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Caro diario,
Come mi ero ripromessa, avrei fatto il possibile per prendere il controllo del mio sogno e parlare con quell'uomo.
Mi sono ritrovata nella stessa strada che sogno ogni volta. Questa volta era giorno e ho potuto vedere che si trovava vicino ad un fiume,poco piu avanti ricordo anche un ponte in pietra. Eppure sono sicura di aver visto quel luogo nella mia vita.
L'insegna era spenta e sono riuscita a leggere la scritta del negozio.. era un certo:
"Smith's tattoo"
Era chiuso.
Mi sono affacciata alla porta che aveva una piccola finestrella per la posta. C'era l'oscuro totale.. sono riuscita a vedere solo una piccola poltrona nera e nient'altro. Ricordo che ero triste e che non sapendo che fare mi sono fermata sulle scale con la testa fra le gambe chiedendomi
"E ora che faccio?"
Non so quanto tempo sia passato anche perché cavolo... È sempre un sogno no? Il tempo scorre come diavolo vuole. Comunque, sento uno strano rumore, un rumore difficile da descrivere, riuscivo solo a percepirlo e.. in quel rumore sentivo il mondo..oh merda.. sembra così strano dirlo.. ma pensarlo anche adesso mi riporta quelle sensazioni che avevo anche in sogno.. sentivo che dovevo seguirlo.
Dovevo avvicinarmi.
Mi alzo, sembra tutto così lento, incomincio a correre stanca di vedere sempre la stessa zona e andando poco più avanti del ponte ritrovo un grande parco. Il rumore s'intensifica, riesco a percepirlo anche troppo vicino ma nulla..
In lontananza, su una panchina vedo un uomo seduto. Mi avvicino. Riconosco dopo poco che è Patrick ma mi rendo conto che non è lo stesso Patrick. Il Patrick che conoscevo era sempre felice, poche volte lo vedevo così triste e poche volte stava fermo a guardare a terra.. anzi era molto iperattivo. Allungo lentamente la mia mano sulla sua spalla, arrivo a toccarlo ma a lui non sembra importare.. in realtà credo non mi abbia nemmeno sentito. Ho urlato più di una volta il suo nome ma nulla.. era assente..
Ho alzato lo sguardo e quel posto completamente deserto muta improvvisamente.
Il giardino scompare lentamente e mi ritrovo circondata da grandi ingranaggi, guardo dietro di me e mi ritrovo davanti a quella torre di controllo che avevo visto in quella cabina blu.
Non mi lascio scappare altro tempo, la pressione che il sogno poteva finire da un momento all'altro mi devastava. Dovevo trovare quell'uomo prima di svegliarmi.
Avevo bisogno di lui.
Decido di seguire un corridoio qualsiasi di quella cabina immensa.
Tremo svariate volte a causa di perdite di fumo che Dio solo sa cos'erano..
Il corridoio sembrava non avere fine, quella cabina era infinita. Inizialmente mi rendeva solo più curiosa ma poi incominciai ad averne paura.. e se fossi rimasta bloccata lì per l'eternitá senza alcuna via d'uscita?
Non ricordo se ho espresso questo pensiero ad alta voce ma ricordo che un uomo mi rispose
"Voi umani avete paura di tutto! Anche di un corridoio che sembra infinito.. eppure mi chiedo, voi come pensate sia l'eternitá? Ma tu.. tu Madisa.. sei diversa, sai benissimo cos'è l'eternità!"
"Dottore!" Urlo senza pensarci due volte. Sento un tonfo dietro di me, mi volto in velocità.
"Ascoltami attentamente Madisa -sento altri tonfi in lontananza, qualcuno sta correndo verso di me - ascoltami!"
Non riesco ad ascoltarlo. Incomincio a respirare più velocemente..
"Devo svegliarmi!" Penso
Nel momento in cui sto per svegliarmi ascolto quella voce urlare
"No!"
Non so che pensare..
Domani ho un appuntamento con l'ennesima psichiatra di turno.. spero mi dia qualche sonnifero per mettere fine a tutto questo.

Madisa Adkins.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora