonostante gli schiamazzi di quelle piccole pesti. Questo ragazzo mi piace, a primo impatto sembra essere un giovane palestrato, frivolo e vanesio, invece è intelligente e dedito al suo lavoro; intanto non mi privo di lanciare ogni tanto uno sguardo alla mia Emily che sembra contenta nel vedermi socializzare. Ovviamente tenendo a debita distanza Katya, che continua a lanciarmi occhiate furtive, nascondendo i suoi occhi color caffè dietro i folti ricci castani, provando a simpatizzare anche con Luca e Matteo che gesticola e ne approfitta per tastarmi continuamente, lasciandomi alquanto infastidito. Io odio essere toccato. Nel frattempo che tutti gli altri piccoli demoni sono andati via, Emily si allontana cedendo a un capriccio della marmocchia che ha preteso di essere messa a letto da lei, ed io attendo pazientemente, con l'udito teso, la sento leggerle Cenerentola, ascoltando anche Diego che mi parla dei suoi progetti per le vacanze estive con la sua donna: è in cerca di un posto esotico, tutto sesso e riposo, ed io gli consiglio qualche atollo delle Maldive, che lui prende in considerazione. Poi finalmente, la sento socchiudere la porta e ritorna proponendomi, con dolcezza, <<andiamo a casa?>>.
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Eric Bilmar de Fornier. La passione ha il tuo nome.
RomanceLa notte di San. Valentino, Emily, una giovane libraia, non sapeva che grazie a un'aggressione incontrava l'uomo che avrebbe stravolto il suo modo di amare. Perché a causa della maledizione, l'amore per lei era un sogno che non poteva permettersi, m...