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«Se vuoi lo porto io Lucky. Cosi ne approfitto per uscire un pò, dato che Ali alla fine non può.» dico a mia madre dopo pranzo.

«Va bene Ale. Copriti che fa freddo. A dopo» dice lasciandomi un bacio sulla fronte.

«Sisi tranquilla, a dopo.»
Esco dalla cucina e mi dirigo verso l'entrata, e dall'attaccapanni prendo la giaccia nera e il cappellino.

Dopo essermi vestista, prendo il guinzaglio azzurro, che provoca un leggero tintinnio fancendo cosi arrivare Lucky di corsa.

Dopo avergli messo il collare, metto le cuffiette ed esco di casa.
Percorriamo un viale che ci porta al parco che frequentavo da piccola.
Mi sfilo le cuffie e le riposo in tasca, tolgo il guinzaglio a Lucky e dalla tasca sinistra prendo la pallina arancione.

«Lucky, prendila.»
Dico facendogliela vedere per poi  lanciarla non troppo lontana da me.

Il mio cane torna con la pallina in bocca, ma non si ferma davanti a me, bensì continua a correre oltre la sottoscritta.
Probabilmente ha visto qualche cane che conosce dato che corre scondizolando.
Lo rincorro quasi per tutto il parco, ma poi si ferma davanti ad un ragazzo, mollando la pallina che riprendo mettendola in tasca.

«Santo Dio, Lucky. Sto perdendo un polmone.» dico sedendomi a terra, per mettergli il guinzaglio.
Il ragazzo ride alla mia affermazione inginocchiandosi per accarezzare il mio cane.

«Thomas non fa ridere!» dico mettendomi una mano sulla fronte.

«Oh si che fa ridere. Dovevi vederti!» dice ridendo più forte.
Si alza porgendomi la mano, che afferro, ma questo ci porta ad essere ancora più vicini.

Per fortuna, o forse per sfortuna, Lucky inizia a tirare e ad abbaiare.

«Lucky non tirare!» mi giro e vedo Chanel, una cagnolina che abita qui vicino.
«Oh ciao Luca!» saluto il padrone.

«Ciao Ale.» mi saluta avvicinandosi, dandomi un bacio sulla guancia.
Da quando tutta questa confidenza?

«Non sapevo fossi ad Amici! Comunque se devo dirti la verità sei diventata davvero carina!»
Ecco, un altro che ne approfitta per diventare 'popolare'.

«Amh.. grazie.» dico un pò imbarazzata.

«Io pensavo che magari, un giorno io e te..» dice ma viene bloccato da una finta tosse di Thomas.

«Ah Bocchimpani. Ci sei pure tu..» dice guardandolo dall'alto al basso.
«Esci ancora con questa gentaglia? Pensavo che Michele ti avesse insegnato ad evitare certe persone.» continua disgustato.

Thomas abbassa lo sguardo.
È molto influenzabile dal giudizio delle altre persone.

«Beh caro mio, la persona da evitare qui, sei tu. E con il tuo permesso, io e Thomas avremmo da fare.» dico superandolo e dandogli una spallata.

«Da quando così acida?» chiede scherzando Thom, dopo averlo superato.

«Da quando mi toccano le persone a cui tengo.» dico semplicemente.

«Ti va di farci un giro?» chiede dopo pochi minuti di silenzio.

«Certo! Magari porto a casa Lucky e poi andiamo okay?» e lui annuisce in risposta.

Appena arriviamo a casa, entro per cinque minuti per lasciare il cane e avvisare mia madre che sarei tornata nel pomeriggio.

«Eccomi! Andiamo da Buster? Ho voglia di cioccolata calda» esclamo.

«Te lo stavo per chiedere.» dice lui.

Buster è un piccolo bar, il nostro bar. Ci andavamo sempre per studiare, o semplicemente per parlare.

«Alessia, Thomas! Da quanto non vi vedevo insieme» urla una voce appena entriamo, facendo girare tutti i ragazzi presenti.

«Ale! Possiamo farci una foto?» chiede una ragazzina, ed io accetto volentieri.
Per me tutto questo è strano, non sono ancora abituata alle persone che mi fermano. E neanche Thom. È visibilmente imbarazzato quando lo fermano, ma lui è cosi. È timidissimo.

Quando finalmente riusciamo ad andare alla cassa, ordiniamo due cioccolate calde e poi ci sediamo ad un tavolo.
Noto un incisione sulla superficie di quest'ultimo, e la leggo mentre la sfioro con le dita.
Sorrido, vedendo cosa c'è scritto:
T+A=Sempre
L'avevamo scritta a 12 anni.
Che vandali..

«Perchè sorridi?» mi chiede Thom.

«Senza volerlo ci siamo seduti al nostro tavolo.» picchietto con l'unghia la scritta.

Si sporge verso di me, e poi sorride anche lui.

«Scusatemi..» sussurra una cameriera con il vassoio in mano.
Thom si sposta e fa posto alle tazze fumanti.
La cameriera ci porge le due cioccolate, e dopo di che lascia dei biscotti da mangiare insieme alla bevanda calda.

Senza farci caso ne prendo uno in mano, ma prima di addentarlo lo guardo attentamente.
Non è una forma Natalizia, è un cuore.
Si saranno sbagliati.. penso.

Ma poi guardo il piattino. E no. Non si sono sbagliati.
Il piattino è pieno di biscotti a cuore, alcuni colorati con la glassa rossa.. altri semplicemente con la scritta 'I love you'.

Guardo la cassiera, ovvero la direttrice del bar, che mi guarda a sua volta con un sorrisetto malizioso.

Arrossisco e scoppio a ridere, contagiando anche Thomas nonostante non sappia il motivo della mia improvvisa risata.

«Che succede?» dice tra una risata e l'altra.
Gli indico i biscotti, e anche lui arrossisce e scoppia a ridere di nuovo.

Post-it ➳ Thomas Bocchimpani [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora