Chapter 3

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Mi guardai un'ultima volta allo specchio sistemando il vestito nero che scendeva liscio fin sotto le ginocchia. Il pancione era ben visibile e lo accarezzai asciugandomi una lacrima prima che potesse cadere.

Zayn si appoggiò allo stipite della porta cercando di infilarsi la cravatta. Mi guardò tristemente ma io non volevo che stesse male per me, quindi gli sorrisi debolmente nello specchio, mi girai verso di lui vedendolo in difficoltà. Scossi la testa sorridendogli, era proprio un bambinone, mi avvicinai a lui e gli annodai la cravatta. Lui mi accarezzò la guancia, non convinto dai miei sorrisi, ma io allontanai la sua mano con un movimento veloce e lo sorpassai. Non volevo compassione, volevo solo che fingesse, non volevo dare peso a questa morte. Non potevo.

Mi asciugai un'altra lacrime, perché non capiva che se mi trattava cosi dolcemente cedevo?

Mi infilai le scarpe con difficoltà, avevo gli stupidi piedi gonfi per la gravidanza, che palle. Sbuffai frustata e mi sedetti cercando di infilarmele. Presi un sospiro al terzo tentativo poi mi piegai in avanti ma la pancia mi impediva di fare la maggior parte dei movimenti, all'ultimo tentativo presi la scarpa e la buttai lontano con rabbia e questa colpì la lampada che cadde a terra e si ruppe. Che sfiga.

Mi appoggiai la mano sulla fronte affranta, altre lacrime di frustrazione mi bagnarono gli occhi e una smorfia si dipinse sul mio volto quando cercai di trattenere i singhiozzi. Zayn arrivò tempestivamente, recuperò la scarpa e si inginocchiò davanti a me per infilarmela, poi fece lo stesso con l'altra. Non disse una parola, ma restò lì, in ginocchio davanti a me aspettando.

Ripresi un respiro e mi asciugai il viso, avevo, con molta probabilità, gli occhi e il viso rossi, Zayn mi sorrise e mi aiutò ad alzarmi. Mi passò le dita sotto gli occhi per asciugarmi meglio, poi tenne il mio viso tra le sue mani ed io lo guardai con un broncio di dolore, stringendo gli occhi. Lui mi diede un bacio sul naso e mi abbracciò.

"Perché non puoi comportarti normalmente, non lo vedi che sto cercando di darmi un contegno?" gli chiesi io allontanandolo da me. Non si rendeva conto che se mi trattava cosi dolcemente io non riuscivo a trattenere le lacrime.

"Piccola, il punto è che tu non devi trattenerti, hai tutto il diritto di essere triste e di sfogarti" mi rispose lui curvando le sopracciglia verso il basso. Lo vedevo il modo in cui mi guardava. Gli facevo pena. Lo conoscevo bene quello sguardo, ecco perché lo spinsi lontano da me per l'ennesima volta. Avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse a passarci sopra facilmente, ci sarebbero state altre 50 persone che mi avrebbero fata sentire cosi vulnerabile in questa giornata e nelle prossime settimane. Insomma avevo perso mio padre. L'uomo che mi aveva sempre odiato e che fin da piccola non faceva altro che dirmi che ero stata solo un errore, una maledizione.

Non avevo neanche avuto il tempo di renderlo orgoglioso. Di fare qualcosa che gli facesse pensare che io ,in fondo, non ero poi cosi tanto male. Ma forse non aveva tutti i torti. Mi ero innamorata di questo uomo così facilmente, ci eravamo sposati ed ero anche incinta tutto in meno di due anni. Forse aveva ragione, non ero una figlia modello, non avrei mai fatto grandi cose nella mia vita. Non avrei fatto nulla per renderlo orgoglioso, ma almeno era bello sapere  che avevo ancora tempo, mentre lì, in quel momento, il tempo era andato in frantumi e l'unico ricordo che avevo era di un uomo che mi chiudeva nella camera per giornate intere, perché non voleva vedermi in giro per casa, un uomo che mi aveva costretto a sposare qualcuno che non conoscevo, ed anche se Zayn era meraviglioso,  avrei dovuto convivere con il pensiero che mio padre non si sarebbe mai potuto pentire di tutto quello che mi aveva fatto.

Non mi avrebbe mai potuto dire 'ti voglio bene' non avrebbe mai conosciuto mio figlio. Ed io non gli avevo nemmeno permesso di accompagnarmi all'altare. Non lo avevo sentito per più di anno. E forse non sarebbe cambiato molto, anche se ci avessi parlato, ma mi faceva male il fatto che magari, se fossi andata da lui, dopo quello che avevo fatto per lui, mi avrebbe guardata sotto un'altra luce, mi avrebbe ritenuto una figlia da amare. Ed invece stavo andando al funerale di un uomo che amavo da una parte, solo perché' avevamo lo stesso sangue, ma da tutt'altra parte lo ritenevo un bastardo senza cuore.

Marry you 2 Our livesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora