Capitolo 3

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Nella mente di Saura apparivano immagini sbiadite. Dapprima,un nero assoluto le impediva di vedere,ed era come se quel velo si fosse disteso a ogni suo altro senso. Poi,lentamente,una fioca luce aranciata parve dissolvere quella cortina isolante,lasciando spazio al suono crepitante e dolce del fuoco.
Ancora distesa si guardò attorno : era in una specie di baracca in legno,con diversi angoli ammuffiti,o tappezzati alla meglio con coperte,lamiere e quanti altri materiali possibili per ridurre al minimo gli spifferi. Un'unica finestra era presente sul lato lungo della stanza,ma coperta da spesse tende,dato che pareva senza vetro, e quindi fonte di freddo. L'unica cosa fatta con cura era il caminetto in cui tremava il fuocherello,il cui bagliore la aveva svegliata.

Si mise a sedere,ma con grande dolore al braccio destro,che aveva ferito nella caduta del giorno...aspetta,quanto tempo era passato da allora?
Non ne aveva idea.
L'unica cosa certa era che doveva procedere con la sua missione...e trovare quello scheletro.
Si alzò dal giacilio di stracci improvvisato in cui si trovava, e girovagò per la stanza (apparentemente chiusa a chiave) per cercare il suo coltello e la sua giacca nera. Aveva comunque una maglietta e i pantaloni,ma in un ambiente umido e fresco come quello, non contavano granchè,come nemmeno il fuoco stesso. Dedusse quindi che si trovava ancora in quelle specie di grotte.

Facendo il minimo rumore si avviò verso l'unica porta della stanza, ma appena mise la mano sulla maniglia,questa si aprì scricchiolando, e si trovò davanti proprio lo scheletro, le mani occupate da una scatola in cartone bianca immacolata. I due si fissarono per un istante,prima che Saura scattò indietro,il coltello (ora assunto le consuete dimensioni di spada nera lucente) puntato verso il nemico...che non sembrava tanto spaventato nè sorpreso di quell'azione.

- Smettila con questa messa in scena- iniziò lui in tono cordiale - o la spalla non guarirá mai. E poi,se non lo hai notato, non voglio farti del male. Sempre che tu non mi costringa a usare le cattive maniere - concluse,appoggiando la scatola per terra,vicino al fuocherello, accanto al quale si sedette anche lui.
- Allora. Come ti senti oggi? - le chiese premuroso, mentre lei persisteva in una posizione di attacco difettata dalla spalla ferita,che la faceva tremare più del necessario.
- Hey - continuò lo scheletro - ho chiesto...
- Si,sto bene ora - rispose lei secca - ma tu...non sei tu qui che fará del male, semmai il contrario - concluse con una nota di orgoglio nella voce.
Lo scheletro continuava a guardarla, l'espressione (se uno scheletro può averne una) era scettica. - Va bene. Almeno posso sapere da chi dovrei difendermi? Sai è il minimo che mi devi, dato ch...
- Saura - rispose - e prima che io prenda la tua anima,mi dirai dove sono gli altri -
- Piacere mia cara. Io sono Tempus - rispose placido sedendosi accanto al fuoco - e...gli altri abitanti? Perchè dovrei condannarli se so che morirò comunque?- le disse, prima di ridacchiare - devi essere nuova del mestiere, piccola umana,appoggia quell'affare prima d...
- Ho detto, Dimmelo! - disse lei, puntando il coltello alla gola dello scheletro, le cui pupille bianche svanirono,lasciandolo con le orbite effettivamente vuote.
- Sebbene non sia educato interrompere,tu ci stai prendendo troppo gusto - rispose lui con tono calmo - ma è davvero meglio se posi quel coltello piccola. Non voglio farti male -
- Io si - rispose le fredda, prima di caricare il colpo che avrebbe decapitato Tempus, ma la lama fu scaraventata contro la parete di legno dove si conficcò profondamente. E mentre la ragazza si voltava per vedere dove fosse finita la sua arma, qualcosa di freddo e affilato le sfiorò la gola, mentre le sue braccia erano saldamente bloccate dietro la schiena.
- Non credo che te lo lascierò fare così facilmente - disse la stessa voce calma, che prima era davanti a lei, al suo orecchio - ora ascolta : non so cosa sperano di ottenere mandandoti qui, o quali idee ti abbiano messo in testa...ma non funzionerá...lo so...perciò,perchè non lasci che ti aiuti? -
Tempus allentò la presa sulla ragazza, e si allontanò con uno strattone, danneggiando in parte la scatola bianca.

- Tu non sai niente. Io sono stata mandata qui perchè sono l'unica che può salvare la mia specie da voi,orribili creature! Sono l'unica, perchè per mia sfortuna e fortuna sono diversa. Ho poteri simili ai vostri! E sará grazie a me che il mio popolo tornerá al suo antico potere! - disse Saura quasi urlandolo, mentre lo scheletro faceva scomparire dalla mano la lucente spada smeraldina che poco prima la avrebbe sgozzata.
- Interessante punto di vista. Ma ti illustro il mio : per ora sei mia prigioniera, perciò - disse Tempus, staccando il coltellaccio dalla parete con un sonoro schiocco - niente giocattoli pericolosi per te. Almeno finchè non mi permetterai di scortarti fuori di qua -
- E anche se accettassi - disse lei, facendo fermare lo scheletro prima che uscisse dalla porta - come potrei passare la barriera?-
- Beh - iniziò lui grattandosi il teschio, e guardando il fuoco per un attimo con le pupille bianche - Lo hai detto tu che sei simile a noi,in qualche modo. E siccome noi mostri possiamo attraversare la barriera, anche tu ne sarai capace con un piccolo aiuto da parte mia - concluse,facendole l'occhiolino(come se improvvisamente,le cavitá avessero palpebre d'osso che gli permisero di farlo)
- Avvertimi quando avrai preso la tua decisione - e detto questo uscì chiudendo la porta a chiave.

Nella stanza erano rimasti solo Saura, il fuoco scoppiettante, e la scatola bianca.
Lentamente, amareggiata dall'esito di quell'incontro, si avvicinò alla scatola, aprendola, trovandola colma di ciambelle glassate di diversi colori. Da quanto è che non mangiava? Ne assaggiò un piccolo pezzo, e quando si rese conto che non erano nè disgustose nè tantomeno avvelenate, ripulì la scatola in poco tempo.

Decise di avvilupparsi nuovamente in quel giaciglio, accanto al fuoco, dove si assopì poco dopo, in balia di pensieri e della decisione che avrebbe dovuto prendere in seguito.

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